Chi può dirigere la nostra sorte se alla fine vince il più forte? Chi può pretendere di aver ragione e chiudere la libertà in una prigione? Chi può vantarsi del suo sapere se non distingue un buono dal crudele? Quante volte ancora dovremo sopportare la superbia dell'uomo che vuole comandare, e quante volte ancora dovremo vedere vincere il più ricco a discapito del suo sapere, forse verrà un giorno in cui tutti capiranno che non si governa col cuore da tiranno, e voteranno una uomo pensando al proprio "io", che aiuti la sua gente proprio come ha fatto Dio...
Non ho niente da temere al tramonto della mia vita se nel cassetto del mio forziere ho lasciato una pepita, che sia rimasta per dare un segno a chi ha incrociato il mio cammino per dimostrare che sono stato degno di onorare il mio destino, e non si dica in mia memoria che a cancellarmi venga la sorte, perché c'è scritto nella mia storia che non si muore dopo la morte...
Piove, mi ritrovo a guardare la nebbia spazzata dal vento un albero carico d'acqua appoggia le sue stanche pesanti fronde sull'asfalto bagnato un senso di malinconia pervade il mio cuore e la mia mente Oh, compagna ormai inseparabile delle mie interminabili ore "Vattene, lasciami solo!", Abbandona i miei tristi pensieri, smetti questo lento uccidermi l'anima. Lacrime scendono sul mio viso bagnato quasi a confondersi con le gocce di pioggia se non per il loro amaro sapore e per il loro insinuarsi tra le mie labbra Tutto sembra fermarsi, tutto è immobile, il freddo pare aver congelato ogni cosa, tempo, luogo e movimento l'aria bagnata frigge al mio spirare l'unico moto è il fumo emesso dalla mio lento e rassegnato respiro In lontananza un lugubre urlo di cane esplode nel silenzio totale, unico rumore di un'ovattata surreale atmosfera Lentamente mi guardo intorno come per voler scrutare, trovare la tua figura ora ti ho scorta, ora non più. Forse la mia mente ti immagina, forse sei tu che vuoi nasconderti da me Forse è la tua figura che non vuole lasciare questo addolorato luogo Mi sembra di averti accanto ma poi mi rendo conto che è solo il tuo gatto che si consola strisciante tra le mie gambe Guardo la foto sul tavolo e solo così riesco a tornare alla realtà. Non ci sei non tornerai Ti ho persa per sempre!
Un vecchio mezzo sordo e cieco seduto sulla sua sedia fuori di casa in piazza guarda i bambini che giocano a palla assopito dai suoi ricordi lontani di quando la sua giovinezza era spavalda
Ha Il cuore stanco che batte le ore, il suo fegato abbaia, gl'occhiali sul naso ed il nodoso bastone della vecchiaia
il segno del basco sui capelli ingialliti la patta un po' aperta ed i calzini scuri sbiaditi
oh vecchio! Oh nonno che passi i giorni tra campi di boccie, tavoli, carte, bianchi e spume vinte a partite rubate
vecchia sapienza bruciata dal fumo elargisci consigli per tutti e nessuno, tra odore di piscio, fumo e sudore pretendi rispetto dai bimbi chiassosi che giocano a palla irrispettosi
Una gentile parola, una carezza, un sorriso forse ti basta poco per gioire in viso poco a noi costa se fossimo saggi trovare il tempo di offriti questi omaggi.
Sei il tempo che frena quando conto le ore. Sei il giorno che spunta con un nuovo colore. Sei il silenzio che ascolto sopra ogni rumore. Sei il viaggio che porta al mio posto del cuore.
Accarezzo veloce strade che conosco, strade che mi hanno portato lontano girando... vivendo senza gravità. Oggi ritorno, ritorno a respirare l'aria in cui sono cresciuta, ritorno a camminare sulla terra. Oggi ritorno, più forte, più vera, più mia. Oggi che appartengo al mondo ritorno nell'unico posto del mondo che appartiene a me.
Spegni la luna stasera e guarda il mondo, vedi cose nuove che la luce nasconde? Spegni la luna stasera e guardami sono sempre la mano che ti accompagna, sono la stessa aria dei tuoi respiri, lo stesso gusto dei tuoi sapori. Spegni la luna stasera e guardati, toccati, ascoltati, il buio cancella le forme, le distanze e concede risposte inattese. Spegni la luna stasera e cercami la luce abbaglia gli sguardi l'ombra ti porta da me.