Poesie personali


Scritta da: Calogero
in Poesie (Poesie personali)

Arriva

Arriva la primavera
annunziata
da pettegoli pigolii di rondini
stanche di affannosi voli
ora a contendersi
i preparati nidi ed usati
nella vecchia stagione.

Un turbinio di ali
spinge lontano
nebbie e nuvole
di lunghi mesi d'inverno.

Rinverdiscono di speranze
i terreni arati
culle di semi in attesa di sol. I.
Composta sabato 19 dicembre 2009
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Calogero
    in Poesie (Poesie personali)

    Profumo d'oleandro

    Con ansia
    assaporiamo
    scampoli di eternità
    che di più
    il tempo non concede
    su questo letto
    che sa di profumo
    dolce-amaro di oleandro.

    Tu rinnovi litanie
    e canti
    al tempo che sordo
    bussa alla finestra...

    -Ci saranno ancora
    speranze da spendere
    sull'altare
    degli assegnati destini-
    ci chiediamo
    ed incuranti di risposte
    che tardano a venire
    corriamo
    incontro al domani
    come naufrago
    impavido e corrivo
    che intravede
    agli ultimi orizzonti
    oasi di calma e di ìalmizi.
    Vota la poesia: Commenta
      in Poesie (Poesie personali)

      Il Vento del mondo

      Lento sospira oggi il vento di questo Sud:
      Parole sussurrate brillano soavi dinanzi alla fede.
      Noi siamo qui, la brezza estiva ci porta lontano...
      nell'eco delle immagini di un primo sorriso
      custodito per sempre nel connubio di queste mani piene di luce.

      Lontano dal mondo, lontano da ogni emisfero, tornare alla vita.
      Lontano da tutto e lontano da mille oceani il vento ci trascina ovunque...

      Oggi cadono dal sole piogge di stelle e incoronano il nostro amore
      ma tutto può essere eterno perché io con te ricordo notti di raggi splendenti
      che nel buio disegnavano il tuo viso suadente,
      un uomo sempre presente.
      Guardo avanti e il vento torna a soffiare,
      mi trasporta sul tuo cuore avvolta nel mio velo, mi trasporta lontano dolcemente...

      Lontano dal mondo, lontano da ogni pianeta, arrivare alla fonte.
      Lontano da tutto e lontano da ogni cielo il vento ci trascina ovunque...

      Assieme a te io sono il vento del mondo e posso andare in ogni dove poiché so di essere tua sposa.
      La mia anima felice è la gioia di tutto il mondo, di tutta l'esistenza.
      Le ore si fermano ma il tempo è nostro;
      So che la mia lacrima d'amore è diventata un fiore sul tuo petto,
      la sua radice è il tuo respiro in cui i passi miei avranno per sempre compagnia.

      Lontano dal mondo, lontano da mille voci, intrecciare i pensieri.
      Lontano da tutto e lontano da questa terra il vento mi lascia qui con te...
      Composta martedì 3 novembre 2009
      Vota la poesia: Commenta
        in Poesie (Poesie personali)

        Nelle favole che nessuno sa

        Come quelle favole che nessuno sa,
        prova ad immaginare un aquilone nel cielo.

        I colori dell'arcobaleno su questo viso,
        il tuo respiro soffia tutta la forza del mondo sulle mie ciglia.
        Anche se difficile è sognare, ti tengo sul mio cuscino.
        Racconto questa storia di felicità e di speranza,
        la sussurro al cielo in una notte di sole.

        Come nelle favole che nessuno sa,
        prova a cercare un bosco silente.

        La stradina già illuminata dove so che sei passata tu,
        marcare le tue stesse orme e trovarti alla fine del sentiero
        nella corteccia del mio cuore.
        Anche se misterioso è vivere, ti sento sulla pelle come parte di me.
        Racconto di questa donna che disegna le stelle nei miei capelli,
        lo racconto dal libro delle favole d'infanzia.

        Come in alcune favole che nessuno sa,
        prova a vedere quello che nessuno ha.
        Composta venerdì 13 novembre 2009
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Barbara Brussa
          in Poesie (Poesie personali)

          No(t)te di Colore

          Vorrei acciuffare questa notte nera
          e dipingerla con i nostri colori

          Delicate tinte pastello
          e pennellate di rosso acceso
          che, maestosamente, sfileranno
          fra le unghie del tempo
          senza graffiarsi, senza sbiadirsi

          Colori tenui, ma tenaci
          sui quali nulla il tempo potrà

          Chiudo il libro del passato
          capitoli sgualciti dagli errori fatti

          Insieme saltiamo dalla vetta del sogno
          planando leggeri su pagine immacolate
          ancora da scrivere, ancora da vivere

          Sì! Acciuffo questa notte nera
          e la dipingo di Noi.
          Composta martedì 15 dicembre 2009
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Calogero
            in Poesie (Poesie personali)

            A mia madre

            Lo so madre
            ora lo so
            che occorrono le ali
            per volare.

            L'ho scoperto
            seguendo le nuvole
            lungo il cammino del tramonto
            in un giorno d'estate
            fino al dirupo "La Guardia"
            laddove le rondini
            giunte sull'orlo del baratro
            planano con volute eleganti
            verso valle
            quasi irridendo
            ai salti a me proibiti.

            Forse sorridi
            là dove ora tu sei
            e forse ti vergogni un poco
            di questo tuo figlio
            che parlava con la luna
            e con le stelle
            e che voleva le ali per volare
            come le aquile come i gabbiani.

            Tu non lo sai ma a volte
            dalla finestra aperta nella notte
            sussurravo
            (o era già nel sogno?)
            -... se mi hai voluto e fatto
            come dici
            in un giorno d'autunno
            che sapeva d'inverno,
            che ti costava metterci le ali? -

            ... solo il silenzio
            rispondeva.
            Composta sabato 19 dicembre 2009
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: FEDERICO COSTANTINI
              in Poesie (Poesie personali)

              Canto del cielo

              Per le vie oscure di boschi bruni,
              per mari spumosi e profondi
              di tanto peregrinar vado.
              A causa dell'amor veggo innanzi a me cader il tedio
              e la angustia umana dissolversi.
              La natura mi abbraccia come rami di vischio
              e bacche aulenti in questa vita lieve.

              Tu mi osservi come estraniata ed io ti confido
              il mio abbandono a Dio.
              Disperso nel destino della vita, amaro come acerbi frutti di marzo
              ora sono, di vinta virtù audace e tu di pallido amor
              insieme andiamo pellegrini nella vita fuggiasca.

              Uniti da un vincolo d'oro, che sfuma nel blu
              dei monti perpetui, nel cielo dipinto da angeli, giunti erriamo
              per le vie del dolore, nei terreni ricordi.
              Smarriti nella moltitudine umana
              di tutti i tempi, giace
              un bimbo avvolto in fasce.

              La luce bianca di spazi immensi
              ci conduce al creato
              a vedere quel che dire non si può.
              Migliaia di persone, millesimi attimi
              di ogni vita, raccolti in una cesta.
              Ed io, stravolto nei sensi, in una spirale di vento
              vado a cercar riposo, fatto un dì di argilla,
              nella vita vetusta e breve.
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: FEDERICO COSTANTINI
                in Poesie (Poesie personali)

                Dolce settembre

                Nelle corte giornate di settembre
                a cercar riposo per le vie si va,
                nel paese mele ed uva al sapor
                che da sotto le campagne sale,
                i frutti maturi anticipano il sottile
                autunno, il vento da nord scuote
                delle abitazioni le persiane ed i
                robusti campanili.

                I camini accesi ai paesani dan conforto,
                mentre il vino si raccoglie ai piè dell'orto,
                un tempo a man, ora moderno è tutto.
                Non cessa la tradizionale messe, che contadini
                ancora con forconi per l'erba usano
                al nutrir dei buoi, le donne a casa portan
                i frutti dell'orto.

                Le rondini lasciano le case, al riveder esse
                dan saluto, il freddo giunge, con piogge irriga
                i campi, ed il cielo incerto, nubi minacciose
                di qua e là l'arcobaleno dai sette colori schiude.
                Un romantico pittore forse mi vede correre
                in bicicletta da Novilara fino al mare,
                al tepore salmastro delle onde spumose,
                mirando quieto sto, su di una barca rossa
                in riva ad attendere la sera, penso gli altri
                altre cose fare nelle case, pioggerella
                invisibile cade.
                Vota la poesia: Commenta
                  Scritta da: FEDERICO COSTANTINI
                  in Poesie (Poesie personali)

                  La multiforme speranza

                  Io sto tra quattro mura di un antico palazzo,
                  circondato da arte e civiltà. In primavera
                  volteggiano stormi di uccelli e piccioni,
                  che sui tetti si posano e vanno.

                  Parto anch'io, lascio la terra,
                  quando capisco che la vita è un volo.
                  Perdo la materialità, vinco la storia
                  con la mia radiosa personalità.

                  Il volo torna a terra, nel cielo un limpido
                  arcobaleno, l'emozione di aver volato
                  mi rende nudo, vestito di colori inconsci.
                  Oro e rosso sono le bandiere del sole,
                  bianco e blu della candida notte lunare.

                  Gente corre a raggiungere luoghi d'incontro,
                  uomini e donne di oggi, deplorevoli, scaltri.
                  Essi non comprendono la metà nascosta
                  in ogni animo, che, dimenticato, esplode
                  come un vulcano o un mare in tempesta.

                  La natura acerba e di umano inganno si acquieta
                  all'uomo padrone, mentre fiori e piante splendono.
                  Docili lumi filtrano al mattino dalle finestre.
                  In piazze vuote e allegre fonti d'acqua ristorano
                  i passanti, di là del paesaggio una valle tortuosa
                  di monti, serpeggianti racchiudono il silenzio
                  della civiltà decadente.

                  L'umanità logorata ed alienata dal tempo, derubata
                  dal proprio agire, nell'intimo è percossa e
                  dissoluta giace.
                  La paura del mondo appartiene già all'infanzia,
                  i piccoli sognano con braccia tese al cielo,
                  fiocchi di neve si posano sulle loro membra,
                  sul loro animo espanso, ed il brivido speranzoso
                  della notte.

                  La speranza mai decade,
                  la volontà di rivivere ci rende consapevoli
                  di rinascere, dopo che le illusioni della vita
                  si sono arrese alla Verità.
                  Vota la poesia: Commenta
                    Scritta da: Pier Luigi Lando
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Denaro idolo esoterico

                    A torto molti vedono
                    la futura sicurezza,
                    della vita la bellezza
                    nel denaro accumulato.
                    Ed è fiato già sprecato
                    Se di altro a loro tu parli
                    col denaro devi cibarli
                    Nel denaro solo prendono.
                    Io non metto in discussione
                    che il denaro è la ragione
                    di tante nostre dure azioni
                    e che adesso è pur una fonte
                    di tanti nostri piaceri;
                    ma qui voglio precisare
                    ch'è ormai una corsa pazza
                    adesso solo accumulare:
                    l'è una vita che ci ammazza!
                    Composta nel 1962
                    Vota la poesia: Commenta