La notte
La notte custodisce i
sogni degli innamorati,
abbraccia le speranze
della solitudine,
e ti accompagna nel
più bello dei mondi,
La notte!
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La notte custodisce i
sogni degli innamorati,
abbraccia le speranze
della solitudine,
e ti accompagna nel
più bello dei mondi,
La notte!
C'è un solo posto
in questo mondo
dove mi sento sicura,
l'unico posto
dove si respira aria
pura,
un posto
conosciuto a tanti,
e spesso tanti pochi,
quel posto,
quel meraviglioso
posto che dona tanta serenità...
si chiama Amore!
Non
m'appartiene il
presente
Che osa il mio sguardo
solcare, privo di sogni, d'un cielo
e del mare
Privo di quella strada, che mi mostrava
il cammino, nei passi ancora da fare
E le orme lasciate dai miei leggeri
calzari
Confuso tra regredite sembianze, che
hanno smarrito se stesse, che
più non si sanno trovare
Se poi m'è oscuro il futuro
che non si lascia
osservare
Solo il passato, mi resta
ove i miei occhi
tuffare.
Nuvole che sovrastano l'anima
ricordi che tentano fanno male
ormai troppo vento soffia
e tu con il cuore d'aquila
sei predatore dei tuoi sogni
voli in alto tra le cime
alte e fredde
che hai tentato scalare.
È sempre in
un pensiero felice
Che scorgi e riabbracci
con gioia
Coloro che t'hanno dato
la vita
Che t'hanno insegnato a parlare
Che t'hanno indicato
la strada
Che t'hanno colmato
d'amore
Che sono rimasti
nel cuore.
Quel sedile all'ombra degli aranci
nel viale del giardino
dove giocavamo da bambini
impastando la terra
con la fantasia
vedevamo le streghe
i principi e i cetrangoli
di fiabe senza tempo
mentre mia madre
ci guardava dal terrazzo
tra una faccenda di casa
e un'allegra cantata
a piena voce
lasciandomi gli spazi
d'un navigar sicuro
oltre il cancello
di ferro sempre aperto
che dal cortile
andava verso i campi .
Un rettangolo di grigio basalto
col bordo lavorato a toro
gli angoli arrotondati
poggiato sopra due colonne
di pietra tufo
lavorata a vista .
Da un lato della pietra
erano incise le iniziali
dello scalpellino : S.D.
un giovane fratello di mio nonno
assai portato all'arte
scolpiva nella pietra dura
del Vesuvio
le forme immaginate
da un giovane talento
per vincere l'oblìo del tempo
prima che una morte prematura
ponesse fine al sogno .
Da quel sedile
ho preso il mare aperto
oltre il cancello del cortile
lascio ora che le dita scorrano
lievi su questa tavoletta
di un prezioso vetro grigio
dal bordo lavorato a toro
un rettangolo ad angoli arrotondati
leggera come le idee
che vincono
l'oblìo del tempo .
Non fummo certo grati
a lei
che ci aveva fatti incontrare.
Non appena fu vuota
ne ordinammo una nuova
con un contenuto diverso,
quello che sarebbe servito
a farci conoscere meglio.
E ti alzi una mattina,
e sei molto diverso.
Lavandoti la faccia
ti lavi la camicia,
pelle sulla pelle,
pelle sulla stoffa
stoffa sulla pelle.
Ti guardi nello specchio,
giusto per abitudine
o forse è un caso del mattino.
Immagini che passano,
è facile la scelta
della faccia di giornata.
Una a caso
ma triste e inespressiva.
I mille me stesso
tristi o disperati,
ma vivi mai.
Indossi la divisa
quella di tutti i giorni,
ma sotto la tua pelle.
Meglio che non si veda,
non si sa mai.
Potrebbero aver cambiato la forma di governo
oppure chi è al potere potrebbe aver cambiato colore di casacca.
Meglio non rischiare
voglio ammazzarmi da solo
non farmi ammazzare.
Un
mistero
d'utopica essenza
Improvviso mi coglie e
m'avvolge
Mentre la gioia, insegue il dolore
Come un'ombra furtiva che mi
cammina il pensiero
Fino alle porte sbarrate
del cuore
Cala, come un sipario di
porpora rosa
Sui petali bianchi
d'un fiore.
Non siamo stati noi
a dire di si o di no.
Nessuno ha parlato,
nessuno ha urlato.
Ce lo abbiamo scritto in fronte
da dove veniamo
come siamo
e cosa ci meritiamo.