Scritta da: * Federiko *
in Poesie (Poesie d'amore)
Dolce tormento
pensare
che mi scivoli
addosso
fino a quel bacio
intriso d'amore...
Composta giovedì 25 ottobre 2018
Dolce tormento
pensare
che mi scivoli
addosso
fino a quel bacio
intriso d'amore...
Ormai ti amo da tanto tempo,
e non ti ho mai detto quanto ti amo
quanto mi riempi il cuore di gioia
di questo amore che cresce ogni giorno
e vuole dirti prenditi cura di me.
Io sto bene solo nel tuo abbraccio
solo tu mi fai sentire protetto e sereno.
Mi sembra di essere in ritardo con il tempo
senza averti amata abbastanza
senza averti detto tutte le cose belle
tenendoti stretta, stretta al cuore.
Ti aspetto...
perché quando non ci sei
non so fare altro.
Ti aspetto,
ma tu non tardare,
perché ogni minuto di ritardo,
è un minuto che togli
alla mia felicità...
Il mio cuore ha vagato errando per mare,
ma poi ha trovato la giusta rotta,
da quando tu con amore, hai saputo
spiegare le vele della mia anima.
Sei ancora qua, ad ascoltare le mie abitudini
a guardarmi negli occhi
sotto questo cielo,
che ci protegge e dà forza
di ascoltare anche noi un po' di felicità.
Stiamo, di nuovo, ancora una volta
mandando avanti un sogno
un giorno alla volta, un passo alla volta
ci rendiamo conto che forse non è troppo tardi
per recuperare quanto abbiamo perso
che gira ancora nei nostri occhi
schiusi in un dolcissimo bacio.
S'io fossi un cuore
vorrei essere
quel cuore mio
che diventò tuo
in una notte,
per caso.
Eppure la notte non dormo, veglio
le rose guardo le spine, il calore del
vento è un soffio costante, ma è solo
un momento un grigio ricordo.
La tua faccia non conosce la luce
si spegne al mio sguardo e non mi
ricorda, io fantastico e penso a tempi
lontani a quando conoscevi i miei sogni.
Le mani intorpidiscono al vento le dita
sulle rose accarezzano seta, mentre le
spine sono nelle carni, io prego.
Non conosci più il tempo solo piccoli
sussurri nel nudo istante, quando le
cicatrici si fanno carne, quando fissi
la finestra mi fai un sorriso.
Vola la mente e il triste ricordo, nella
mia casa non c'è più pace, padre mio.
Potrei dirti tante cose, parlarti delle rose
dei gigli di campo, dei grilli e di cicale,
potrei scrivere di sogni appena fatti,
di quei lunghi silenzi spenti, ma non lo faccio.
Ti parlerò del tempo e di quella saetta
che squarcia l'inverno, di quel bagliore
appena passato, dei sorrisi a fior di labbra,
dei brividi a fior di pelle.
Ti porterò un fiore appena cambio pelle,
non appena farà la prima neve,
quando indosserò il maglione di lana.
Sarò attento ai segni del tempo, non
mi troverà impreparato il vento, asciugherò
le tue lacrime e i sogni troverò.
Tra i flutti le foglie, sul far del giorno
è bello non pensare a niente, fermare
la mente, distrarsi da tutti i concetti,
guardare lontano e poi sedersi e non
fiatare, tenersi per mano, guardarsi
negli occhi soltanto.
Dimmi se il tuo è amore puro o solo
perdenza, senza l'ascolto del vento,
se distrai la mente da concetti astratti,
se cambi vestito quando chiedi di me.
Perché il silenzio sovrasta le attese e
ti porta lontano, ferma ogni magia e
vola via.
Tieni le mie mani, prendi la carezza
che tanto ti manca e respira piano
assorbi le mia essenza prime che
venga il freddo.
Avevamo sei anni entrambi
con quel filo
a spasso nel cielo
con appesa tutta la nostra leggerezza,
era la vita.
E per mano allora
al correre via insieme
fianco a fianco,
senza confini definiti
che non dalla sola gioia.
Ma ci sfuggì via
danzando nel vento
leggero,
i nostri sguardi
tra le nuvole
sempre più alti
come le braccia propense
a sfiorarle
ma arrivò
il pianto della disperazione
nell'aver perso qualcosa
d'importante
alla felicità.
Ed oggi,
in questo triste giorno
che non sei più con me,
ho ritrovato quel palloncino rosso perso,
abbracciato da piccole
e brillanti
stelle.