Poesie personali


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie personali)

Ascoltare

Ascoltare la voce della tua vita
Il suono della tua anima così vicina
che solo un semplice bisbiglio
appare come fosse un urlo
lanciato al cielo per farsi sentire.

Ascoltare la voce del mare
il dolce incresparsi delle onde
la melodia dei pensieri che si accavallano
il distendersi dei desideri
come fossero ali per riempire il cielo.

Ascoltare l'infinito sospirare
di due cuori che bruciano d'amore
in una spiaggia isolata
sotto un cielo deserto
in un solitario desiderarsi
come impulsivi amanti
che non vogliono attendere la notte
per vivere il loro incredibile sogn.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie personali)

    Assorto

    Adagiato sono
    su codesta poltrona
    e avvolto dai braccioli
    mi appropinguo
    a trascrivere questi versi.
    La mente
    pensa costantemente
    mentre scrivon le mani
    parole diffuse
    di vari concetti.
    Proteso sono
    e assorto di riflesso
    coi miei pensieri riportati
    con semplice duttilità.
    Braccia poggiate su,
    mano infreddolita
    che trasporta così leggera una penna
    che continua imperterrita
    e con incessante vigorìa.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie personali)
      E capire cosa siamo
      sarebbe già un bel passo avanti
      quando di passi indietro
      se ne fanno tanti
      e cerchi nello sguardo
      di una qualunque persona
      quel calore
      che solo l' amore dona.
      Si può stare anche da soli
      se si riesce ad imparare
      a guardarsi dentro
      senza la voglia di scappare,
      guardare e scoprire
      per avere poi qualcosa da offrire,
      non la solita anima
      che vaga per il mondo
      avvolta da un malessere profondo,
      ma un' anima lucente
      che sa di cosa è fatta
      e può far del bene a tanta gente
      non quella che non sa dare dei segni
      d' affetto, che se rivolti a lei
      non fanno alcun effetto.

      Guarda negli occhi le persone che ami
      e ascolta i mille richiami,
      richiami di pace ora che l' hai ottenuta
      perché hai vissuto delle cose
      che ti hanno cresciuta,
      fa crescere anche gli altri
      con la tua esperienza
      e vedrai che qualcuno
      non potrà più viverne senza ;
      scoprire se stessi
      e poi la gioia di vivere
      sapere che con qualcuno
      tu potrai condividere
      la tua storia, donando il tuo cuore,
      ma tutto questo non avviene
      se dentro non hai l' amore.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie personali)
        I bambini di oggi hanno visto cose che
        Blade Runner non poteva neppure immaginare.
        Hanno visto le torri gemelle di Manhattan
        precipitare nel gorgo dei Pokemon.
        E hanno visto Dragonball -zeta sventolare
        un fazzoletto bianco prima di morire, perché
        un aereo si era infilzato sulla sua testa
        come il braccio di una croce.
        E mi domando che razza di uomini saranno
        quei bambini che hanno subìto allucinazioni così.
        Delle due l'una: o uomini fantastici, o schiavi.
        E io scommetto sulla prima.
        E ho nostalgia del futuro.
        Anche se io non ci sarò.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie personali)
          In volo o di notte
          ho visto la solitudine.
          L'ho vista sulle colline bruciate
          dell'Italia in fiamme.
          L'ho vista nelle acque grigie e opache
          dell'oceano agitato.
          L'ho vista nelle file di macchine lussuose
          sfreccianti nella notte
          sulle highways della California.
          L'ho vista negli occhi di una donna
          l'ho vista nei miei occhi,
          nei bambini abbandonati,
          nei clochards di Parigi,
          nella fame in oriente e in occidente.
          Nella schiena spezzata
          dei malesi a Singapore,
          nei cortili terrosi
          alla periferia di Chicago,
          negli esuli albanesi ai semafori di Atene.
          Ma adesso è qui, di fianco a me
          che guida la mia mano
          e che ride di me e del mondo
          che governa in silenzio.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie personali)

            Per non dimenticare...

            E tutti
            ci ricorderemo dove eravamo in quel
            momento. Seduti in macchina a
            cercar parcheggio, con la testa
            tra i surgelati a cercar la
            paella, davanti al computer a
            cercare la frase giusta. Poi uno
            squillo di telefonino, e
            l'amico, il parente, il collega
            che ti staccano una storia
            inverosimile di aerei e
            grattacieli, ma và via, dai,
            lasciami perdere che oggi è già
            una giornata difficile, ma lui
            non ride e dice: ti giuro che è
            vero. Ricorderemo l'istante
            passato a cercare in quella voce
            una qualunque sfumatura di
            ironia, senza trovarla. Ti giuro
            che è vero. E non dimenticheremo
            la prima persona a cui abbiamo
            telefonato, subito dopo, e
            nemmeno quel pensiero -
            immediato, sciocco ma
            incredibilmente reale - "Dov'è
            mio figlio? ", i miei figli, la
            mamma, la fidanzata, domanda
            inutile, perfino comica, lo
            capisci subito dopo, ma intanto
            è scattata - la Storia siamo
            noi, è solo un verso di una
            canzone di De Gregori, ma adesso
            ho capito cosa voleva dire -
            risvegliarsi con la Storia
            addosso. Che vertigine.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie personali)

              Odio la vita

              "Tenisse cent'lire? ",
              strascicando le parole da una bocca contorta,
              le palpebre socchiuse e lo sguardo spento,
              perso nel vuoto e nell'olezzo dei suoi stracci,
              nel sozzume del suo corpo,
              cotto dal sole e ferito dal dolore,
              dalle piaghe che la strada
              ogni giorno di più muta in solitaria morte.
              "Amico... tenisse cent'lire? ",
              lo sguardo basso e la mano tesa
              a chieder vendetta di una povertà mai voluta,
              sia d'animo che di monete,
              quando scrisse con l'ago "Odio la vita" su un muro
              e cominciò il non ritorno da dove forse mai partì.
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