Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

Asseconda i capricci del vento

Asseconda i capricci del vento
la foglia superstite sul ramo brullo
trai i campi o sui muriccioli
nessun fiore riceve raggi di sole
da un cielo biavo e trasparente.
Mite letargo di natura:
un pieni nulla par avvenire
spoglia la vita nega i suoi sorrisi
l'animo, triste fatto, reclina il capo.
S'aprirà un valico alla floridezza
e tornerà il colore delle selve
irromperà il getto di una linfa
ansia di verdeggiare siepi e alberi
domani auspichiamo.
Oh quante volte si muore e si risorge
secca e straripa amore
tacciono e borbottano
le voci dei lontani fiumi!
Aspettiamo senza impazienza
un sortilegio, diamo più credito
alla speranza, accoriamoci
alla persuasiva voce che ci intima
di attendere e scaccia dal sangue
la precognizione della morte.
Cuore strepita!
Dubbioso non attendere
per risalire un palpito,
abbozza spiragli: un giorno,
nell'euforia di un cambiamento,
sorpresi, risorgeremo senza dolore
tra urli di vita e ritinteggiate illusioni.
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    Scritta da: Rosy Zangala
    in Poesie (Poesie personali)
    Dove vorrei essere?
    Proprio lì,

    dove i sogni non hanno fine,
    dove tutto può accadere,
    dove si sorride al nuovo giorno
    e si vive di tenere emozioni,
    dove i colori sono nitidi
    e le persone vere,
    dove si decide sempre la cosa giusta
    e sei fiero di essere vivo.
    Vorrei tanto trovarmi nel tuo regno:
    re del sorriso.
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      Scritta da: Rosy Zangala
      in Poesie (Poesie personali)
      Possono i ricordi vivere per te?
      E possono le scelte decidere della tua vita?
      Ed i sogni, i sogni che posto hanno nella nostra quotidianità?
      Ho accantonato il sorriso,
      perché passano i giorni e sempre le stesse domande restano ancora senza risposta.
      Sorridere per continuare a vivere?
      O continuare a vivere per sorridere?
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        in Poesie (Poesie personali)

        Si dispera e pesticcia il bambino

        Si dispera e pesticcia il bambino
        il palloncino appena ricevuto in dono
        sfuggitogli dalle dita è volato via
        -di che colore era? - ancora si chiede.
        Attaccate ad un filo, transienti
        quante cose in un niente
        la vita con uno strappo ci sottrae.
        Pulsa il tempo e complotta sparizioni,
        del pensiero dell'attimo prima
        nulla ci resta, non una minima traccia
        persiste sui sedimenti del ricordo,
        molti estinti annovera la memoria
        allo scroscio dei giorni e delle ore,
        silenzi di sincope s'immillano
        al muto distaccarti da ombre.
        Si buccina che nessun possesso
        sia sicuro, che ogni certezza sia momentanea
        che la speranza fugga prima di essere degustata
        che l'illusione sia piuma al vento.
        Finché si può, tra fiotti si galleggia
        un vortice, poi, inesorabile, nient'altro.
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          in Poesie (Poesie personali)

          Se è in bianco e nero e non a colori

          Se è in bianco e nero
          e non a colori che ti ho ritratta
          sul frontespizio da quattro soldi
          della silloge che ti ho dedicato
          che importa: acceso e smagliante
          il tuo sorriso per me mai muta:
          mirando la donna amata,
          rapido giunge e riparte
          fischiettando e svaporando
          sempre un treno
          strapieno di emozioni!
          Magnificata dal cuore,
          solare e bella più che mai
          incessante in me amor t'effonde
          nessun spessore ci separa:
          la tua pelle è la mia. Anime fuse
          in uno stesso corpo chi può disunirle!
          Lievitate e alate, in volo
          su nel cielo azzurro
          se abbiano insieme un peso
          poi è ancora da vedersi!
          Amore, ultima corda della mia cetra
          bisogna pure che ti persuada del tutto
          che non nel sonniloquio
          ma è nel giorno che sei il mio pensiero,
          il mio necessario, il fuso su cui avvolgo
          la speranza, la mano che allontana
          le forbici di Atropo dall'invisibile filo
          a cui tremante è sospesa ogni vita
          la gattona senza unghie con occhi dolci
          che accarezzo e invispita mi fa le fusa.
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            in Poesie (Poesie personali)

            Un'auto al primo appuntamento mi portava

            Un'auto al primo appuntamento mi portava,
            quante raffiche di dubbi feroci spiravano
            sul mio cuore mentre alla meta mi avvicinavo.
            Giunto che vi fui, stordito da emozione,
            la tua figura poco distante mi additavi.
            Il tempo di guardarti, due baci
            veri sulle tue guance scoccai
            Mi si strinse il cuore:
            anche per me nel mondo
            qualcuno c'era che mi cercava!
            Non disagio, non stupore
            al primo abbraccio quasi nell'ombra:
            se vero fosse il sogno più non dubitai!
            Ah qual trapasso di gioia
            al batticuore che al tuo si accordava!
            Occhi addolciti i tuoi e i miei,
            inteneriti ascoltavano stupiti
            il cuore cantare a squarciagola:
            un attimo cancellò anni amari da ricordare
            l'aria curante della vita ricevemmo in viso
            si scrostò il dolore e pentito scappò via.
            Labbra mute da anni divennero ciarliere
            aride si inumidirono per scrosci di baci.
            Nell'attesa di un giorno d'amore autentico
            si può morire di illusione molti dicono:
            noi lo smentimmo, fu lo sguardo
            della gente su noi rivolto a dirlo
            quando la mia e la tua mano si strinsero
            e in una intuizione ci mossero ad altra vita.
            Licenzierò per sempre la serva illusione
            or che da sogno ti sei fatta carne viva.
            Ti tocco ti vedo ti ascolto:
            bella più di un sogno
            ti percorrono i miei sensi
            più non lotta l'ammalata speranza
            tra vita e la morte. Seduci il mi corpo,
            accarezzalo con l'anima tua amore,
            non volger la pupilla altrove,
            fissa l'uomo che ti sorride
            con occhi abbelliti e grati
            che come rugiada brillano
            quando le tue labbra posi sulle mie!
            Muori e scompari menzogna, via
            all'incedere dei passi dei nostri cuori.
            Nessuno più ci riconosca qual fummo
            e si soffermino su quel che ora siamo.
            Vieni diletta, svaghiamoci tra i colori
            del mare e del cielo, oltrepassiamo
            il limite in cui si incontrano baciandosi
            il cielo e il mare, andiamo
            là dove l'orizzonte non arriva mai.
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              Non so cosa io sia o sembri

              Non so cosa io sia o sembri
              non mi congratulo con me stesso
              né mi infirmo o mi confermo
              appena mi riconosco
              talvolta fuscello trasportato
              dal vento sui pendii del tempo.
              So, a mie spese, che il vivere
              è un grattacapo da vertigini
              e distinguere, se sei stato
              fosti o diverrai è impresa
              impossibile e avventata.
              Senza orientamento si ondeggia
              tra intrighi di supposizioni
              con altri te stessi mai compresi.
              Imperfetti o perfetti ci si declina
              a secondo del momento
              e il distinguersi nella chiarità
              è solo l'ameno artificio
              per raggirare un nulla opaco
              che senza fisionomie ci ritrae.
              Se ritrovi e fissi il verso
              della tua vita svalutata
              c'è sempre poi qualcuno
              pronto a mostrarti il recto
              e così tra conversioni
              per riapprezzarti ti esamini;
              ma il titolo non cambia
              a seconda del contesto
              e per la precarietà pregnante
              non ci sono cure salvifiche
              né le parole ancor dispongono
              dell'obiettivo con cui scattare
              l'istantanea che mostri integre
              le luci, le ombre e i colori
              dei paesaggi attraversati dal cuore.
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                All'appello dei vivi

                All'appello dei vivi
                già da tempo molti risultano assenti.
                Un giorno, anch'io di sicuro
                sollevato dall'onere di apparire
                riceverò un biglietto di solo andata
                e certo non potrò rifiutarlo.
                Afferrati per fato
                nella rete strapiena dei vivi
                reclamati da chissà chi
                bisognerà andare non so dove.
                Alla lotteria della terrenità
                nessun numero finito
                può evitare di essere estratto:
                è solo questione di indovinare
                quanto prossima o remota
                sia la probabilità dell'evento:
                cabala non vi è che lo escluda!
                Pure è da scartare che abbia un senso
                ma, ineluttabile, prima o poi
                il boomerang della vita ritorna
                al punto da cui venne lanciato.
                Il corpo, ossia il Tutto
                alla stracca, costretto sarà
                a varcare l'atra linea
                che lo separa dalla morte:
                nulla scongiura il benservito del tempo
                ed evita lo sbarco sul molo delle ombre.
                Almeno per questo e per una volta
                finalmente non potremo non dire
                di non essere tutti uguali.
                Per un frangente, rinsaviti
                smetteremo di azzuffarci
                per sostenere, falso, il contrario.
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                  Vita flagellante

                  Vita flagellante, placa e sospendi
                  la furia delle spume di agro-oscuro
                  che martellano assidue e furiose
                  le deboli fiancate del mio cuore!
                  Riposami, non ne posso più
                  di vivere nella tempesta
                  con mille falle, incagliato, impedito
                  a poche miglia dal bagnasciuga
                  ove forse vano mi aspetta un amore.
                  Su frangiflutti d'incomprensione
                  troppe volte la prua del destino
                  è sbattuta e pur sono stato
                  risparmiato dal gorgo:
                  ne rammento l'inferno attorno!
                  Ah riverso, inane fossi affondato
                  in quello sbattimento di acque intorte
                  annegata anche sarebbe l'illusione
                  di una scialuppa di salvataggio
                  svanita la linea dell'orizzonte
                  da dove estenuato la luce di un faro
                  tante volte invocai e mi promise salvezza.
                  Vita, vita vestimi di ali o di vele
                  ingaggiami nell'impresa di essere
                  per intero, un istante rendimi pace
                  nel convulso tempo che scorre fugace!
                  Malasorte che t'avventi mai stanca
                  su me ridotto a ben poco
                  non scandire più gli istanti che vivo:
                  troppo langue il cuore smarrito
                  un uomo senza futuro né ricordi
                  si tramuta a fantoccio senza volto
                  al mesto avvicendarsi dei giorni!
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