Poesie d'Autore


Scritta da: Apollo Dax
in Poesie (Poesie d'Autore)

Natale 2010

Ancora un giorno e via,
Riecco a voi la grande ipocrisa,
ci ho già provato prima e provo ancora,
ad essere migliore a dare molto amore
e spendo e compro e impacchetto cose,
per far regali a spine senza rose,
perché non c'è piacere in quel che faccio,
ancora quest'inverno e che festeggio?

Un tipo che neanche è mio parente?
Che ha scacciato le volpi dal convento,
perché per festeggiarlo a modo loro
vendevano dei sassi a peso d'oro.
Non è un convento, era il suo tempio?
Vabbè ci siam capiti era un esempio,
mica facciamo a gara a chi è più colto,
che qui un po' mi brucia, anzi molto,
il fatto che quei furbi commercianti
festeggiano vendendo a tutti quanti,
da quando Tu Signore li hai cacciati,
sono cresciuti si sono organizzati
e sono ormai non sò quanti natali,
che hanno costruito cattedrali,
del loro credo, del loro dio denaro
e han vinto sai, quei loro magazzini
son sempre pieni di uomini e bambini,
e, casa tua si svuota mio Signore
e il prete è diventato un venditore,
di nuvole dorate e figurine,
di cera bianca e fiamme ballerine,
qui tutto è diventato un paradosso,
chissà cosa faresti Tu adesso
a ritrovarti ancora in questo posto?

Quest'anno farò come volevi detto tu
regali in nome tuo non ne compro più,
divideremo il pane e poi berremo il vino
e insegnerò a pregare a quelli che ho vicino.
E che importanza ha se è vero o meno,
se ieri ero sicuro e oggi non ci credo,
rimane il fatto che sei un gran Signore,
un Uomo giusto che sà parlar d'amore,
di fratellanza unica e mondiale
per questo 2010° Natale.
Composta mercoledì 15 dicembre 2010
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    Scritta da: Gaetano Toffali
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Lettera per una domanda di perdono

    L'esperienza ci ha strappati
    l'uno dall'altra, amore;
    l'esperienza ci ha rattristati
    l'uno nell'altra, amore;
    e il mio "tu" e il tuo "tu"
    si perdono nel vento:
    quale furtiva foglia
    asciugherà il pianto del rubinetto?
    Quale cotone assorbirà
    il mio canto?
    Io nudo come il cielo;
    tu troppo densa, troppo carica,
    troppo, troppo.
    Sbaglio le parole e suono
    come un peccato, come una percossa,
    come un tradimento, come una pazzia.
    E tu, se mi disegni a lungo,
    mi perdi. Ritrovami
    nel giuramento della sera:
    io sono
    il demone del dramma e della catarsi.
    Ma per raggiungerti in purezza
    dovrò mangiarmi le mani?
    La tua bocca mi guarda e io svanisco,
    insano dentro una perla
    umida di nebbia.
    Le tue mani mi dividono
    e io scivolo
    in un tempo di zanzare.
    Resta solo di me il bicchiere
    di questo seme sparso sul cuscino;
    le radici di questa barba
    che abbrutisce il cuore;
    il grido di questa gola
    che nessuna pastiglia addolcisce
    e questa rovina che assapora
    tutto il pudore che mi resta,
    tutta la malizia che ho consumato
    e tutto il canto.
    Vieni, e credi di nuovo
    che il mio corpo, sposo del tuo;
    che il mio silenzio, padre del tuo;
    che il mio canto, fratello
    della tua amarezza
    raggiunga il dio nel tutto che supplichi
    e s'allontana.
    Non ci sono più ossa, ma rose;
    non ci sono più muri ma strade;
    non ci sono più inverni, non ci sono:
    tra poco è marzo, vieni,
    camminiamo.
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      Scritta da: Antonio Prencipe
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      La vita che tu non hai voluto

      Ovunque sei ricordati
      di poggiare sul comodino
      quel cuore che sorridendo
      ti avevo regalato squarciando
      a mani nude il mio petto umido
      come la polvere sull'anima.

      Bastardo io che non
      ti ho mai detto Ti Amo.

      Di guardarmi non smettere mai,
      di piangere non smettere mai
      perché il cielo è troppo
      piccolo per te e per me,
      qualcuno lassù ha deciso così.

      Il mio petto è ancora
      aperto aspetta te.

      Ti perdonerei si io lo farei ancora,
      bacerei la morte ma le mie
      labbra sanguinano ancora.

      Ovunque sei sogna con me
      la vita che tu non hai voluto
      veder sorridere tra le dita
      bagnate dall'aria.

      L'aria che nei miei stanchi
      e vigliacchi polmoni intrisi
      di fumo lacera l'ossigeno
      e le ossa stanche di rinascere
      dentro un corpo ormai impegnato
      a non amarti più.

      Tutto prima o poi finisce ma
      non capisco perché i tuoi anni
      così innocenti sono stati
      scaraventati sull'asfalto assieme
      al tuo stanco respirare.

      Sorrisi squarciati
      e capelli volati via.

      Se ti incontrassi ora
      mi volterei di fianco.

      Se ti sognassi ora sognerei
      un pezzo di cielo nel sangue
      di uno stronzo come me.

      Innamorato ancora,
      stringo fra i denti la solitudine
      che regna ormai nell'immensità.

      Sono così, un pazzo sbandato
      che cerca ancora di aggiustare
      le stelle rotte
      al centro di una notte troppo dolce.

      E un po' per volta ho nascosto
      nella fossa assieme al tuo amore
      anche il mio viso.
      Composta mercoledì 27 giugno 2012
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        Scritta da: Luca Doronzo
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Sogni a metà per mezzi uomini

        Liberi sogni volano via,
        liberi come l'aria,
        lontani come le nuvole,
        belli come le stelle,
        chiari come la luna,
        ricchi come la terra.
        Sani come la natura.

        Orizzonti profondi e taglienti
        troncano le ali ai nostri sogni,
        così frivoli da allontanarsi e
        così duri da ricordarsi.
        Pozze cupe d'acqua sporca
        rispecchiano monocromatiche
        le lacrime sulle gote.

        Cos'è questo rincorrersi?
        Dov'è il nastro da tagliare?
        Perché nessuno aspetta
        ai blocchi di partenza?
        Osservano gli spettatori
        senza voglia di pagare.
        Incitano ad occhi chiusi
        senza voglia di fiatare.

        Pioggia incessante cala,
        le lacrime sono meno bagnate,
        ora.
        Le nuvole sono più vicine,
        ora.
        Gli occhi lentamente si aprono.
        Ad allontanarsi, ora, son le paure.
        Era solo un sogno.
        Composta domenica 4 dicembre 2011
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          Scritta da: Silvio Squillante
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Love instinct

          Ho passato troppo tempo a misurare le parole,
          nascondendo i miei pensieri,
          troppe volte con il respiro ho appannato il vetro
          di auto e treni
          provando a disegnare il tuo volto
          o soltanto la curva del tuo nome.
          Non conosco una ragione migliore di te
          per mandar via la vanità e l'egoismo,
          cancellare tutti i disegni sbiaditi del mio destino
          e perdermi nel tuo sguardo.
          Lo prometto non saranno più i miei occhi
          a guardarti da lontano,
          non sarò più la mano che ti sfiora
          ma che dimentica di dirti "sei speciale".
          Sei sempre nei miei pensieri
          eppur sono sicuro che un nostro bacio
          renderebbe il tutto solo più complicato.
          Composta domenica 24 giugno 2012
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            Scritta da: Silvio Squillante
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Naufragai in onde di parole

            Naufragai in onde di parole
            che scroscianti si infransero tra di noi,
            i miei pensieri sorridevano a chi
            per la prima volta
            incrociava i miei occhi.
            Ed io da sempre incredulo
            tirava verso di me la felicità contagiosa
            del tuo sorriso.
            Dipinsi la notte di gioia
            dopo quel incontro,
            avevo visto per la prima volta il tuo viso
            in un'inaspettata sera di novembre.
            Composta domenica 24 giugno 2012
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              Scritta da: Silvio Squillante
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Sembra quasi dolce dirsi addio...

              Sembra quasi dolce dirsi addio
              in questa notte fatta di bugie
              che avvolge il nostro mondo,
              mentre tu persa nei miei occhi
              mi regali le tue labbra
              per sfamare il mio desiderio d'affetto.
              Compagnia non avrò mai
              dai verbi al passato che regalerò a tutti
              quando te ne andrai
              ma adesso è ancora ieri
              ed il buio attorno a noi mi invita a stringerti.
              Nell'aria c'è profumo d'amore,
              nei pensieri profumo di lacrime.
              Composta domenica 24 giugno 2012
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