Poesie generazionali


Scritta da: Marilena Aiello
in Poesie (Poesie generazionali)

Mattino

Dita di sole si allungano nel verde,
svegliano ogni foglia e il buio si perde.
Torna il giorno che svela i colori,
soffia luce nell'anima e si accendono i cuori.
Brusii e cinguettii rivelano nidi e tane,
saltano scoiattoli tra i rami, gracchiano le rane.
Bambini felici si inseguono nei prati,
nei loro giochi sono pirati e gli alberi son castelli fatati.
Composta mercoledì 7 agosto 2013
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    Scritta da: scrivo
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Mi manca

    Manchi si cazzo manchi,
    Finalmente te lo scrivo.
    Mi manca la tua buffa voce,
    Le tue sfumature le tue litigate coi tuoi
    le fusa del tuo gatto che non sono mai riuscita a

    sentire tramite quel maledetto cellulare che ci

    divideva,
    Mi manca maledire i kilometri,
    mi mancano i sogni
    i tuoi conforti le tue sagge parole.
    Mi mancano i tuoi messaggi improvvisi,
    Il tuo nasconderti dietro a dei allontanamenti

    incomprensibili.
    Mi manca tutto.
    Mi mancano le lucciole, mi manca il tuo nome in

    rubrica,
    mi mancano le nostre chiacchierate i nostri litigi le

    canzoni che non conoscevo,
    mi manca ogni maledetta cosa di te.
    Mi mancano le tue mani che ho sempre desiderato

    toccare, mi manca il non dormire il pomeriggio per

    sentirti.
    Mi manca la libertà di chiamarti,
    mi manco io si io com'ero con te,
    Credevo nei miei sogni mi sentivo finalmente

    perfetta, e se non seguivo i consigli degli altri mi

    sentivo maledettamente ribelle.
    Mi manca ogni cosa di quello che eravamo, ogni

    dettaglio ogni sera la luna era diversa e si vestiva

    di bellezza e noi che la contemplavamo al telefono.
    Mi manca l'ansia la paura nel ritrovarti diverso nei

    messaggi, mi manca ascoltare la musica e sentirti

    perfetto nelle parole di quei poeti.
    Mi manchi.
    Composta lunedì 5 agosto 2013
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      Scritta da: petersilver
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Le mie tre donne

      Le ho amate da sempre e sempre le amerò
      La prima l'ho amata appena l'ho incontrata
      introversa, laboriosa, sincera, premurosa.
      La seconda è una puledrina di razza
      orgogliosa, bella, intelligente.
      La terza è la forza della volontà
      è la più delicata, la più sensibile, la più timorosa.
      Queste sono le tre donne della mia vita
      tre fiori rari, tre fiori da ammirare ed odorare.
      L'unico mio rimpianto è di non poter stare di più con loro
      poiché sento la vita sfuggirmi e non ci posso fare nulla.
      Composta lunedì 30 novembre 1987
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        in Poesie (Poesie generazionali)

        Sulla scena del...

        Sono tutti lì
        sul luogo dell'accaduto.
        Uomini in divisa
        tengono un po' a distanza la folla dei curiosi.
        I cellulari in aria
        sono al servizio dei cretini.
        Girano intorno al corpo
        con fare professionale
        i poliziotti e il magistrato,
        i vigili del fuoco.
        Aspetta il furgone nero
        solo un po' più distante.
        È quello dei senza fretta,
        quello dei morti male.
        Quelli che vanno tutti sul tavolo di marmo
        stesi ben fermi
        per l'ultimo controllo,
        giusto per confermare:
        -il morto è morto,
        è morto per davvero-.
        Lo stato è lì presente
        e potrà senza dubbio dire:
        -c'ero,
        c'era un mio funzionario. -
        Ma tutti sanno che
        è lì solo a certificare.
        È certo che non c'era
        al momento di impedire
        che maturasse il gesto
        la voglia di morire.
        Come se gli fregasse qualche cosa
        a chi è partito così male
        ed a chi resta
        di come è morto ed a che ora,
        di chi sta lì a certificare.
        Quello che a tutti importa
        è quel "perché",
        per maledire non qualcuno a caso
        ma chi c'è da maledire.
        E come sempre accade
        in questo strano mondo
        tutto viene archiviato
        con un referto ed un verbale,
        lavoro da sbrogliare.
        Finisce in burocrazia
        l'ennesimo suicidio
        magari liquidato
        come gesto insano,
        un gesto sciagurato.
        Ma noi sappiamo
        che il gesto è provocato.
        Composta venerdì 2 agosto 2013
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          in Poesie (Poesie generazionali)

          Eppure

          Eppure potrei ridurre il mio spazio per farti posto accanto a me
          Eppure diverrei la tua ombra per seguirti ovunque
          Eppure farei miei i tuoi bisogni e le tue paure
          Eppure ti donerei la mia speranza se ne perdessi le orme
          Eppure ti darei la mia aria se ti mancasse in gola
          Eppure disegnerei la strada dei sogni sulla sabbia
          Per scorgere all'alba ogni tuo sorriso
          Eppure rinuncerei alla mia libertà se decidessi di legarmi a te
          Eppure mi dipingerei con i colori del tramonto per accogliere il tuo riposo
          Eppure aspetterei il tuo ritorno con la voglia di riabbracciarti
          Eppure comprerei il silenzio per lasciarti riposare
          Eppure mi inventerei ogni sera una nuova storia d'amore per
          incantarti e sorprenderti ancora
          Eppure potrei darti il meglio della mia vita se solo e semplicemente mi dicessi di si!
          Composta mercoledì 31 luglio 2013
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            in Poesie (Poesie generazionali)

            Sono confuso

            È come
            se viaggiassi sempre col vaso in mano,
            in attesa dell'ultima goccia
            -quella che lo faccia traboccare -
            È come
            se scegliessi sempre le strade più lunghe
            per poter dire che mi manca il tempo.
            Tutto mi serve ad illudermi di poter scegliere.
            Ma niente è come vorrei.
            Non arriva mai quell'ultima goccia,
            le strade più lunghe non mi portano a niente.
            Giro su me stesso
            per guardarmi intorno,
            ma non vedo nulla.
            Forse
            perché tengo sempre la testa bassa,
            guardo la brocca che ho in mano
            e la goccia
            l'ultima goccia
            mi cade sulla testa.
            Composta mercoledì 31 luglio 2013
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              Scritta da: Marilena Aiello
              in Poesie (Poesie generazionali)
              Esprimi un desiderio
              un desiderio che sia buono
              un desiderio che sia giusto
              esprimi un desiderio e soffia forte
              soffia al vento i semi della speranza
              che giungano lontano lontano
              che rallegrino uno sguardo
              che riaccendano un sorriso
              esprimi un desiderio e credi
              credi nel sogno, nel cuore e nel cielo
              credi che un giorno sarà sole e sarà amore
              credi nella vita, credi in te, credi in me.
              Composta domenica 16 giugno 2013
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                Scritta da: Marco Giannetti
                in Poesie (Poesie generazionali)

                lacrime

                Gli occhi come serbatoio
                le gote fan da corridoio
                la malinconia per inghiottitoio il tempo ne è l'asciugatoio.
                Le lacrime sono copiose adescatrici di altre, trasparenti decalcomanie del proprio dolore.
                Hanno l'eccentricità di un mappamondo, l'evanescente sbigottimento che (s)colpisce una città devastata.
                La bocca si squarciava a dilavare i suoi limiti; e i denti come pilastri di marmo ad irretire quel gorgogliante singulto.
                E in melma vischiosa slittavano, ma dove poi?
                ridendo le ridicole.
                Può fare a meno dei binari un treno che attraversa la felicità?
                Composta sabato 27 luglio 2013
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                  Scritta da: Marco Giannetti
                  in Poesie (Poesie generazionali)

                  la fine dell'estate

                  Il sole si abbassa smanioso
                  sul mare striato di rosso
                  e in un attimo sparisce
                  conte inghiottito dall'acqua.
                  Quasi fosse scoccata la sua ora
                  dietro l'orizzonte labile tra confuse tonalità di colori.
                  L'aria frizzante e umida di salsedine si spande frammista al profumo pungente di zenzero.
                  Mi rammenta l'odore del pane appena cotto alle prime luci del mattino.
                  Così non avverto la fine dell'estate con le sue inerzie ed il niltore che ne fanno sbiadire la sembianza e più graduale è il passaggio.
                  Io invece volo leggera con simmetria e grazia sul vuoto affiorante in superficie, e ne bevo l'allegrezza che totale mi pervade.
                  Composta sabato 27 luglio 2013
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