Scritta da: Oriella Beretta
in Poesie (Poesie generazionali)
Vienimi a prendere
Vienimi a prendere
perché io non conosco
la strada per arrivare da te.
Le ho sbagliate tutte...
vienimi a prendere, felicità.
Composta lunedì 15 ottobre 2018
Vienimi a prendere
perché io non conosco
la strada per arrivare da te.
Le ho sbagliate tutte...
vienimi a prendere, felicità.
Non credo di esserne mai stata capace,
ho capito che è nell'oblio che devo stare
ho sperato così tanto nella luce
Ho finito per tramutare il buio
mi è parso come un fascio di luce
ubriaca di felicità mi sono persa
L'effetto è finito
e l'illusione di poter essere in alto
si è schiantata al suolo
Avessi avuto la forza di guardare
forse sarei un po' più vicina
ma è solo un'altra, stupida, illusione.
Bu! Bu! e sei già a testa
in giù. Gli spaventi assai
cruenti sono tali che
avviliscon tutti i mali. Così,
se di cuore non sei forte
di perir rischi la sorte. Se
poi diventa strategia
(terrore) è una gran
malinconia che attenta
alla vita e pur la mia. Non
mollate tuttavia e tenete
in serbo ben più grande
cortesia. Dentro una
gabbia vedrete confinare
un bel po' di quella rabbia
sfoderando un
corroborante e benevolo
sorriso, volpino
(appropriato, propositivo)
che spalanchi le porte al
mondo del divino così che
la luce pura dell'alleanza
cali sull'uomo perduto, in
abbondanza da coglierne
in pieno la fragranza e
farne costumanza. Si
scoprirà la fratellanza e
come questa sia una
prassi d'ordinanza (regola)
per un uomo che vuol
essere sostanza.
Stanca di inutili attese,
di rimandi di speranze.
Non aspetto più.
Ti lascio i forse ed i dopo.
Ti lasci le giornate
appese ad un chissà.
Ti lascio i nostri domani.
Io corro a riprendere
i miei oggi...
Leggeva per non perdersi
scriveva per rinascere.
Aveva un'anima lei
e quando riusciva a ritrovarla
preferiva scrivere
sulla sabbia ciò che il mare
avrebbe, da lì a poco, cancellato per sempre.
Nulla è eterno...
tutto cambia.
Le onde lo sanno bene
ma non mollano...
continuano imperterrite la loro danza burrascosa
senza mai illudersi
che il vento cambi direzione.
Aveva dato tutto di sé.
Non le rimaneva altro che un fiore appassito...
simbolo di un'anima stanca nel soffrire ancora...
figlio di una terra generosa
maltrattata ancora una volta,
ma capace di donare la sua eterna bellezza
a chi avrebbe fatto del suo ventre
un dolce rifugio d'amore.
Lascia che io sia quella parola non detta...
quella carezza mai data.
Lascia che io sia quel coraggio che serve
in questa vita così spietata
che va dritta per la sua strada
senza sosta né fermata.
Lascia che io sia
quell'anello mancante...
quella serenità tanto sospirata
da quando quel giorno lontano
stringesti per sempre la mia mano.
Lascia che io rimanga nell'anima tua
per sempre...
Conterò i miei passi un giorno...
giuro che lo farò!
Spero di non perderne il conto...
tanti ne ho fatti
per andare incontro a questa vita
che mi ha regalato un'ardua salita.
Mi servirà solo per capire
dopo quanto tempo
è avvenuta la mia resa...
io che nella mia vita
ho sempre combattuto...
io che, senza di te,
mi sarei solo persa
tra i meandri di un cuore
perennemente in tempesta.
All'improvviso sparirò
dietro ad un angolo del mio cuore
per sbirciare quella luce
che ha ormai perso il suo splendore.
Aprirò le mie ali al vento
lasciandomi trasportare da quel dubbio
che da tempo è diventato il mio tormento.
Salirò sempre più in alto
laddove tutto è più blu
lasciando quel dolore
a te che non mi ascolti più.
Mi cercherai sicuramente
griderai il mio nome...
ma io ti tornerò in mente
quando ormai nel mio cuore
non è rimasto neanche
un briciolo di ciò che tu chiamavi amore.
Aveva coperto il proprio dolore con un velo fatto di rabbia.
Provò a toglierlo...
voleva volare alto gridando al cielo
un aiuto che tardava ad arrivare.
Decise di non alzare più lo sguardo...
guardò se stessa e quelle ali...
le alleggerì come solo lei sapeva fare:
donare il suo dolore a chi poteva fare di esso il suo più grande amore.