Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Poesia a Gesù bambino

Tu scendi dalle stelle, o re del cielo,
e vieni in una grotta al freddo, al gelo;
o Bambino mio divino,
io ti vedo qui a tremar.
O Dio beato,
Ah, quanto ti costò l'avermi amato!

A te che sei del mondo il creatore
Mancano panni e fuoco, o mio Signore.
Caro eletto pargoletto,
quanto questa povertà
più m'innamora!
Giacché ti fece amor povero ancora.

Tu lasci del tuo Padre il divin seno
per venire a penar su questo fieno.
Dolce amore del mio core,
dove amor ti trasportò?
O Gesù mio,
per chi tanto patir? Per amor mio!

Ma se fu tuo volere il tuo patire,
perché vuoi pianger poi, perché vagire?
Sposo mio, amato Dio,
mio Gesù, t'intendo sì;
ah, mio Signore,
tu piangi non per duol, ma per amore.

Tu piangi per vederti da me ingrato
dopo sì grande amor sì poco amato.
O diletto del mio petto,
se già un tempo fu così,
or te sol bramo.
Caro, non pianger più; ch'io t'amo, io t'amo.

Tu dormi, o Ninno mio; ma intanto il core
non dorme, no, ma veglia a tutte l'ore:
deh! Mio bello e puro agnello,
a che pensi? Dimmi su,
oh amore immenso!
A morire per te, rispondi io penso.

Dunque a morir per me tu pensi, o Dio.
E che altro amar fuori di te poss'io?
O Maria, speranza mia,
s'io poc'amo il tuo Gesù,
non ti sdegnare;
amalo tu per me, s'io nol so amare.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Gli eletti

    Pensando a loro verrà certo in mente,
    soprattutto alla povera gente,
    quella povera di un certo intelletto,
    che non si giudica solo dal " letto ".

    Il gusto di avere un affetto o un amore,
    è proprio nell'intimo del nostro cuore,
    allora pensiamo quel che si può fare
    e lasciamo vivere senza giudicare.

    Ognuno di noi ha le sue " stranezze ",
    i dubbi, le angosce, le gioie e certezze,
    allora si deve per forze additare
    colui che è " diverso " ma vuole amare?

    Diverso perché, da cosa e da chi?
    Chi è che sancisce le regole qui?
    Bisogna vedere, qual è il senso e la misura,
    per cui si giudica con così tanta " cura ".

    Il problema, è solo dentro di noi,
    è il nostro cuore, che è arido ormai,
    non ha più calore, è divenuto un sasso,
    che giudica gli altri solo dal sesso.

    Allora siam certi, felici e contenti,
    di essere " etero " in mezzo alle genti,
    gli " altri " si sà sono " diversi "
    son solo e semplici: figli " dispersi ".

    Guardiamoci in faccia, allora miei cari,
    cerchiamo di essere fermi e sinceri,
    di noi nessuno potrà mai sancire,
    chi è " l'eletto " per poter giudicare.

    Chi nel suo piccolo apprezza il valore,
    solo dell'essere e non dell'apparire,
    potrà un giorno, col senno di poi,
    accettare che esistano loro: i gay.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Condòmini

      Escono le mattine della domenica
      dopo che tanto è piovuto
      e la festa splende nel sole dissepolta;
      alzano la gaia concitazione
      delle partenze al mare
      al giro di ogni nuova mandata
      e allo scatto del portone corrisponde
      l'ombra nel fruscìo di una tendina;
      chi rimane è un viso che si sporge
      sulla rivalsa di chi parte
      stanno uniti così, nei giorni più
      luminosi,
      lo scorto e chi scorge
      come labbra mai bagnate da un bacio.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Acta de Independencia

        Independientemente
        de los designios de la Iglesia Católica
        me declaro país independiente.

        A los cuarenta y nueve años de edad
        un ciudadano tiene perfecto derecho
        a rebelarse contra l'Iglesia Católica.

        Que me trague la tierra si miento.

        La verdad es que me siento feliz
        a la sombra de estos aromos en flor
        hechos a la medida de mi cuerpo.

        Extraordinariamente feliz
        a la luz de estas mariposas fosforescentes
        que parecen cortadas con tijeras
        hechas a la medida de mi alma.

        Que me perdone el Comité Central.

        En Santiago de Chile
        a veintinueve de Noviembre
        del año mil novecientos sesenta y tres;
        plenamente consciente de mis actos.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          La poesia terminò conmigo

          Yo no digo que ponga fin a nada
          no me hago ilusiones al respecto
          yo quería seguir poetizando
          pero se terminó la ispiración.
          La poesía sa ha portado bien
          yo me he portado horriblemente mal.

          Qué gano con decir
          yo me he portado bien
          la poesía se ha portado mal
          cuando saben que yo soy el culpable.

          Está bien que me pase por imbécil!

          La poesía sa ha portado bien
          yo me he portado horriblemente mal
          la poesía terminó conmigo.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Cartas del poeta que duerme en una silla

            Cada vez que por una u otra razón
            he debido bajar
            de mi pequeña torre de tablas
            he regresado tiritando de frío
            de soledad
            de miedo
            de dolor.

            Yo no me pongo triste fácilmente
            para serles sincero
            hasta las calaveras me dan risa.
            Los saluda con lágrimas de sangre
            el poeta que duerme en una cruz.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Advertencia

              Yo no permito que nadie me diga
              que no comprende los antipoemas
              todos deben reir a carcajadas.

              Para eso me rompo la cabeza
              para llegar al alma del lector.

              Déjense de preguntas.
              En el lecho de muerte
              cada uno se rasca con sus uñas.

              Además una cosa:
              yo no tengo ningún inconveniente
              en meterme en camisa de once varas.
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                Scritta da: Silvana Stremiz
                in Poesie (Poesie d'Autore)
                Non come volse Pinabello avvenne
                de l'innocente giovane la sorte;
                perché, giù diroccando a ferir venne
                prima nel fondo il ramo saldo e forte.
                Ben si spezzò, ma tanto la sostenne,
                che 'l suo favor la liberò da morte.
                Giacque stordita la donzella alquanto,
                come io vi seguirò ne l'altro canto.
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