Scritta da: Klara Erzsebet Bujtor
in Poesie (Poesie personali)
Dardi di fuoco
han trafitto le nuvole
È bello da quaggiù
Composta domenica 18 marzo 2018
Dardi di fuoco
han trafitto le nuvole
È bello da quaggiù
Il mio mar azzurro,
dove ondeggiano le nuvole,
laddove scivola via la mia vita
lasciando una scia di stelle,
minuscoli lumi,
è la mia anima a pezzetti,
che volta a volta si spengono
nel corso del tempo,
e l'ultimo pezzetto è stella cadente,
che s'infonde con la terra
e il mio mar cielo si abbuia nel eternità.
In tanto, in tanto,
un piccolo lume si accende
sul mio sepolcro,
che risplende negli occhi
di miei nipoti,
che perdono una lacrimuccia
che sul cielo diventa
una nuova stella.
Il mio sogno è di rinascere ogni volta che cado, io sogno di rinascere ad ogni sole che sorge.
Il mio sogno è che dopo la tempesta
respirerò la limpidezza della quiete.
Io sogno che l'albero spoglio rinasca ogni primavera.
Poi apro gli occhi e vedo che il pesco è già in fiore; esso mi sta spiegando la vita.
Come voler contare le stelle del firmamento per racchiuderle in un barattolo,
come voler trattenere tutti i granelli di sabbia nella mano stretta a pugno,
come il viaggiatore errante che percorre tutte le strade, palmo a palmo, senza mai sentirsi a casa,
come un giocatore che ha dimenticato lui per primo le regole del gioco,
e le cerca invano, in qualche sperduto angolo di mondo...
come quell'angelo che ha dimenticato il profumo del Paradiso,
e per questo non sa più come spiccare il volo,
come l'indovino che crede di vedere tutto
senza conoscere niente della propria anima,
come qualsiasi uomo che voglia possedere ogni cosa sotto questo cielo
senza aver mai conosciuto la bellezza di un cuore innamorato,
così è chi vuole governare la Vita e le sue regole, quadrando il cerchio che sul foglio non riesce.
La vita è lieve abbandono,
un volo verso la corrente cieca
di un vento sconosciuto
che non ha volto, non ha occhi,
ma lassù ha un cuore indecifrabile.
Io legata in un tuo desiderio,
legata a un tuo pensiero un po' perverso,
in un sogno desiderato,
in un sospiro infinito,
in una goccia di sudore sulla tua pelle,
di un sorriso nato da un
mio sorriso di piacere.
Io legata su una sedia,
nell'attesa di un tuo gesto,
di una carezza o di un abbraccio,
di un pizzicotto o di uno scappellotto.
Tu, dentro al mio corpo,
dentro alle mie voglie,
dentro ai miei desideri più nascosti.
Era lei, lei che nei miei pensieri camminava a piedi nudi.
Avvolgeva col suo profumo la mia anima, sfiorava la mia pelle con le sue labbra dal sapor del miele,e piano piano le sue mani sul mio corpo, sembravano velluto.
Era lei, carne e desidero, sulla mia pelle, voglie nascoste e poi esaudite. Abbracci e intrecci in quelle lenzuola che sapevano di casa. Era lei, il mio sogno diventato realtà. Ora sei tu, anima nella mia anima.
La piazza si riempie
la folla che sente
l'odore del sangue
e fuori si ammassa
fa finta di niente
ma dentro lei langue
come l'avvoltoio
che alla carcassa
vile s'appressa
e quando la vede
la morte che è impressa
nelle sue prede
getta la posa
e senza ritegno
scarna le ossa.
Il boia la vede
e alza la scure
sopra la nuca
che strilla amara
dalla ceppaia.
Ma quando il silenzio
sta per calare
sulla platea
il boia si ferma
e resta a guardare
La folla in apnea
nella sua lama
si vede riflesso
e come d'incanto
lesto si accorge
di come lui stesso
stia per morire.
Lo spirito provo
a vomitar fuori
così che in me
più niente ci sia
che possa dolere.
Cade la nebbia
sul campo di grano
la luce che cambia
la terra che muore
per terra e respira
per l'ultima volta
il tepore che sfuma
in spuma di mare.
Le ombre che
sgridano
poi le rivestono
le case e i lampioni
che ora confessano
tutta la luce
che hanno ingoiato
ora riversano.
Solo nel cielo
la luce si salva
e giù dalle stelle
una corda mi lancia
che non afferro
e allora mi sfugge
poi mi trafigge
come una lancia.
E in questi pensieri
mi cullo beato
infilzato nel palo
che tutto mi toglie
ma tutto mi da
con la certezza
che tutto m'è tolto
e fermo starò.
Qui da un po' non volano aeroplani
e neanche tu piccolo sogno mio;
piccolo sì, illuso, alcolico e deriso.
Eppure sei.
Eppure resti,
resti così bello tu,
che ti spettini dentro un volto a metà.
Attore senza copione
tra la pioggia e il sole,
sempre e più di sempre;
dovunque vai,
dovunque va,
dovunque sei.
Dove le barche graffiano ogni mare
e le poesie fanno cantare,
ci sei ancora tu piccolo sogno mio,
che anche le nuvole sono in cielo senza ali.
Tu, dentro una grande storia d'amore
che vivi e poi racconterai;
scrivimi i titoli di coda
senza perdermi mai.
#Permiafortunaamandomisonorovinatolavita