Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Ideale

Poi che un sereno vapor d'ambrosia
da la tua coppa diffuso avvolsemi,
o Ebe con passo di dea
trasvolata sorridendo via;
non più del tempo l'ombra o de l'algide
cure su 'l capo mi sento; sentomi,
o Ebe, l'ellenica vita
tranquilla ne le vene fluire.
E i ruinati giù pe 'l declivio
de l'età mesta giorni risursero,
o Ebe, nel tuo dolce lume
agognanti di rinnovellare;
e i novelli anni da la caligine
volenterosi la fronte adergono,
o Ebe, al tuo raggio che sale
tremolando e roseo li saluta.
A gli uni e gli altri tu ridi, nitida
stella, da l'alto. Tale ne i gotici
delùbri, tra candide e nere
cuspidi rapide salïenti
con doppia al cielo fila marmorea,
sta su l'estremo pinnacol placida
la dolce fanciulla di Jesse
tutta avvolta di faville d'oro.
Le ville e il verde piano d'argentei
fiumi rigato contempla aerea,
le messi ondeggianti nè campi,
le raggianti sopra l'alpe nevi:
a lei d'intorno le nubi volano;
fuor de le nubi ride ella fulgida
a l'albe di maggio fiorenti,
a gli occasi di novembre mesti.



Di Giosuè Carducci:.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Rubai

    È l'alba. S'illumina il mondo
    come l'acqua che lascia cadere sul fondo
    le sue impurità. E sei tu, all'improvviso
    tu, mio amore, nel chiarore infinito
    di fronte a me.

    Giorno d'inverno, senza macchia, trasparente
    come vetro. Addentare la polpa candida e sana
    d'un frutto. Amarti, mia rosa, somiglia
    all'aspirare l'aria in un bosco di pini.

    Chi sa, forse non ci ameremmo tanto
    se le nostre anime non si vedessero da lontano
    non saremmo così vicini, chi sa,
    se la sorte non ci avesse divisi.

    È così, mio usignolo, tra te e me
    c'è solo una differenza di grado:
    tu hai le ali e non puoi volare
    io ho le mani e non posso pensare.

    Finito, dirà un giorno madre Natura
    finito di ridere e di piangere
    e sarà ancora la vita immensa
    che non vede non parla non pensa.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Come hanno fatto a me

      Ti racconteranno la storia
      e col passare del tempo
      ti benderanno gli occhi,
      come hanno fatto a me.

      Ti mostreranno l'ascia
      e passato un po' di tempo
      ti nasconderanno l'albero,
      come hanno fatto a me.

      Non ti serve a nulla sapere la verità
      e avere ragione,
      se quando gridi sai che
      non ti ascoltano più.

      Ti chiederanno di giurare
      ti chiederanno di marciare
      ti chiederanno le stesse cose
      come hanno fatto a me.

      Diranno che è tutto tuo
      e se tenti di cambiarlo
      ti pesteranno più forte
      come hanno fatto a me.

      Non ti serve a nulla sapere la verità
      e avere ragione,
      se quando gridi sai che
      non ti ascoltano più.

      Ti racconteranno la storia
      e col passare del tempo
      ti benderanno gli occhi,
      come hanno fatto a me.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Non è un cuore

        Non è un cuore, perdio, è un sandalo di pelle di bufalo
        che cammina, incessantemente, cammina
        senza lacerarsi
        va avanti
        su sentieri pietrosi.

        Una barca passa davanti a Varna
        "Ohilà, figli d'argento del Mar Nero! "
        una barca scivola verso il Bosforo
        Nazim dolcemente carezza la barca
        e si brucia le mani.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Ella giaceva come se per gioco

          Ella giaceva come se per gioco
          la sua vita se ne fosse andata
          in un balzo, decisa a ritornare,
          però non così presto.

          Le sue braccia felici abbandonate,
          come se nella pausa del trastullo avessero scordato
          per un attimo di riprendere il gioco.

          I suoi mobili occhi semiaperti,
          come se in essi la loro padrona
          ancora scintillasse, solamente
          per burlarsi di voi.

          Il suo mattino lì, dietro la porta,
          a escogitare un modo - son sicura -
          per forzare il suo sonno
          così lieve e profondo.
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