Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Lettera a te attraverso Babbo Natale

Guardami con amore,
come se non fossi io.
Guardami senza vedere me.
Almeno un giorno l'anno.
Non per una ricorrenza che riguardi noi,
quelle le muori tutte come un lutto.
Magari potresti farlo a Natale,
quando tutti dovremmo essere buoni.
Quel giorni sii buona
e cieca se serve.
Composta domenica 3 maggio 2015
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    Scritta da: Roberto Di Nardo
    in Poesie (Poesie personali)
    La trascinarono via, come si fa con le scarpe rotte
    da buttare senza buste di plastica a contenerne il vissuto,
    la presero con la forza di un inganno incompreso,
    la videro come si vede il male,
    Affascinante e letale.

    Nehelia era un nome da purificare, come gli oltraggi che le appartenevano,
    come il parlare a voce alta della propria identità,
    esistenza.

    Ribelle in un mondo dove lo stesso concetto di rivolta era morto,
    distorto, avvelenato dalla peste e dall'imbroglio.

    Nehelia doveva stare zitta!

    Tacere ad ogni sacrosanta verità sputatagli in faccia,
    mortificarsi per esistere resistere insistere ancora nel non capire,
    o peggio,
    nel comprendere appieno quanto ci credesse, in se stessa.

    Blasfema, provocante, incurantemente
    Bella!

    Uomini che per lei ardevano di passione dimenticando Dio,
    disposti al ridicolo, pretendenti rifiutati per capriccio, o peggio,
    per scelta.
    Nehelia osava questo e di più, rivendicava diritti.

    Nemmeno le puttane ardivano a tanto, consce del loro meschino retaggio,
    del loro malaffare, e della loro complicità da quattro monete di piacere.
    Lei non negava il suo amore, no,
    lei lo esaltava, ne faceva arma da opporre all'evidenza.

    Martire?
    Persino questo aveva insinuato nel pensiero lascivo di desiderosi il peccato,
    quanto poco credibili difensori di diritto.

    Mi chiesero se avessi visto il marchio del diavolo su di lei...
    Quale miserrima eventualità di discolpa,
    vederla vittima, come lo sono coloro che subiscono il supplizio del maligno per volere di dio.

    Lei era non un mezzo,
    lei era come il traghettatore,
    di anime verso la sua vergognosa femminilità!

    Lei amava farsi amare,
    peggio di Lucifero, peggio di Satana,
    non amava affatto Dio.
    Non ne era gelosa,
    osava persino dire ce ne fosse uno vero, diverso dal nostro.

    Diverso per misericordia e a difesa dei perseguitati.

    Il nostro Dio che ha sacrificato se stesso per la salvezza, la speranza,
    la redenzione,
    lei lo giudicava indegno!

    Nehelia doveva morire!

    E morì di una morte atroce, che supplicò invano il perdono, la comprensione,
    la redenzione (ironia del destino).
    Chiese persino i sacramenti, ammise ogni colpa, anche quelle tenute nascoste e mai rivelate,
    quelle di un'anima corrotta
    dentro ogni attimo di respiro.

    Non servì a nulla il suo lamento, non stavolta,
    seppur tanti vidi piangere la sua sofferenza.

    Nessuno armò se stesso di coraggio però,
    nessuno sacrificò davvero per lei quanto a parole elargivano con grande superbia.
    Stettero nelle loro colpevoli lacrime.

    E infine, quando spensi la sua vita prima che urlasse un'ultima parola,
    Potei finalmente dire quanto di più forte abbia mai sentito in me,
    in silenzio, io,
    unico a rispettare quella indegnità,
    sconfitta.

    Per amore di Dio, Giustizia è fatta.
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      in Poesie (Poesie personali)

      Tu non sai

      Nel ciglio di una sera
      la tua voce
      ha largito un oblio
      alla corrente,
      nella placida gora la luna
      ha raccolto il respiro del vento.
      Tu non sai
      il sorriso caldo di una mano,
      le perle di pieghe
      tra petali e l'onda degli occhi,
      tu non sai
      il frastuono dell'estasi di stelle
      che allaga l'infinito,
      lo scintillio che canta
      ancora fino all'alba di domani.
      Tu non sai
      che il fiore di un fiore
      rimasto acceso
      tiene ancora il mio cuore
      illuminato.
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        in Poesie (Poesie personali)

        Mattina presto

        Di là dal vetro che sta dietro la sedia
        c'è il primo giorno,
        la strada.
        Schiamazzi di giovani destinati allo scontro.
        Lascia che ridano oggi,
        piangeranno domani.
        E se lo dicono i vecchi
        puoi stare certo che è vero.
        Ancora hanno ferite timbrate addosso
        da mostrare ad ogni ricorrenza.
        Ma io la mia guerra con te l'ho già persa.
        Ti rivesti,
        guardi avanti,
        scompari.
        Vorrei che avessi due occhi nelle spalle,
        per vedere la mia faccia
        che ti vede andare via.
        Composta domenica 3 maggio 2015
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          in Poesie (Poesie personali)

          Dal giardino sul piccolo fiume

          Siedo sulla panchina
          per far passare il tempo
          e vederlo che passa.
          Io non lo voglio ingannare,
          non mi ha fatto niente.
          Eppure a volte l'ho perso,
          sprecato,
          gettato via,
          rubato a qualcuno.
          Ma ha continuato a concedersi,
          non si è mai accanito
          non mi è mai stato contro.
          Adesso però vorrei cercare di ammazzarlo
          perché per reazione lui si decidesse ad ammazzare me.
          Composta domenica 3 maggio 2015
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            in Poesie (Poesie personali)

            La storia dà due a tutti

            La gente sorride,
            mi saluta.
            Se rispondo al saluto
            mi vuole parlare,
            vuole sapere,
            fa le stesse domande.
            Se non rispondo
            commenta da sola,
            sul nulla,
            sulle mancate risposte
            o sulle parole che pensa di avere sentito da me.
            Per il resto del giorno
            potrei dire a tutti gli altri che incontro
            e mi rivolgono la parola
            di parlare col primo con cui non ho parlato.
            O tornare a rinchiudermi in cuccia.
            Composta domenica 3 maggio 2015
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              Scritta da: Susan
              in Poesie (Poesie personali)

              Noi. Un libro

              Noi siamo come un libro,
              alcuni lo leggono
              e non ci capiscono un cazzo.
              altri invece restano meravigliati
              dal libro seppur
              lo leggono a metà
              chiudendolo per poi lasciarlo
              su uno scaffale,
              aspettando se arrivare
              alla fine o lasciarlo
              riempire di polvere!
              Sintesi, c'è chi vorrebbe capirti
              e non ci arriva,
              e chi invece ha paura
              di vedere l'infinito
              che vive in te.
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