Scritta da: Scyna Suffiotti
in Poesie (Poesie personali)
Come una sirena canto
per rasserenare le onde
e quando la luna s'incanta di pace
mi sciolgo in bruma stellare
così da confondermi
tra l'infinito respiro della notte.
Composta nel 2013
Come una sirena canto
per rasserenare le onde
e quando la luna s'incanta di pace
mi sciolgo in bruma stellare
così da confondermi
tra l'infinito respiro della notte.
Chiudi gli occhi mia amata
rimani ancora
sdraiata languidamente
tra i fluttui e i gabbiani
eterna meraviglia
chiudi gli occhi
ancora e ancora
assorbi il respiro del mare,
attendi le premure degli aironi e i voli rosa dei fenicotteri
Mia crisalide d'innocenza
io so
che ancora verrai lambita
da azzurri firmamenti
accoglierai
ancora e ancora
vertiginosi voli di passione.
Ascolta mia Caralis
la melodia
sono preghiere d'amore e d'ascese esaudite
solo dalle stelle.
Ogni riga un raggio di luce.
Adagiati ancora
tra le carezze di Aristeo e le profumate euphorbie...
ancora una volta sarò li
a contemplar le tue gambe a la marina, le tue braccia a Stampace e Villanova
mentre mi assopirò sul tuo ventre
a Castello.
Mia Caralis.
Dentro una goccia
su una foglia
mi affaccio curiosa
tra flutti di rugiada
oltre il mio mare.
In cuor mio,
Catene d'amore,
Mi legano a te,
Madre.
Un legame dettato dalla natura di Dio,
Al quale non posso oppormi.
Ma ad esso,
Mi abbandono.
Dolcemente.
Vorrei allontanare quel velo di tristezza
che sta offuscando la mia vita,
vorrei spezzare la monotonia
che ha trasformato la provvisorietà in abitudine
e l'ingiustizia in consuetudine.
Vorrei riuscire per una volta
a non pensare
ad un mondo
che gira al contrario
ed affidarmi completamente
al futuro,
con gioia e speranza nel cuore.
Vorrei svegliarmi una mattina
e rendermi conto che l'incubo è finito
scaraventato da un sorriso
nelle pieghe del passato
proprio come fa il vento
quando spazza via le nubi,
regalandoci l'azzurro intenso del cielo.
Dalla prima cancellatura si elimina
una poesia personale.
Quando ritrarsi,
in un mondo
vago, dove s'idea, solo,
in un bagno di verde.
Piove
l'ultima goccia
lasciando la sua traccia gelata
sul verde.
Più cupo è l'animo,
sotto il calore d'un tetto
a guardare spaesato
il paese incupito.
Inspiegabile volo
tra le idee;
tradisce una scomparsa
o una suggestione:
come una pallida nube
oscura il cielo
d'un biancore
senza un chiaro sentire.
Il nero raggela i casolari
e lascia l'infanzia incantata,
l'azzurro terso appiattisce e assonna
i percorsi luminosi.
I passi più salati e lenti,
non sono sulla spiaggia
alla fine del velo
d'una candida superficie:
sono i giri
negli stradoni cittadini,
e le sedute che vedono tutto
il giro della più grande stella,
quando lo sguardo
non è fisso in altro.
Arriva il giorno più vecchio
e tanti lumini non aiutano
a schiarire il naturale percorso
che culmina con un pallore
notturno e infinito.
Petali
come labbra socchiuse
in un diafano chiarore
aspettano
quel raggio di sole
che le accompagni alla luce.
Io sono...
l'alito di vento che si posa nel tempo,
sono l'anagramma dei miei sensi
ed il fluire dei miei languori più nascosti.
Sono il tuo spazio e la tua prigione.
Sono il profondo e l'oscurità che danzano nel nulla.
L'infinito mondo dentro due sfere.
Due lune, due soli
dentro i miei occhi.
Ramoscelli d'ulivo benedetti,
baciati dal sole,
sono sull'uscio della casa del Signore, chi ne vuole?
Entrate in silenzio,
lectio divina, fonte divina,
spiritualità cristiana,
suona la campana
vangelo del giorno,
uniti in preghiera tutti intorno.
Tutto intorno tace,
scambiatevi un ramoscello in segno di pace.
La terra fiorisca, la guerra sparisca.
Amore e perdono questo è il dono.
Nuvole grandi e piccole
affollano il cielo
Sembrano pecorelle che
ora cambiano in
timidi cerbiatti poi
curiosi gatti
un carro trainato
da un cavallo
Sopra tanti palloncini
che accompagnano bambini
giochi in compagnia
solitudine che va via
Mi rivedo bambina
col naso all'insù
di solitudine non soffro più!