Lo splendore dell'amicizia
Lo splendore dell'amicizia
non è la mano tesa
né il sorriso gentile
né la gioia della compagnia:
è l'ispirazione spirituale
quando scopriamo
che qualcuno crede in noi
ed è disposto a fidarsi di noi.
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Lo splendore dell'amicizia
non è la mano tesa
né il sorriso gentile
né la gioia della compagnia:
è l'ispirazione spirituale
quando scopriamo
che qualcuno crede in noi
ed è disposto a fidarsi di noi.
E un adolescente disse: Parlaci dell'Amicizia.
E lui rispose dicendo:
Il vostro amico è il vostro bisogno saziato.
È il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza.
È la vostra mensa e il vostro focolare.
Poiché, affamati, vi rifugiate in lui e lo ricercate per la vostra pace.
Quando l'amico vi confida il suo pensiero, non negategli la vostra approvazione, né abbiate paura di contraddirlo.
E quando tace, il vostro cuore non smetta di ascoltare il suo cuore:
Nell'amicizia ogni pensiero, ogni desiderio, ogni attesa nasce in silenzio e viene condiviso con inesprimibile gioia.
Quando vi separate dall'amico non rattristatevi:
La sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più amate, come allo scalatore la montagna è più chiara della pianura.
E non vi sia nell'amicizia altro scopo che l'approfondimento dello spirito.
Poiché l'amore che non cerca in tutti i modi lo schiudersi del proprio mistero non è amore, ma una rete lanciata in avanti e che afferra solo ciò che è vano.
E il meglio di voi sia per l'amico vostro.
Se lui dovrà conoscere il riflusso della vostra marea, fate che ne conosca anche la piena.
Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte?
Cercatelo sempre nelle ore di vita.
Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno, ma non il vostro vuoto.
E condividete i piaceri sorridendo nella dolcezza dell'amicizia.
Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore ritrova il suo mattino e si ristora.
Tutto ciò che vediamo è qualcos'altro.
L'ampia marea, la marea ansiosa. È l'eco di un'altra marea che sta laddove è reale il mondo che esiste.
Tutto ciò che abbiamo è dimenticanza.
La notte fredda, il passare del vento sono ombre di mani i cui gesti sonol'illusione madre di questa illusione.
Io costeggio l'amore nella luce
del mattino,
Da molto vivo dimenticata –
nella poesia.
Tu una volta me l'hai detto.
Io so l'inizio –
Di me di più non so.
Però mi sono sentita singhiozzare
nel canto.
Sorridevano propizi gli Immortali
nel tuo volto,
Quando tu nell'amoroso salmo
della nostra melodia
I popoli immergesti e
poi portasti in alto.
Lunghe, lunghe giornate.
Il sangue implacato urta il sangue.
Il nuotatore è cieco.
Scende attraverso piani purpurei
nel battito del tuo cuore.
Quando la nuca è tesa
Il grido sempre deserto invade
una bocca pura.
Cosí invecchia l’estate. Cosí la morte
Circonda la felicità della fiamma
che trema.
E noi dormiamo un poco. La nota si
Risuona a lungo nella stoffa rossa.
Parlammo sicuri tra belle acque
bagnate da tamerici
e accordammo parole, quiete le
nostre mani
– ricche in oro estorto –
e le fronti alte e assolate
dalle molte ore trascorse.
Dicevamo quello che non volevamo
dire
e tacevamo le intenzioni amare;
immensamente gentili,
noi – i mortali, i non amati –
vegliavamo su rispettabili leggi
umane.
Cosí, vedevamo cavalcare Ciro
il nobile,
l'eletto, prudente sin dall'infanzia.
E noi, corruttibili e accecati dalla
bellezza del suo aspetto, muti
e silenziosi
dietro lo scudo di suo fratello
Artaserse.
Per quanto brutte ci sembrassero
le iguane
abbiamo poco da temere
da quei rettili erbivori.
Spesso ci sforziamo di scartare
l'infausto dal sublime tramite i sensi.
C'è sempre stato in noi un fiacco
dilettantismo
di fronte alla grazia piú che risoluta
con cui, ignorando noi, fu creato
il mondo.
Essere giusto è da uomini giusti
per gli altri la giustizia
è uno spazio franco.
Con una lama
radi il punto di luce
con cui ci commuove la vita,
si rimpiccioliscano ancora le ore.
Concediti infine il passaggio profondo
del fiume
e impara a saziarti in un brivido.
Antes de despedirme
tengo derecho a un último deseo:
generoso lector
quema este libro
no representa lo que quise decir
a pesar de que fue escrito con sangre
no representa lo que quise decir.
Mi situación no puede ser más triste
fui derrotado por mi propia sombra:
las palabras se vengarno de mí.
Perdóname lector
amistoso lector
que no me pueda despedir de ti
con un abrazo fiel:
me despido de ti
con una triste sonrisa forzada.
Puede que yo no sea más que eso
pero oye mi última palabra:
me retracto de todo lo dicho.
Con la mayor amargura del mundo
me retracto de todo lo que he dicho.
En el jardín que parece un abismo
la mariposa llama la atención:
interesa su vuelo recortado
sus colores brillantes
y los círculos negros que decoran las puntas de las alas.
Intersa la forma del abdomen.
Cuando gira en el aire
iluminada por un rayo verde
como cuando descansa del efecto
que le producen el rocío y el polen
adherida al anverso de la flor
no la pierdo de vista
y si desaparece
más allá de la reja del jardín
porque el jardín es chico
o por exceso de velocidad
la sigo mentalmente
por algunos segundos
hasta que recupero la razón.