La sordida Illusione ha bussato alla mia porta presentando sufficiente crisantemi increduli, affonda nei miei occhi uno sguardo bagnato, mascherando un sottile sorriso si avvicina sussurrando: "Il figlio dell'ingenua Speranza è morto, schiantato con violenza contro un muro di omertà, il colpo del reale purtroppo non ha retto, abbuffati di colpa della pietra che hai posato". Ed io che a questa nuova non posso altro che stare, urlando vittimismo sputo lacrime di pece, m'accascio sopra il fango respirando il mio dolore, angoscia e morte fusi fanno fiamme nelle vene.
L'Illusione si fa avanti indossando un saio nero con l'acciaio dentro gli occhi d'un ipnotico brillante, tra l'oro dei riflessi mi consola assicurando: "La caduta del figliolo verrà accolta sull'onore". Detto questo porge il braccio, digrignando solidale, ma quello che credevo fosse un valido ristoro si rivela nel pallore del suo squallido movente: la mano la protende e tra le due la testa serra, dicendo di star fermo, sdraiando mi violenta.
"Più non devi ormai temere" - mi sussura compiaciuta- "la tua stupida innocenza m'assicura discendenza ed il vuoto del passato verrà presto rimpiazzato: nel grembo arrivista v'è nascosta la matrice che da sempre hai schivato, pretendendola in segreto; ché siccome io da sola non riesco ad attivare e l'amore serve sacro per l'inizio d'ogni gene penetrandomi nolente l'hai scagliato dalla carne. Carnalmente mi amerai per la mia eternità: è il mio figlio che aspetti, la mia prole che allevi."
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