Saremo mai l'essere amore
L'umanità è vittima
dell'amore,
nulla travolge,
e nulla coinvolge
più dell'amore.
Saremo mai
veramente liberi
d'essere, o saremo
per sempre il
non essere?
Commenta
L'umanità è vittima
dell'amore,
nulla travolge,
e nulla coinvolge
più dell'amore.
Saremo mai
veramente liberi
d'essere, o saremo
per sempre il
non essere?
E, poi t'innamori dal nulla,
e tu, tu comprendi
che è divino anche quell'attimo che vivi,
perché in fondo è un attimo,
un misterioso attimo d'amore.
Canto per te queste soavi parole
Oh mia musa
Tu che ispiri ogni mio pensiero
Che riempi di gioia questo cuore malandato
Oh mia dea
Mi rendi difficile dirti sentimenti dolci
Quando al vederti
Ogni parola s'è persa
Sei tu la mia signora
La mi spina vitale
L'essenza di questa mia vita
Miserere di me
Mio dolce angelo
Che con uno sguardo mi intrappoli a te
Che con un tuo baci mi trasformi in tuo schiavo
Canto a te parole nuove
Mia musa... mia dea,
mio angelo in terra
canto per te delicati sospiri
che si mescolano
e danno vita a questo amor profano
oh mio dolce amore
che di gioia mi riempi il cuore
causa di forti dolori
liberami da questo peccato
fammi tuo schiavo
amami mia dolce musa.
Che poi ci pensi
a quei giorni passati oscurati
da ricordi perduti e forse nemmeno vissuti
Che però fanno parte del tempo in cui sei,
o sei stato.
Qualcosa che non ti appartiene
eppure al momento a prenderti il posto non c'era nessuno.
E ti chiedi chi sei.
O che cosa sia poi diventato il tuo senso a osservare.
Da certezze che imprimi a marchiare il tuo cuore
ti ci aggrappi sia per saltare,
per poterti rialzare al cadere,
ed in fondo, sempre col sogno di potersi aprire a volare.
Ma...
forse son proprio i frammenti perduti
che ci legano a terra.
Firmatari di soliti accordi,
compromessi addolcenti ricatti sociali
convenzioni da strette di mani sudate.
Il problema non è "non avere le ali"
ma mancare perenne in qualcosa,
e non chiamo coraggio, nemmeno ambizione
no,
son le piccole cose perdute.
Tu marci in piazza,
insieme a tanti.
Io vago solo,
in un vicolo cieco.
Tu bevi birra dalla bottiglia
perché da voi si fa cosi.
Io bevo acqua alla fontana
con le mani aperte a calice.
Tu hai un partito,
io sono ormai partito.
Io ho perso.
Tu li hai fatti vincere.
E cantala la vittoria
tu che ne conosci le note.
Cantala col sorriso
davanti ai miei occhi persi.
Davanti alla mia la testa bassa
arresa all'ennesimo si.
Cantala la vittoria
tu che mi vedi sempre
ubbidire agli stessi comandi.
Canta vittoria al mio silenzio.
Ed a me che ti permetto tutto
solo per sentirti cantare.
Non distinguo più nulla.
Non c'è più nulla.
Il mio cuore cerca un rifugio.
È stanco di tanto dolore.
Con alterna chiave
tu schiudi la casa dove
la neve volteggia delle cose taciute.
A seconda del sangue che ti sprizza
da occhio, bocca ed orecchio
varia la tua chiave.
Varia la tua chiave, varia la parola
cui è concesso volteggiare coi fiocchi.
A seconda del vento che via ti spinge
s'aggruma attorno alla parola la neve.
Speciale è a te che sei là sopra.
Speciale è a te che hai saputo darmi gioia
nei momenti tristi.
Speciale è a te che ti ho considerato
più di un nonno: un padre.
Speciale è a te che vivi nei miei ricordi,
e speciale è a te che sei riuscito a
non farmi credere
a l'idea che non ci sei più.
Abbiamo imparato a ballare
sotto la pioggia
aspettando l'arcobaleno ,
abbiamo imparato
ad attraversare mari in tempesta ,
e non abbiamo
imparato ancora
come saper ascoltarci
per amarci.