Poesie personali


Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
in Poesie (Poesie personali)
Come è cambiato il mondo negli ultimi cinquant'anni:
allora nel paesino lucano dove ho passato l'infanzia
passava un bus due volte al giorno andata e ritorno.
Le macchine? Mosche rare in quelle strade di ghiaia.

Tutti ci conoscevamo con il nome o meglio soprannome
i più famosi? "Mezzo pensiero" e l'altro "fuori legge",
bastano queste quattro parole per capire chi erano.
Tutti gli altri paesani eravamo ribattezzati in dialetto.

I primi orologi da polso li ho visti in un piccolo negozio
del padre dell'amico di scuola dove la bianca magnesia,
presa di nascosto, l'intruducevamo in bottiglia d'acqua
per poi andare a berla alla fiumara dove ci bagnavamo.

Erano altri tempi quelli trascorsi negli anni cinquanta
quando arrivavano pacchi d'alimenti dalla ricca america,
ascoltavamo musica con un bel grammofono con tromba
con un nome curioso e un bel cane: la voce del padrone!

Nel paese c'erano solo le scuole elementari, un sindaco,
un banditore che ogni giorno fungeva da vero giornale,
tre chiese, un sacerdote con quattro suore mantenevano
in piedi la devozione e quattro maestri per l'educazione.

Oggi si direbbe che erano tempi duri, ancora arretrati
invece è stata proprio quella generazione a edificare
una nuova visione della vita, più cultura e più fantasia.
Speriamo che nel futuro l'uomo coltivi ancora la poesia.
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    in Poesie (Poesie personali)
    Finalmente dopo tanti anni di attesa e di cure
    il mio cactus con infinite corte spine pungenti
    mi ha regalato due bei fiori grandi color rosa
    con corolla bianca e lunghi pistilli al vento.

    Sembrava un calice aperto nel cielo
    aspettando gli insetti per fargli festa
    volando lontano per dargli nuova vita
    forse su un balcone più bello e pulito.

    Quanti cactus con spine incontriamo nella vita:
    alcuni ci regalano bei fiori altri molte spine.
    Non tutti i cactus hanno spine ma sanno vivere
    iniseme a quelli che li pungono e li trafiggono.

    È triste vivere come cactus con spine
    ma più triste è essere uomini altivi
    con un cuore di carne pieno di spilli
    senza saper dire grazie e morire vivi.

    Apprendiamo a regalare fiori belli senza pungere
    chi ci sta accanto nel lavoro e nella nostra vita.
    Regaliamo ogni tanto un sorriso non solo agli amici
    ma anche a quelli che sono cactus con molte spine.
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      in Poesie (Poesie personali)
      Giocheremo a nascondiglio in questa piccola piazza
      di un paese sperduto sui fianchi di un'alta montagna
      dove i neri pipistrelli guizzano veloci sotto i lampioni
      mentre gli anziani già stanchi sognano la loro aurora.

      Nascondersi negli angoli di vicoli stretti senza paura
      era il gioco più bello della nostra lontanza infanzia
      quando non c'erano macchine e moto facendo rumore
      avvelenando l'ambiente, distruggendo i nostri giochi.

      Passavano solitari nel muto silenzio della tarda sera
      i padroni sui loro asinelli con due sacchi pieni di fieno,
      mentre le nonne con le mamme ricucivano il loro domani
      guardando i bambini giocare e la notte lenta avanzare.

      Arriverà il tempo che ritorneremo a giocare a nascondiglio
      in una città moderna piena di uomini allegri e pieni di vita
      senza smog, senza sirene, senza veicoli che sputano veleni,
      ma con occhi pieni di azzurro e un grande cuore nel cielo.
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        Scritta da: Marta Emme
        in Poesie (Poesie personali)

        Lo smacco

        Se per vincere devo impasticciar la storia,
        sono pronto, avversario della malora*
        (per le invettive rivolte poco edificanti).
        Così puntar i piedi e rifuggir dal
        combattimento è stato ciò che ha deciso
        l'evento e i grandi, miserini* (nell'applicar
        le regole), son pronti ad accontentar i
        ragazzini. Così anche i giudici, che dal
        canto loro, già sanno a chi attribuir l'oro.
        Composta giovedì 3 agosto 2017
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          Scritta da: Andrea De Candia
          in Poesie (Poesie personali)

          Neve

          Nevica, nevica, la terra è coperta
          da un bianco peso così esteso, esteso.
          Sfarfalla così dolente giù dal cielo
          il brulichio dei fiocchi, la neve, la neve.
          Ora c'è un senso di pace e di vastità,
          il mondo coperto di neve mi sfianca.
          Così prima piccolo, poi grande, il mio desiderio
          si fa largo in lacrime dentro di me.
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            Scritta da: Gerardo Migliaccio
            in Poesie (Poesie personali)

            Suonate campane è festa dell'animazione

            Nel volo verso Dio
            la colomba porta con se le anime
            innocenti di giovani vite volate via
            i bambini uomini del futuro
            navigano nel vento
            sono angeli che volano su di noi
            come delle colombe si fermano sui campanili
            ciechi noi uomini
            stiamo seccando il pozzo della vita
            l'acqua delle vigne e dell'ulivo secolare
            seccheranno o sbocceranno altri fiori
            nasceranno nuovi frutti ed altre anime
            ci saranno altri bambini abbandonati oppure accuditi
            ci saranno mamme che combattono ancora a nude mani
            ci saranno mamme che proteggono con nude mani
            ci saranno padri che ammazzano per mera vigliaccheria
            ci saranno padri che stupreranno per vile passione
            ci saranno lacrime di gioia o lacrime di dolore
            o colombe anime di pace
            volate sui campanili delle chiese di tutto il mondo
            angeli dalle ali di cristallo
            anime innocenti
            azionate le sirene
            fate suonare le campane
            lanciate l'allarme per la vita
            suonate ogni giorno ad una certa ora
            suonate nell'ora dell'alba
            suonate all'inizio del giorno
            suonate per l'inizio del bene e dell'amore
            campane di tutto il mondo suonate a festa
            feste delle anime nostre che portano con se
            le sventure del mondo
            campane fate volare le colombe
            con un messaggio di vita
            entrino nelle anime dei vivi
            suonate! Suonate.
            Composta venerdì 1 febbraio 2008
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              in Poesie (Poesie personali)
              Apriremo solchi profondi in questa nostra terra
              dove il cielo possa far crescere sorrisi e fiori
              insieme al sole che sorge e muore senza dolori.

              Apriremo le nostre finestre ai colori del mattino
              carichi di sospiri, di illusioni e sogni non sbocciati
              perché i bambini possano sognare anche se svegliati.

              Apriremo gli occhi sui vecchi colori dell'arcobaleno
              chiusi in quest'arco di trionfo unendo terra e cielo.
              Siamo i figli della terra abituati al caldo e al gelo.

              Apriremo i nostri occhi nelle notti oscure della vita
              quando il cuore batte più forte e ci vince la malinconia:
              sarà il giorno del nostro pianto e dell'amica nostalgia.

              Apriremo le nostre mani per accarezzare tutti i bambini
              nati su questo pianeta azzurro dove gli uomini gioiranno
              insieme a tutti gli esseri viventi che alla fine si ameranno.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                in Poesie (Poesie personali)
                Il vento ha rapito con violenza le nuvole bianche
                che vestivano il cielo azzurro del mese di luglio.
                Ha deciso che in questo piccolo verde angoletto
                deve avere erba verde e moltissime foglie secche.

                Il soave vento si diverte a muovere le piccole foglie
                facendole ballare o giocare con estrema dolcezza
                sul muro di pietre bianche dipinte con ali di farfalle
                quando arriva l'ora che il giorno muore con tristezza.

                Cosa sarebbe questo pianeta terra senza il vento?
                Le nostre alte montagne intagliate nel cielo azzurro
                il gran mare con le belle onde in continuo movimento
                i nostri volti scolpiti da raffiche nel crudo inverno?

                La vita dell'uomo non è una barca portata dal vento,
                non è una foglia secca che danza nell'aria senza senso,
                non è un bel fiore che nasce, cresce, si odora e muore.
                È un sogno fatto carne di un Dio libero come tutti noi.

                Facciamoci trasportare dal vento leggero della brezza
                su ali di angeli nascosti in nostra ombra che non vediamo,
                dalla bianca neve che cade tranquilla sulle nostre teste
                in attesa di essere uomini veri in un nuovo mondo in festa.
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  in Poesie (Poesie personali)
                  Adesso è nonna, cammina curva poggiata al bastone
                  con gli occhi fissi sul marciapiede per non cadere.
                  Il cielo biancastro la copre con un velo da sposa
                  sapendo che suo marito è morto lasciandola sola.

                  Quand'era giovane dipingeva il suo futuro di rosa
                  ma poi venne la guerra e i sogni caddero a terra
                  insieme alle bombe, alla fame e nera incertezza.
                  Il suo cuore non cedeva guardando dalla finestra.

                  Un giorno verso sera sposò il suo uomo che amava.
                  Vennero figli e figlie come fiori freschi di primavera.
                  La prima la chiamarono allegria e l'ultimo benedetto
                  vivendo come famiglia cristiana unita sotto un tetto.

                  Lei stava sempre in casa con i figli per farli grandi
                  mentre lui lavorava di giorno e a volte pure di notte
                  per portare il pane quotidiano e spaventare la fame.
                  Erano altri tempi quelli vissuti insieme sotto le stelle.

                  Passarono gli anni, i figli crebbero, arrivarono i nipoti,
                  il peso degli anni, le rughe del volto e sogni non risolti.
                  Tutti abbiamo avuto da piccoli il dolce nido della mamma:
                  oggi lei è rimasta sola e curva con il peso dei suoi anni.
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                    in Poesie (Poesie personali)
                    Sui cigli del tramonto camminiamo ogni sera
                    per ascoltare quelle voci nascoste nei colori
                    del giorno che muore per rinascere altrove
                    regalando raggi di sole e una nuova aurora.

                    Sono gli estremi di una nostra umana giornata
                    che nasce con il sole del mattino senza rumore,
                    ci veste di luce, colori, nuvole bianche e nere.
                    Poi ogni sera ci accarezza e ci chiude le finestre.

                    È il nostro cammino pieno di molte gioie e dolori
                    respirando i profumi che ci regalano i molti fiori
                    che nascono, crescono e muoiono intorno a noi
                    mentre riempiamo il giorno di pioggia e di sole.

                    La giornata di noi uomini è piena di molti semafori
                    i cui colori sono stampati nei nostri occhi e cuori,
                    mentre le nostre donne maneggiano molto meglio
                    il cuore, la mente, il tempo e i maschili lamenti.
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