Poesie che hanno partecipato al concorso Come un granello di Sabbia

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Scritta da: Giovanna

Amore triste

Vorrei salvare me stessa
da questo mondo brutto,
Dalla paura che ho dentro
Dall'incertezze che ho avuto.
Lo so che tutto passa:
bellezza, amore, vita.
Vorrei che resti almeno
la mia anima pulita.
Son'piena di rimorsi
Sto vivendo di rimpianti,
i dispiaceri che mi hai dato
mi son'rimasti in tanti.
Ma dimmi come faccio,
Come potrei salvare,
me stessa da questo mondo,
Se non riesco più ad amare?
Non mi è rimasto niente
Il mio sorriso è morto,
Il mio cuore è fermo...
"Se vuoi, io te lo porto..."
c'è niente da salvare,
l'amore mi ha sfinita,
Ha preso il mio mondo
è tutta la mia vita.
Composta mercoledì 4 novembre 2009
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    Scritta da: ElyAngel

    Eco d'infinito

    Sapore d'antico,
    sussurro nel vento,
    eco di vita passata
    risuona, esitante,
    sull'onda del tempo.

    Granelli di sabbia,
    impronte-ricordo,
    ricami di dune deserte,
    designano'l vuoto
    d'un sorriso sordo.

    Cuor di cristallo,
    su ataviche paure,
    con dolor, s'infrange.
    Ali d'aquila, sogna,
    per chimeriche'venture.

    Varcar la soglia
    di porta proibita,
    inseguir una stella,
    desidera un'anima
    in cor suo, ferita.

    Risplende nel buio
    brioso spiraglio di luce
    Sospiro caldo... Dolce soffio...
    Del mio Angelo odo la voce...
    Composta giovedì 19 novembre 2009
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      Scritta da: ElyAngel

      Frammenti di me

      Del mio cuor, sol ceneri,
      sparse in un mar di lacrime
      nel grido del mio silenzio.
      Il manto oscuro della notte,
      la mia anima solitaria,
      avviluppa.

      Castelli di terra, sogni,
      risucchiati dall'onda
      d'un tempo privo di pace.
      Su granelli di sabbia,
      orme contorte di rabbia,
      incisive.

      Dio dei venti soffia,
      corrodi, confondi le tracce,
      plasma e intrepido dissolvi
      frammenti di dubbi, tormenti,
      e perle di saggezza antica
      cospargi.

      Cos'è rimasto di me?
      Lo chiederò alle stelle,
      quand'Eolo respinto avrà
      nubi dai contorni indefiniti
      e un'argentea luna nuova,
      brillerà.
      Composta giovedì 19 novembre 2009
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        Scritta da: ElyAngel

        Diadema dorato di fervida speranza

        Come dorati granelli di sabbia,
        come infiniti raggi di sole,
        in ogni angolo dell'universo,
        vi son anime e cuori dispersi,
        dagli usi e costumi diversi.
        Granello, sei tu, vagabondo,
        lontan da tua terra, emigrato.
        Nomade istinto, su dune assolate,
        superstiste d'un vorticoso ciclone,
        distinguerti sai, fra tante persone.
        Come diadema di fervida speranza,
        brilli e scintilli di luce immensa,
        gioiosi segni di vita, al cielo, riveli,
        oscillando nella clessidra del tempo,
        sospinto da un'esile soffio di vento.
        Ripudiato da intrepide onde,
        naufrago di un'esistenza infelice,
        porgendo ad ognuno, tua man aperta
        rendi, manifesto, al cuor del mondo,
        ciò che già possiedi nel profondo:
        il codice d'un antico mistero
        in tua natura, docilmente, celato.
        È il fuoco del calore umano
        che scioglier sa anche il ghiaccio,
        dell'animo, dal freddo, più indurito.
        Composta giovedì 19 novembre 2009
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          Scritta da: MATTIA PIETRO S.

          Deambularte

          Tutti gli anatomisti di gran fama,
          concordano sulla definizione,
          le chiaman freddi, senz'alcuna brama,
          arti inferiori atti a deambulazione
          ma un'opinione così tanto grama,
          si merita la mia confutazione.
          Le gambe non son arti, sono arte,
          plurale femminile di bellezza singolare,
          Vesalio si faccia un po' da parte,
          lasci favella a chi le sa ammirare.
          Le gambe tue sono alabastri lisci,
          le tue caviglie bei steli di gigli
          e dietro ogni ginocchio custodisci
          per le mie labbra quieti nascondigli.
          Le gambe tue quando sono spoglie,
          d'arte contemporanea sono esempio,
          un laico tabernacolo di voglie,
          snelle colonne d'un profano tempio:
          e quando corri lungo la battigia,
          pennelli da intingere nel mare,
          le tue dita di madreperla grigia,
          son setole setose da sfiorare;
          ma voi scienziati cosa ne capite,
          di questi due prodigi che ho di fronte,
          tanto che a Milo persino Afrodite,
          si amputò per non subire onte.
          I Greci ci spiegaron la Natura
          ed i Fenici come navigare,
          dagli Arabi imparammo la scrittura,
          a te restò l'arte di camminare.
          Composta nel luglio 2001
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            Scritta da: MATTIA PIETRO S.

            Baciandosi

            Migrano uccelli dall'incerto fato,
            privi di zampe, con ali di fiato
            e con segreti audaci intenti,
            planano lungo scogliere di denti,
            nello sciacquio babelico e lieve,
            mentre il respiro si fa più greve
            ansima il cuore per qualche secondo,
            nella stupenda apnea dal mondo.
            Labbra di petali dolci e soffusi,
            sorseggian saliva ad occhi chiusi
            come succosa e pregiata primizia,
            colti da oblomoviana pigrizia,
            dimenticando le buone maniere,
            senza staccarsi indugiano a bere
            dal calice gocce di tenerezze,
            splendide, roride carezze
            che lo sguardo spia ad intermittenza,
            forse a cercar di carpirne l'essenza
            ma nessun gesto potrebbe emularle,
            persin la parola si siede a guardarle.
            Composta nel maggio 2004
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              Scritta da: Wilma Bertasi

              Per Alda

              Ampia nei cieli della sera
              la pallida luna dei santi
              piange il suo caduto elfo.
              Il fumo dell'ultima sigaretta
              restituisce la voce di declino
              al cuore di poesia.
              Impugna la mano la terra del tuo canto
              e scivola dentro i tuoi versi.
              Come un fiume in piena
              il respiro della parola oltrepassa
              il suono del tuo canto.
              Scorre nella foresta leggendaria
              dove hai mostrato ad un popolo di luce le vie
              per esplorare il desiderio che alberga nel cuore.
              Con ansia leggera un soffio di echi segue
              la luce del sole nell'intrigo del bosco
              per dar forma a parole d'amore.
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