Poesie


Scritta da: Renata Falconi

La mia manina

Mamma guarda la mia manina
che accarezza la tua faccina
è piccola, tenera e da osservare
Perché nel tempo dovrà cambiare
La uso tutti i giorni per prendere e fare
e quando studio mi aiuta a contare
Quando da grande mi vedrai lavorare
Il tuo animo dolce inizierà a ricordare
E nel cassetto del tempo che sarà
Questo regalo nel tuo cuore resterà.
Composta mercoledì 30 novembre 2022
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    Siamo a Dicembre

    Siamo a dicembre,
    l'aria di Natale
    trascina rami spogli
    senza luce
    con lacrime sospese
    come fiocchi di ghiaccio
    a questo freddo
    che gela il cuore affranto
    dai soprusi
    del veleno che affligge
    prominenti
    a vertice del monte
    e gente inerme,
    bimbi intirizziti
    coi sogni congelati
    dentro il cuore
    aspettano le briciole
    di stelle,
    aspettano
    che si proclami l'alba.
    Per non lasciarsi
    prendere dal gelo
    conservano nel cuore
    bulbi dolci
    sotto la terra dura
    che vince nella stalla
    dove re buoni approdano
    a osannare
    il bambino
    più povero di tutti.
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      Tempo di Natale

      Siamo a Natale
      il cielo parla piano
      si muovono
      barconi ripudiati
      su mare nostro
      che trascina infermo
      lacrime di parole.

      Siamo a Natale
      il cielo piange amore
      suona miseria e fame,
      ma la Terra
      non smette di gridare,
      investe tutto il sangue
      fino al cuore
      in armamenti e bombe
      contro le vite umane.

      Siamo a Natale,
      la cometa del cielo
      alza la voce
      illumina la stalla
      del povero bambino,
      ma impotenza meschina
      si dibatte
      senza trovare un lume
      che spinga il senso buono
      a prevalere.
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        Scritta da: Stefano Cardarelli

        Il borgo che guarda Roma

        Mi appresto alla vista sacra della Madonna del Sorbo
        i miei passi scricchiolano sul selciato
        solo rumore di brezza e il ticchettio di un Picchio verde
        accompagnano la mia ombra
        all'improvviso il cuore si fa meraviglia
        si apre la valle feconda
        tra chiazze di fiori e ginestre... ramingano i buoi
        ogni tanto il gorgoglio delle placide acque del Cremera
        rompono il silenzio della natura
        tra i cespugli un usignolo di fiume accompagna il mio passare
        lo zaino del viaggio comincia a pesare.
        Dal culmine della collina
        i tetti di Formello cominciano a prendere ordine
        il mio vecchio bordone passa l'arco di Porta da Capo
        l'immagine di un Cristo mi accoglie a braccia aperte
        l'anima si rallegra
        sfioro il Palazzo Chigi con il suo maestoso portale
        intravedo lo scrigno del chiostro
        abbraccio con lo sguardo questo disegno d'ingegno umano
        la piazza si riempie di sillabe che diventano parole di stupore
        dei Romei stanchi
        nella risega dell'angolo c'è la Chiesa di San Lorenzo
        con la sua meridiana per il tempo antico
        il bordone avanza tra le fessure del paese
        la luce interrompe il suo viaggio
        tra i tetti e le case del Borgo dei Chigi
        petali di gerani seguono la voce del vento
        anguste viuzze animate da gatti
        salutano il passare del pellegrino
        interrogo i miei passi tra sogni e speranze
        adesso so... di non avere più confini
        l'ultimo campanile della chiesa di San Michele Arcangelo
        contempla l'agro veientano
        il tramonto si adagia sul borgo che guarda Roma
        mentre le stelle mi aspetteranno a San Pietro.
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          Scritta da: Stefano Cardarelli

          il deserto di Accona

          Un giorno preso dallo sconforto, sprofondai nel letto, rivolsi lo sguardo sul soffitto, rimasi fisso sul bianco cercando l'impossibile, chiusi gli occhi e mi ritrovai nel mio "Deserto di Accona", alzai i piedi sulla parete dove poggiava la spalliera del letto e mimando i movimenti cominciai a camminare nella strada polverosa. Sentivo nuovamente il rumore dei miei passi e lo sguardo si perdeva nelle colline argillose e nelle biancane in quel lembo di terra Toscana, dove amavo camminare e dove la Francigena regalava emozione e sussulti. E lì che cominciò il mio viaggio primordiale, fatto di sofferenza e cuore, procedevo su quell'immenso disegno della natura piegato dall'arcano lavoro dei contadini, ogni passo sprofondava nella polvere liberandomi dall'angoscia e dal tempo. Si... quel tempo che mi aveva relegato tra le mura di casa e dove l'unica via di uscita era la finestra ad occidente con i suoi tramonti.
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            Non spiare la vita nascosta nelle pieghe
            del volto del vicino che sono rughe vive
            nate da lavori per portare avanti la gioia
            sbocciata da un cuore che ama e ragiona.

            Leggi bene le rughe di chi vive di lavoro
            di allegria familiare e dei suoi pochi dolori.
            Non spiare di nascosto l'intimità pudica
            di una donna che canta e ricama la vita.

            Cammina su sentieri che ti portino in alto
            dove l'aria è più limpida e il sole riscalda.
            Prendi per mano la tua giovinezza umana
            trasformala da architetto in un vero altare.

            Prendi con sicurezza la briglia del cavallo
            che scalpita nella prateria dei tuoi occhi.
            Superi i vari ostacoli di cactus con spine.
            Guardi l'orizzonte e abbracci i tuoi sogni.
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              Oggi pomeriggio il cielo è diventato grigio
              con aria stanca e un venticello che squilla
              sbattendo foglie di glicine sul mio balcone
              che aspetta una bianca colomba che cova.

              I molti grappoli azzurri con tanti bei fiori
              dondolano mentre alcune foglie svolazzano
              come allegre farfalle che sorvolano allegre
              per assaporare il buon nettare che ristora.

              Dopo tanto caldo estivo fuori del previsto
              ringrazio il vento che mi regala un respiro
              per poter viaggiare in un cielo di nuvolette
              che si muovono come donzelle nelle feste.

              È un pomeriggio di un luglio troppo afoso
              che oggi ha preferito cambiare il suo lavoro
              non più mantici per accendere molti fuochi
              ma un bacio di frescore per il povero cuore.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                Non abbandonarti nelle braccia dell'empio
                non fustigare quanti bruciano la tua allegria
                né avvinghiarti a sogni sospesi sui burroni
                non venderti a nemici che bruciano la gioia.

                Il tuo tempo ti è stato regalato per viverlo
                con gli occhi pieni di azzurro del tuo cielo
                con le tue mani aperte alla pioggia e al sole
                in attesa di maturare come un nuovo uomo.

                Vivi la tua giovinezza senza vendere l'anima
                apri agli amici e nemici la bellezza del cuore.
                Sii sempre attento alle suppliche dei poveri
                perché sarai ricco in questa vita di ricordi.

                Abbracci con forza la verità che germoglia
                distruggi l'ingiustizia dei tribunali d'ipocrisia.
                La tua voce faccia sbocciare la pura verità:
                solo così lascerai un libro aperto all'umanità.
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  Sono le piaghe della storia umana
                  a uccidere l'allegria del nostro cielo
                  dove il forte vento spazza ogni giorno
                  ricordi e lacrime dalla nostra memoria.

                  Cresciamo all'ombra di antiche statue
                  di vecchi rancori pieni di ruggine e odio
                  con il malumore di politici senza futuro:
                  si cambiò la storia da maestra a matrigna.

                  Così si uccidono programmi e avvenire,
                  si rimuovono morti e si lodano terroristi,
                  si uccidono bambini con aborti di legge
                  risorgono Sodoma e Gomorra contente.

                  Così si prepara il nostro bel pianeta terra
                  in questo terzo millennio di false illusioni
                  con le bombe atomiche nascoste in fosse
                  che saranno le tombe degli umani morti.
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