Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

A una semplice prostituta

Non scomporti - sii a tuo agio con me - sono Walt Whitman, liberale e forte come la Natura,
e finché il sole non ti eviterà, non sarò io ad evitarti,
finché le acque non si rifiuteranno di brillare per te, né le foglie di frusciare per te,
le mie parole non si rifiuteranno di brillare e stormire per te.

Piccola mia, fisso con te un appuntamento, e ti chiedo di prepararti per essere degna
di questo incontro,
ti chiedo anche di essere paziente e pura finché io giunga.

Per ora ti saluto con uno sguardo eloquente affinché tu non possa dimenticarmi.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Poeti estinti, filosofi, preti

    Poeti estinti, filosofi, preti,
    martiri, artisti, inventori, governi d'un tempo,
    forgiatori di lingue su altre rive,
    nazioni un tempo potenti e ora indebolite, contratte o desolate,
    io non oso procedere finché non v'abbia rispettosamente dato credito
    di quanto avete lasciato sparso quaggiù,
    io l'ho esaminato, riconosco che è ammirevole, (essendovi passato in mezzo, )
    penso che mai nulla potrà essere più grande, nulla potrà mai meritare più di quanto
    esso meriti,
    mentre lo contemplo con attenzione, a lungo, e poi lo congedo,
    io sto al mio posto coi miei giorni qui.

    Qui terre femminili e maschie,
    qui eredi e ereditiere del mondo, qui la fiamma della materia,
    qui la spiritualità mediatrice, apertamente riconosciuta,
    sempre protesa, il risultato delle forme visibili,
    colei che soddisfa ed ora avanza dopo la debita attesa,
    sì, ecco avanzare la mia signora, l'anima.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Canto il se stesso

      Canto il se stesso, la semplice singola persona,
      tuttavia pronuncio la parola Democratico, la parola In-Massa.

      L'organismo da capo a piedi io canto,
      nè la fisionomia nè il cervello sono degni da soli della Musa,
      io dico che la forma completa è di gran lunga più degna,
      e la Femmina canto come il Maschio.

      Canto la vita immensa nella sua passione, impulso e forza,
      felice per le azioni più libere sotto le leggi divine,
      canto l'Uomo Moderno.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Continuità

        Nulla è mai veramente perduto, o può essere perduto,
        nessuna nascita, forma, identità - nessun oggetto del mondo,
        né vita, né forza, né alcuna cosa visibile;
        l'apparenza non deve ingannare, né l'ambito mutato confonderti il cervello.
        Vasti sono il tempo e lo spazio - vasti i campi della Natura.
        Il corpo lento, invecchiato, freddo - le ceneri rimaste dai fuochi di un tempo,
        la luce degli occhi divenuta tenue, tornerà puntualmente a risplendere;
        il sole ora basso a occidente sorge costante per mattini e meriggi;
        alle zolle gelate sempre ritorna la legge invisibile della primavera,
        con l'erba e i fiori e i frutti estivi e il grano.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          La grande città di Priamo

          ... La grande città di Priamo
          Dardanide, ricca e famosa, distrussero,
          partiti da Argo,
          per volere del grande Zeus;
          e per la bellezza della bionda Elena
          sostennero una lotta molto celebrata,
          in una guerra luttuosa;
          e la sventura salì su Pergamo misera
          a causa di Cipride chioma dorata.
          Ma non desidero ora cantare
          né Paride ingannatore degli ospiti,
          né Cassandra caviglie sottili,
          né gli altri figli di Priamo,
          né il giorno inglorioso della conquista
          di Troia dalle alte porte; né...
          la virtù superba
          degli eroi che navi
          concave dai molti chiodi trasportarono
          - sciagura per Troia -, nobili eroi.
          Agamennone potente li comandava,
          il re discendente da Plistene, condottiero di uomini,
          figlio del nobile Atreo.
          Queste gesta solo le Muse Eliconie
          esperte potrebbero rievocare nel canto;
          un uomo mortale, vivente,
          non saprebbe narrare i singoli casi:
          il gran numero delle navi che da Aulide
          attraverso il mare Egeo vennero
          da Argo a Troia
          che nutre cavalli; e in esse gli eroi
          dagli scudi di bronzo, figli degli Achei,
          tra i quali, il più valente nella lancia,
          Achille veloce nei piedi,
          e il grande, valoroso Aiace Telamonio.
          ...
          (E venne anche colui) che Hyllis
          dalla cintura d'oro generò:
          e a lui Troiani e Danai
          ritenevano simile Troilo
          nell'aspetto amabile, come oro
          tre volte cotto all'oricalco.
          Insieme a loro, avrai anche tu,
          Policrate, una fama indistruttibile di bellezza
          per quanto sta al mio canto e alla mia fama.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            In primavera, i meli cidoni

            In primavera, i meli cidoni
            irrorati dalle correnti dei fiumi,
            là dov'è il giardino incontaminato
            delle Vergini - e i fiori della vite,
            che crescono sotto i tralci ombrosi,
            ricchi di gemme, germogliano. Per me Eros
            in nessuna stagione si posa:
            ma come il tracio Borea,
            avvampante di folgore,
            balza dal fianco di Cipride con brucianti
            follie e tenebroso, intrepido,
            custodisce con forza, saldamente,
            il mio cuore.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Il pugno

              Il pugno stretto intorno al mio cuore
              si allenta un poco, e io respiro ansioso
              luce; ma già preme di nuovo.
              Quando mai non ho amato
              la pena d'amore? Ma questa si è spinta

              oltre l'amore fino alla mania. Questa
              ha la forte stretta del demente, questa
              si aggrappa alla cornice della non-ragione, prima
              di sprofondare urlando nell'abisso.

              Tieni duro allora, cuore; così almeno vivi.
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                L'aspro sapore del mare

                Quella vela piegata dalla luce,
                stanca d'isole,
                una goletta che batte il Mar dei Caraibi

                per ritornare, potrebbe essere Odisseo
                diretto a casa attraverso l'Egeo:
                quel desiderio di padre e di marito,

                sotto l'aspro livore della vecchiezza,
                è come l'adultero che sente il nome di Nausicaa
                in ogni grido di gabbiano.

                E questo non assicura la pace. L'antica guerra
                tra ossessione e responsabilità
                non può finire ed è la stessa

                per il naufrago e per chi sul lido
                ora infila i piedi nei sandali per rientrare
                da quando Troia ha spirato l'ultima fiamma

                e il macigno del cieco ciclope ha alzato le acque
                dalle cui ondate i grandiosi esametri giungono
                alle conclusioni dell'esausta risacca.

                I classici possono consolare. Ma non abbastanza.
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                  Scritta da: Silvana Stremiz
                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Parabola

                  Il bimbo guarda fra le dieci dita
                  la bella mela che vi tiene stretta;
                  e indugia - tanto è lucida e perfetta -
                  a dar coi denti quella gran ferita.

                  Ma dato il morso primo ecco s'affretta:
                  e quel che morde par cosa scipita
                  per l'occhio intento al morso che l'aspetta...
                  E già la mela è per metà finita.

                  Il bimbo morde ancora - e ad ogni morso
                  sempre è lo sguardo che precede il dente -
                  fin che s'arresta al torso che già tocca.

                  "Non sentii quasi il gusto e giungo al torso! "
                  Pensa il bambino... Le pupille intente
                  ogni piacere tolsero alla bocca.
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                    Scritta da: Silvana Stremiz
                    in Poesie (Poesie d'Autore)

                    Il filo

                    Ma questo filo... tutto questo filo!...
                    In pensieri non dolci e non amari
                    il Vecchio stava chino sulli alari
                    con le molle, così, come uno stilo.

                    "Scrivi? Bruci? Miei versi? I sillabari?
                    Il nome dell'Amata e dell'Asilo! "
                    (nel Vecchio riconobbi il mio profilo)
                    "Lettere? Buste? Annunzi funerari?

                    Un nome, un nome! Quello della Mamma! "
                    E caddi singhiozzando sulli alari.
                    Il Vecchio tacque. M'additò la fiamma.

                    "Da trent'anni?! Perdute le più tenere
                    mani! Ma resta il sogno! I sogni cari... "
                    Il Vecchio tacque. M'additò la cenere.
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