Poesie personali


Scritta da: silvano
in Poesie (Poesie personali)

Le genti d'Abruzzo

In quella valle
Ancora una volta
La negazione della vita
Si fa realtà,

il grido,
si alza nel silenzio
spettrale e blasfemo
dove tutti sono assenti

ancora... ancora... ancora
una ferita,
nel cuore... ancora sanguinante,
dove niente esiste
e niente appartiene ai terreni,

dove nulla viene dato,
natura e istituzioni
viaggiano...
e vanno dove tutti non esistono

e li...
in quella valle...
dove individui
si frastornano la vita
nel mestiere di vivere.
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    Scritta da: Almus
    in Poesie (Poesie personali)

    Vaneggiare stanco

    Il ragno non mangia le prede
    il cane stanco, si siede
    si passa senza perdono
    sull'acqua santa il piede.

    Come trabiccolo di giorno
    un monumento senza ricordo
    si staglia sempre uguale
    dentro la spera del viale...

    Vedi il cielo sempre lo stesso
    accoglie l'umanità di gesso
    vedi dentro le fogne le stanze
    è la ricchezza delle parvenze!

    Ma in mezzo a quest'acre rumore
    che sembra composto di vento
    non pensi che intanto si muore
    e ce ne sfugge il senso?
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      Scritta da: silvano
      in Poesie (Poesie personali)

      L'immigrato

      Vieni amico mio
      Tieni la mia mano
      Uomo senza nazione
      Tempo
      Religione
      Partito
      Fai che il mio cuore
      è la tua casa...
      Insieme sconfiggeremo
      Il razzista
      Il violento
      Il guerrafondaio
      Amico mio senza nazione
      Tempo
      Religione
      Partito
      Vieni verso un fratello
      Che la sua esistenza
      e il viaggio
      Attraverso
      Nazioni
      Regioni
      Città
      Con valigie e cuore pieno
      Di sogni e speranze
      Verso il mestiere di vivere
      Questo è il mio cuore.
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        Scritta da: Giovanni Canu
        in Poesie (Poesie personali)

        Scacco Matto

        Come una lama di ghiaccio
        Il tuo passaggio non lascia traccia
        Ferisce, affonda, ma mai si fa notare da chi mi circonda.
        Seguo i pensieri e con le mani li caccio
        Lontani dagli occhi, lontani dalla faccia.
        Seguo le stelle
        ed infine mi compiaccio:
        Almeno loro sono ancor belle.
        Come una macabra maschera, incapace di sorridere,
        Così i miei occhi rimangono immobili
        Tentando invano di imparare a piangere,
        Ricavandone solo un altro muro da abbattere.
        Come un vecchio libro divorato
        Che rimane dolce in bocca e amaro nelle viscere
        Così il mio senno è scappato
        Lasciandomi solo un dolce profumo nel camino
        Ed un amaro sapore sul morbido cuscino.
        Ecco, è proprio questo che più temo:
        destarmi dalla veglia ed infin capire
        che non è stato veramente il senno a fuggire
        ma, ahimè, la tenera follia a perire...
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          Scritta da: Almus
          in Poesie (Poesie personali)

          Che speri... poeta!

          Stanco riflettere immoto
          verde vernice sui colli
          osservo, da una finestra scura,

          chiare spirali di rondine
          nascondono il pianto del cielo.

          Che speri
          dai vortici rosa
          che squarciano il sereno?

          M'offende il luccichio
          di questa spinosa brossura
          senza la quale
          è vano
          il nostro temperare!

          M'offende il sapore amaro
          della dimenticanza compressa
          dentro stazioni virtuali.

          Che sia morta
          sotto lo strale digitale
          la cara divinità di Montale!?

          Che passi allora
          di questo infinito tramonto
          il rosso soltanto,
          di tegole...
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            Scritta da: Francesco Mauro
            in Poesie (Poesie personali)

            Viaggio Terreno

            Seduto sulla scisma del tempo
            Tra etere e sangue
            Sorvoli questo mare grigio

            Quasi una pioggia senza fine
            Sulla terra illuminata dal tuo feto

            Questo affresco cobalto rassicura
            Delle gocce di vita cadono
            Sul freddo suolo della vena umana
            Come lanterne riflesse dal cielo

            Occhi galleggiano
            Nell'ombra di questo abisso

            Tuffarsi nel brodo
            Nella roccia e nel legno
            Per poi emergere nel blu tinto d'inverno

            Questo affresco cobalto rassicura
            Delle foglie d'autunno cadono
            Sul freddo suolo di un campo
            In queste pozze riflettiamo
            La vita nel cielo.
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