Scritta da: Franco Mastroianni
in Poesie (Poesie d'Autore)
Insieme... è questa la parola che subito mi viene
tutte le volte che ti penso
tutte le volte che... ricerco il senso
insieme... noi... l'immenso.
Composta mercoledì 28 dicembre 2011
Insieme... è questa la parola che subito mi viene
tutte le volte che ti penso
tutte le volte che... ricerco il senso
insieme... noi... l'immenso.
Che bella questa vita... questi passi di danza
che note emozionanti rilascia la tua essenza
tienimi stretto a te... in questo mulinello di fragranza.
Danziamo ancora amore mio
il mondo non si accorgerà... della nostra assenza.
Mi guardo le mani
Come se i pensieri si raccogliessero lì
Come acqua piovana
Vorrei poterli bere
E dissetarmi
L'idea che la vita
Possa essere una mano aperta
Dà serenità
Ma è una serenità breve
Che s'infrange
Appena sollevo lo sguardo
Su questa notte senza fine
Se mi osservo riflesso nel vetro
Capisco che è come quando
Mi preparavo a partire
Non dico che questo tempo
Sia trascorso invano
Respirare l'infinito
Sconvolge
Ruba il cuore
E nulla è più come prima
E le meraviglie
Di cui gli occhi si riempiono
Danno sensazioni che mi renderanno
Schiavo di una nuova nostalgia
Ancora una volta
Sono dietro una finestra
Non molto diverso dal bambino
Che sperava che il soffitto del mondo
Gli restituisse il suo palloncino
Anch'io aspetto
Un segno
Un sogno
Un suono
Qualcosa che rompa questo sonno
Ma questa notte è senza soffitto
E quel palloncino non ritornerà
Volevo allontanarmi verso me stesso
Per sapere se è vero
Che ovunque si vada
Il cielo ha lo stesso colore
E dovunque
Si prova lo stesso mal d'universo
Lancio il sasso di queste parole
Nello stagno delle tue emozioni
Lascialo cadere sul fondo
E segui le onde
Non so su quale riva ti porteranno
Ma spero che
Quando ti volterai indietro
A guardare la strada
Sentirai che ne è valsa la pena.
Abbiamo già l'anima in vetrina.
I poeti di tramonti deserti credono
alla libertà senza amore...
Non sappiamo dire si o no se dal viso
un sorriso spontaneo come una carezza
fatta da un bambino che piange gridando
nasce piano...
Sia maledetta la dolcezza della gente.
Freddi, belli, dannati sono gli occhi
dei poeti incompresi come noi.
Abituati a proteggerci da ciò che vogliamo...
La vita è un tuono arrivato per caso.
Ci si ritrova orfani di vita e di poesia
come una candela spenta dal tempo.
Arriva il giorno in cui i versi di un cuore
quasi morente riempie i vuoti e nell'incoscienza
di una sera assurda carnefice
la poesia arriva muta e selvaggia.
Solo il dolore potrà comprenderci
e darci consiglio...
Beati coloro che amano ancora un'amore
da abbracciare quando ci si sente delusi
e baciare di giorno nella brezza mattutina.
Noi amiamo l'impossibile, viviamo per lui
ogni istante disperso nel cemento armato.
Stanchi di respirare...
Stanchi di invidiare la gente comune felice
mentre noi immobili col volto chino
intendo a scrivere e osservare pezzi d'anima
che cadono a terra schivando le lacrime
d'acciaio che di notte non tacciono
gridano furiose come il nostro silenzio.
Le persone comuni non conoscono
il valore del dolore...
Noi con il pugnale della misericordia
cerchiamo ogni giorno di lacerare il suo interno
per poter così vivere in pace nell'inferno.
I poeti nascono sbagliati al centro
di una via nascosta nella grandine.
L'aborto di una nuvola nel corpo maledetto.
Abbiamo smesso di guardare lassù
non abbiamo più paura di gridare...
E chi se ne frega della morte lei
ascolterà la luce spegnersi come una mamma
in cerca di un altro motivo per cui vivere.
Poeti felici non si sono mai visti...
Eternamente insoddisfatti, tristi
ma sempre con il sorriso bello,
eterno sulle labbra ferite dal tormento.
Punto a capo
il girotondo delle vite e delle date
scalinate da salire per poi scendere di nuovo
e ritrovar cose già usate
frasi dette ormai riposte sul solaio
si ricercano tra labbra
come punta di pennino che non trova il calamaio
punto a capo
tutti pronti nell'attesa che ci lasci l'anno vecchio
con l'augurio che voltandoci le spalle
non si tenga appiccicato... un grande specchio.
Volerò ne sono certo... scoprirò dall'alto il mare
e poi giù verso il deserto
accarezzerò i corsi di fiume
rasentandone l'azzurro senza mai bagnar le piume
mi riposerò sostando sopra i rami tra le foglie
danzerò sopra i ciliegi
e ubriacherò il mio olfatto soffermandomi sui tigli
volerò ne sono certo... verso mille e più universi
poi l'ignoto l'infinito
per rinascere parola... e volare in mezzo ai versi.
Ritrovarsi quasi come per incanto
la mia poesia le tue parole... sussurrate come fosse dolce vento
ritrovarsi come quando lo scenario... era là... dietro le quinte
ed i baci le carezze recitavano parole che sembravano dipinte
ritrovarsi ed annusarsi e sentirsi proprio bene
ritrovarsi ed accorgerci che io e te scorriamo insieme... come sangue nelle vene.
Sulle scale dei pensieri le parole sono al posto dei gradini
le ringhiere sono fatte di pennini
sulle scale dei pensieri salgo sempre fino in cima
se ho il fiatone mi soffermo e mi aiuta qualche rima
poi con calma ricomincio e salgo su.
E ad aspettarmi ci sei tu.
La notte fluisce, e stimola i sensi,
oscurità accarezza pensiero nascosto,
mi assorbe lentamente
non ho difesa.
Rosso seducente
sollecita al peccato
agli occhi della fiamma
del desiderio
brucia in esso
il frutto proibito del
gusto sensuale
del suo tocco accende
odore portato
invita lei
ad una festa dei corpi.