Scritta da: C. De Padua Visconti
Al calar del sole
sullo specchio del
mare,
i nostri baci
attraverseranno oceani
spinti dalla fulgida luce
della falce di luna.
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Al calar del sole
sullo specchio del
mare,
i nostri baci
attraverseranno oceani
spinti dalla fulgida luce
della falce di luna.
Sul pendio dei ricordi
riguardo il mio vissuto
anni mesi giorni
han scalato la vetta,
rapidi predatori
di sogni e speranza!
Sulla cima della vita
osservo i miei percorsi
ostili
fatto di tentativi
di rese e piccole gioie.
La vita non è quella
che aspettiamo
la strada un percorso mai voluto
ma imposto dal destino
sul piatto della sorte.
Arcipelago di limpide acque
è la tua anima che io bramo
pura come candida neve
è la tua pelle.
Le mie mani sui tuoi seni
come a raggiungere e a discendere
una vetta innevata.
E la tua schiena che io osservo
è il mio prediletto abisso!
Nella tua bocca
le mie labbra
si nutrono del tuo amore
e nelle tue brune trecce
io smarrisco il mio viso inebriato
dai tuoi profumi
mi confondo
in una primavera
fatta di carne.
Ogni tuo poro
è un petalo di rose profumate
e nei tuoi occhi mi perdo
come in mezzo ad un oceano
mosso da alte onde
galleggio sul tuo corpo!
E nel bel mezzo dell'infinito
che guardo estasiato
voglia la mia anima
naufragare nella tua
senza mai ritornare!
Smarriti i miei occhi
ciò che vedo non osservo
la tua immagine fissa è riflessa
nelle mie pupille,
il resto è fumo trasportato dal vento,
e nemmeno la nebbia osa oscurare
la luce immensa del tuo viso
sei sole, sei primavera
all'anima mia,
sei l'alba
che schiarisce le ombre
le ombre della vita.
Sarò il tuo conforto nei giorni tristi,
sarò vento alle tue ali.
Ti eleverai in alto come un'aquila
e guarderai in basso il tuo passato.
Sarò fuoco sulle steppe dei dolori
e acqua sulle languide speranze
sarò frutto dei tuoi semi
trattenuti nel cuore
luce ai vicoli della tristezza
forza nei momenti di debolezza.
Io sarò per te
tutto quello che hai sempre sognato
e farò del tuo cuore scalfito
un cuore rigenerato
sazio d'amore, sazio di bene.
Così osservo il dolore del mondo
come una foglia secca trasportata dal fiume
della vita che sbocca
sul mare dell'indifferenza.
Così ci stacchiamo dalla quercia maestra
e come foglie ingiallite siamo risucchiati
dal vortice del dolore.
Impotenti al destino
seguiamo quell'ignoto corso
fatto di imprevisti
e dalle correnti veniamo sbattuti
in lungo e in largo inermi
ai fluttui
ai temporali del destino.
Perché se vivere è un dono
anche il soffrire fa vivere
ma inaccettabile alla ragione
non fatta di fede
ma di carne e dolore.
E osservo il mondo
nel suo infausto percorso
da tempo la domanda del suo perché
al dramma
ma inutile
non c'è nessuno che sappia
dare un senso a questa vita
senza senso.
Oggi è una giornata insolita
sento la mia anima
vagare sulle mosse onde
del destino
cerco di mirare a dritta
ma sono in continuo affanno
ho abbandonato i remi
della speranza
e mi lascio trasportare
dal vento della tristezza
chissà se quella stella
che fisso in alto
mi indica la giusta direzione,
chissà se quella stella
che splende più di tutte
mi aspetta nella sua luce nel suo amore.
Un groviglio di pensieri
ingombra il mio animo
quasi a intasare la mia mente
spesso inutili ansie
fatue preoccupazioni.
Poi ti penso
e quel bramarti
sfalda come birilli centrati
tutte quelle sensazioni vuote
e il pensarti resta il gioco più bello
dove oso consumare la notte
per sperarti in un sogno.
C'è penuria d'affetto,
di semplicità,
di gesti sinceri fatti dal cuore,
riusciamo a parlare
con persone distanti
e scappiamo da quelle vicine.
Viviamo in un'epoca
di visi torbidi
e faccine virtuali che sorridono,
abbiamo mani che non sanno
abbracciare
tecnologia in abbondanza
tanto da renderci uomini
e donne chiusi in se stessi
nel propio fardello
dello spreco.
Quei tocchi magici
delicate carezze
che hanno sfiorato
la mia anima
lasciando sulla pelle
tremiti che non dimentico
percezioni ineguagliabili
che si risvegliano
al bussare del tuo nome.