Il simulacro della forza che ti infiamma le vene, ti illumina gli occhi, t'affila gli artigli e ti rende felina, seducente e sinuosa alberga nelle fibre d'una meritata bellezza che sfoderi a trofeo nei momenti di battaglia ove, conscia delle armi con cui l'essere, tu, donna equipaggia il corpo misto ad un anima solare, combatti in fin lo stremo per aver ciò che ti spetta rialzandoti sensuale nel momento del trionfo.
Improvviso fu il contatto ed il momento in cui intrecciammo inconsci sentieri di sguardi e carne; se soltanto avessi saputo governare il tempo mentre il cielo testimone scandiva le nostre maree con il sincrono tepore delle sue lacrime ambrate, mentre noi mescolavamo le pulsioni alle paure rendendo irresistibile la reciproca attrazione, ci saremmo spiegati in passioni sconvolgenti e la notte mai avrebbe conosciuto fine.
II
L'istinto e la passione che ti scalda la fronte, gestisce le azioni, fa pulsare il costato e ti rende la donna graffiante che sei, protegge essenza vera mascherando debolezze che controlli al riparo di un petto inespugnabile, ove versi sfumature profumate di te che mostri al meritevole nelle ore soddisfatte, come me che ho apprezzato la tua dolce irruenza saggiandone il sapore ogni singolo secondo.
"Nuovamente alzato a random nel cuore della notte, percorrendo l'uragano che racchiudi nel ventre per cercar di decifrare le nostre equazioni e capir se la tua mano, stringendo cornucopie, innalza alla mia bocca ambrosia o veleno" "Potrei dire lo stesso ma mi piace sentire che t'infili in sogni e mente con tale prepotenza, e anche fosse solo per un attimo di gioia al traguardo potrò dire che n'è valsa la pena."
Il cifrario elegante che utilizzo si imbastisce di eironeia ad ogni suo passaggio: fiabesco si avvicina con fare non curante, mi scava dentr'agli occhi con una finta piuma.
Il nocciolo che trova lo passa tra le mani, lo lustra e lo riguarda, lo ammira e un po' lo teme, ed io che avevo appena sbrogliato la matassa mi trovo a non parlare una lingua che conosco.
Suggerisce delle frasi complicate da equazioni ritorcendo le parole come elastici d'avorio il tutto accompagnato con fare andante adagio da una melodia un po' strana che anche un sordo può apprezzare.
E mentre mi fischietta le cose che ho da dire a volte si rivolta a fissare l'ossidiana che prima aveva inciso parlandomi d'amore, soffiando fiocamente qualche lacrima di gioia;
ed io non faccio altro che imprimere fonemi arrivati chissà come verso un grembo di metallo e quando poi rileggo quei pensieri sussurrati mi riprendo dall'ipnosi che m'aveva generato.
Non importa se fiscali o se pure accompagnati, i discorsi tralasciati devon esser compiacenti perché quando sian riletti da piacere all'ignorante strimpellino il sapere misto a qualche accordo d'anima,
perché questo ancora credo, come quando ero quell'altro, che la cosa più importante quando operi quest'arte: "Musica su ogni cosa, ch'essa allieta ove si posa". E più che altro al come, è sempre meglio il cosa.
L'Illusione è una sordida puttana che professa il solo credo del "godere e moneta", s'approfitta del dolore barattandolo spietata permettendoti per poco una psicosi puerile.
L'Illusione è una viscida usuraia che specula interessi sull'insicurezza, ti anticipa giudaica un'euforica autostima per pretendere più tardi la tua dignità completa.
Scivola lento questo tempo. Vorrei non passasse mai. Vorrei fermarlo. Vorrei che volasse, per non smettere mai di stare bene. Per vedere subito cosa ci riserverà il domani.
Non posso permettermi di ricaderci, ma ho voglia di tuffarmi.
Non so nuotare, né stare a galla. Che nessuno mi insegni, non voglio imparare.
L'ignoto mi darà la giusta forza per osare. Lo spirito di sopravvivenza mi guiderà nel ritorno.
Guardando una foto immagini mai esistite prendono forma intorno a me, e nella dolce tranquillità abituale dell'anima, rumori silenziosi s'intersecano nella nebbia di un mattino incerto... solo il volo di un gabbiano sull'orizzonte lontano, ritraccia il limite tra i sogni e la realtà...
Voglio rubarti l'Anima, accarezzare la A e poi sentirla mia, lasciare che la notte scende su di noi e aspettare il giorno e così finché le notti non si incrociano e i giorni non finiscono, finché nei tuoi occhi non rivedo più i miei... Scrivo di Anime, due, vaganti e ora sempre più lontani, lascio per un po'... lo sai, ma poi ritorno, sempre.
Nulla è mai come prima e mentre affogo nell'idea benevola che avevo di te mi mordo un labbro... Ascoltami Amore perché se tu sei il colore degli attimi di follia il caldo abbraccio di una sera il destino che ti viene incontro le dita nella cioccolata... se sei tu questo... Allora sei tu Amore e se è vero che nulla è mai come prima abbracciami e in silenzio disegna il mio corpo... Perché le tue parole stasera mi hanno fatto tremare l'anima se mai ne avessi una. L'hai squartata a metà, perché il bene che ti voglio è quanto di più male possa esistere al mondo. E se Dio mi ha dato un'Anima vorrei che ad ucciderla fossi tu. E ancora Ti Amo, anche ora, e ancora ti amo.
Ora vedo il bianco del foglio Mi inquieto a guardarlo Questo potente scoglio Poggiato sulla traiettoria del mio veliero Mi ostacola e offusca il mio pensiero L'acqua si stizzisce urla incazzata Si interrompe brusca la mia traversata.
Rifletto, mi affanno e mi domando Agli argini del burrone, in bilico, tremando Come mai vedo l'essenza che sta svanendo Consento agli stimoli di ingabbiarsi gelando In un carcere di paure la pena stanno scontando
Vaneggio con la mente mentre il caos sta esplodendo Penso alla mia musa, al mio intelletto Ora mai è tanto che di pan e acqua si stan cibando E ora di evadere da questo destino maledetto È ora di dar luce e potenza alle parole scappando Dall'ansia carceriera che tirannica mi ha stretto Ai polsi manette che soffocano ogni mio vero comando.