Scritta da: Uno Qualunque
in Poesie (Poesie personali)
Madre
In cuor mio,
Catene d'amore,
Mi legano a te,
Madre.
Un legame dettato dalla natura di Dio,
Al quale non posso oppormi.
Ma ad esso,
Mi abbandono.
Dolcemente.
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In cuor mio,
Catene d'amore,
Mi legano a te,
Madre.
Un legame dettato dalla natura di Dio,
Al quale non posso oppormi.
Ma ad esso,
Mi abbandono.
Dolcemente.
Vorrei allontanare quel velo di tristezza
che sta offuscando la mia vita,
vorrei spezzare la monotonia
che ha trasformato la provvisorietà in abitudine
e l'ingiustizia in consuetudine.
Vorrei riuscire per una volta
a non pensare
ad un mondo
che gira al contrario
ed affidarmi completamente
al futuro,
con gioia e speranza nel cuore.
Vorrei svegliarmi una mattina
e rendermi conto che l'incubo è finito
scaraventato da un sorriso
nelle pieghe del passato
proprio come fa il vento
quando spazza via le nubi,
regalandoci l'azzurro intenso del cielo.
Dalla prima cancellatura si elimina
una poesia personale.
Quando ritrarsi,
in un mondo
vago, dove s'idea, solo,
in un bagno di verde.
Piove
l'ultima goccia
lasciando la sua traccia gelata
sul verde.
Più cupo è l'animo,
sotto il calore d'un tetto
a guardare spaesato
il paese incupito.
Inspiegabile volo
tra le idee;
tradisce una scomparsa
o una suggestione:
come una pallida nube
oscura il cielo
d'un biancore
senza un chiaro sentire.
Il nero raggela i casolari
e lascia l'infanzia incantata,
l'azzurro terso appiattisce e assonna
i percorsi luminosi.
I passi più salati e lenti,
non sono sulla spiaggia
alla fine del velo
d'una candida superficie:
sono i giri
negli stradoni cittadini,
e le sedute che vedono tutto
il giro della più grande stella,
quando lo sguardo
non è fisso in altro.
Arriva il giorno più vecchio
e tanti lumini non aiutano
a schiarire il naturale percorso
che culmina con un pallore
notturno e infinito.
Petali
come labbra socchiuse
in un diafano chiarore
aspettano
quel raggio di sole
che le accompagni alla luce.
Io sono...
l'alito di vento che si posa nel tempo,
sono l'anagramma dei miei sensi
ed il fluire dei miei languori più nascosti.
Sono il tuo spazio e la tua prigione.
Sono il profondo e l'oscurità che danzano nel nulla.
L'infinito mondo dentro due sfere.
Due lune, due soli
dentro i miei occhi.
Ramoscelli d'ulivo benedetti,
baciati dal sole,
sono sull'uscio della casa del Signore, chi ne vuole?
Entrate in silenzio,
lectio divina, fonte divina,
spiritualità cristiana,
suona la campana
vangelo del giorno,
uniti in preghiera tutti intorno.
Tutto intorno tace,
scambiatevi un ramoscello in segno di pace.
La terra fiorisca, la guerra sparisca.
Amore e perdono questo è il dono.
Nuvole grandi e piccole
affollano il cielo
Sembrano pecorelle che
ora cambiano in
timidi cerbiatti poi
curiosi gatti
un carro trainato
da un cavallo
Sopra tanti palloncini
che accompagnano bambini
giochi in compagnia
solitudine che va via
Mi rivedo bambina
col naso all'insù
di solitudine non soffro più!
Cosa vive, fra i nostri passi distratti,
cosa c'era nelle strade non scelte
e nello sguardo perso di chi abbiamo incrociato per un attimo,
condividendo con lui quell'effimero momento?
Ho malinconia delle mie non scelte,
delle parole piantate in gola,
delle lacrime trattenute a forza.
Ho dolore,
per quegli addii segreti che ho affrontato da sola.
Ho deciso di perdonarmi di tutto il non scelto di questa vita,
nella prossima vita.
Passano le stagioni
e cambia la tua vita.
Passano i giorni
e un altro sole
rispende su di te.
È un altro giorno
diverso da ieri.
Passano gli anni,
e ti accorgi che
tutto è diverso
ma quello che eri, sei,
è nel tuo cuore.
Nulla è rimosso
come nel cuore
di chi ti vuole bene.
A volte la sfortuna si accanisce,
insieme alla malasorte,
sempre qualche guaio per strada,
e perdi la pazienza,
e magari, resti deluso,
la vita è tutto un casino,
c'è sempre qualcosa, che non va;
la felicità ideale,
è solo un utopia.