Scritta da: Giuliano 49
in Poesie (Poesie d'amore)
Si chiede
un momento
di magia
tra lo scricchiolio
delle foglie
accartocciate.
Tutto mi riporta a te
ai tuoi occhi
amati.
Composta sabato 6 ottobre 2018
Si chiede
un momento
di magia
tra lo scricchiolio
delle foglie
accartocciate.
Tutto mi riporta a te
ai tuoi occhi
amati.
Ti amo
continuo a sussurrarti
parole d'amore
nel profumo del passato.
Ti amo,
e ti lascio il mio cuore
io, non ti scorderò mai...
Il mio cuore vuole te,
con te come un ciclamino
vuole fiorire.
Nell'attesa ti ama,
aspetta i tuoi baci
come una poesia.
Mi ami
con il cuore di chi
ama senza chiedere nulla.
Tu mi ami, solo amore
nella consapevolezza
delle nubi che coprono il cielo.
Mi ami
tra i raggi del sole
aspettando l'arcobaleno.
Mi ami
nel misurato desiderio,
di chi ha bisogno d'aver accanto
un amore.
Ti ho nel cuore.
Mio dolce Amore,
il mio sentimento
nasce dal tuo sorriso
Ti voglio nel cuore
per vedere sbocciare
un fiore
ai raggi del sole.
Quieto un canto
s'allontana e muore
tra un'attesa
ed un'altra le nuvole
si disfanno.
Rimane il volo di un cuore
agonizzante
la nostalgia dei tuoi occhi
persi in una luce dorata
un dondolio in movimento
tra il tremulo mare
e il cielo.
La pioggia ha steso all'improvviso
le sue mani di fata
su questa sera magica
che segna il cadere di barriere
e apre un fiume di libertà,
un volto di giovane donna
e poi ancora la pioggia,
coi suoi luccichii alla luce
dei lumini ad olio
o contro i fari dell'auto.
E sempre mi manca il finale,
perché qualcosa s'agita,
o si rompe o si sporca,
come le scarpe di Alessia,
la prima a morire
della pioggia della mia ansia.
In campagna, in città,
altre albe mi aspettano.
Nulla cambia in questa follia
ferragostana, ora più fresca.
Un cielo di blu alabastro
rigato di bianco con le tue unghie
di smalto candido.
Come ieri e poi ieri l'altro
ed il giorno prima,
le perle della notte dei tuoi occhi
non mi danno pace.
Forse sei inconsapevole
della tua bellezza altèra,
del tuo incarnato d'avorio nero,
ebano vivo,
delle tue parole che si agitano,
come i tuoi capelli,
nel nero corvino della scrittura.
Pensavi di volerlo,
di desiderarlo ancora.
Ne eri quasi certa,
volevi convincerti.
Ma ora guardati.
Come ti sei ridotta?
Anima fragile
nuovamente svuotata
del suo contenuto.
Raccogli i tuoi vestiti
e quel poco d'amor proprio
rimasto sotto
i cumuli della cenere.
Da quei brandelli
dovrai ripartire
ancora una volta.
T'illudevi di riuscire
ad usare le persone
come loro hanno
sempre fatto con te.
Ma non lo vedi?
Non imparerai mai?
Tu non sei questa.
Sei fatta per amare
ed è soltanto amore
quel che desideri.
Con un unico paradosso:
non essere mai riuscita
ad amare abbastanza
te stessa.
Persone buttate via come spazzatura.
gettate come giocattoli vecchi;
per noia, per abitudine
o perché non funzionano
come ci aspettavamo.
Oramai sostituiamo tutto
con estrema leggerezza.
A che serve riparare,
prendersi cura,
provare ad aggiustare,
quando è più semplice rimpiazzare?
Svariati giocattoli nuovi
ci guardano invitanti dalla vetrina
e già non ricordiamo più
di aver desiderato un tempo
il nostro vecchio giocattolo
con la stessa intensità
con cui ora
bramiamo quelli nuovi.