Esperienze


Scritto da: Fabio Privitera
in Diario (Esperienze)
La coerenza spesso è confusa con l'abitudine o l'aspettativa che gli altri hanno riguardo a noi, in base a ciò che sanno o che noi stessi abbiamo affermato di essere. Qui noi sbagliamo, sbagliamo nell'affermare di essere quando ancora non abbiamo compreso che "essere" non è una massa di azioni che si ripetono, di reazioni agli accadimenti. Se questo accade, se ripetiamo le azioni, se ogni reazione è uguale, è perché siamo assoggettati dalla nostra mente a comportarci secondo le regole e i condizionamenti che essa ha maturato nei primi anni della nostra vita e che ha innestato in strutture più o meno rigide. A volte agiamo automaticamente, altre volte riflettiamo e qualcosa non ci torna eppure perpetriamo perché quella è la risposta che ci aspettiamo da noi stessi e che gli altri si aspettano. Può sembrare che cerchiamo di identificarci con noi stessi quando agiamo secondo "coerenza". Ma noi non siamo questo. Essere è sentire e poiché ogni sensazione è diversa, se rispondiamo allo stesso modo, perdiamo l'unicità di quella sensazione, la immagazziniamo insieme alle altre simili che così si confondono ulteriormente. Resta poco. Occorre demolire quelle imponenti strutture architettoniche che determinano le nostre risposte alla vita e alle emozioni ed erigerne di nuove, più flessibili e sensibili alle variazioni. Sul come, esistono molti modi, uno è sicuramente la meditazione, il fare il vuoto in testa e concentrarsi simultaneamente su ogni parte del proprio corpo. Non è immediato, ci vuole tempo ma se si è disposti a spendere ore e ore in palestra per tonificare, scolpire, e mostrare un corpo che dovrà decadere comunque un giorno, non vedo perché non si possa fare lo stesso per rendere più elastica la nostra mente e mostrare ancora più chiaramente agli altri la propria luce, la propria anima.
Composto domenica 19 luglio 2015
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    Scritto da: Fabio Privitera
    in Diario (Esperienze)
    È difficile attraversare un giorno senza che alcun ricordo riaffiori, ed è solo una prospettiva proiettiva delle emozioni e mai lo stesso presente che l'ha serrate nella nostra memoria. I ricordi, di volta in volta, non sono mai uguali e soprattutto non siamo le stesse persone, le stesse vite che ne hanno reso la forma originaria.
    Composto mercoledì 15 luglio 2015
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      Scritto da: light and shadow
      in Diario (Esperienze)
      Perché tutte le volte che si vuole qualcosa questa non arriva e quando la si dimentica, con fatica e sudore, questa compare come se fosse sempre stata li?
      E perché tutte le volte che accade, quei pensieri e quella voglia primordiale che si pensava fossero ben seppelliti, tornano a galla per tentarci a ricadere nell'oblio che erano le emozioni provocate da quella cosa?
      E perché tutte quelle volte noi cediamo all'ebbrezza del desiderio, alla tentazione di quei sentimenti brutali ma bellissimi?
      E perché non pensiamo alle conseguenze di quella ricaduta? Perché non pensiamo che potrebbe essere solo un'illusione, che così facendo potremmo rischiare di ferire qualcuno?
      Perché diventiamo dei predatori a cui non interessa quali saranno i mezzi usati per ottenerla, ma a cui interessa averla e basta?
      Magari poi la otteniamo davvero... ma avrà lo stesso sapore? Ci provocherà le stesse sensazioni? Ci sazierà davvero?
      Perché quando si brama così tanto qualcosa, quando il riuscire ad ottenerla diventa il nostro scopo di vita, quando il resto smette di importare, alla fine, quando finalmente la si ottiene non brilla più come prima, ci si sente vuoti.
      Quindi bisogna domandarsi: ne vale davvero la pena?
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        in Diario (Esperienze)
        "Ti lascio perché ti amo troppo" è una stronzata colossale. Prima di tutto se mi lasci di sicuro non ti importa un fico secco che io possa incontrare un altro, in secondo luogo se mi amassi troppo mi staresti sempre appiccicato addosso, in modo da non lasciarmi fuggire. Quindi vallo a raccontare a tua sorella.
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          in Diario (Esperienze)
          Ti ho visto andar via e nessun termine può rendere l'idea di quel che ho provato: rabbia, dolore, ho pensato l'inimmaginabile. Un macigno che ho dovuto sgretolare con le unghie e coi denti, senza che alcuno se ne accorgesse. Ho trovato da sola il coraggio di voltare pagina, di reinventare la mia vita, ho dovuto farlo per istinto di sopravvivenza, per autodifesa, per non dartela vinta, e mascherare ciò che andava a pezzi dentro me come un castello di sabbia spazzato da un'improvvisa tempesta. Dicono che il dolore renda migliori, questo non saprei dirlo. Certo ho mandato giù la solitudine e la disperazione come fossero il mio pane quotidiano, nessuno ha capito ciò che mi stava succedendo, e ora, più che mai, non mi importa che qualcuno lo capisca. Ho superato momenti nerissimi, e nemmeno l'ombra della tua presenza. Ora mi chiedi di comprenderti, di starti accanto perché stai attraversando un momento buio, mi spiace, io non ci sono perché non sono un clown, sono una donna coerente e matura. Solo non chiedermi di aspettarti! Mai! Non avresti dovuto voltarmi le spalle in quel modo! Non sono più la donna che hai conosciuto, ora di fronte hai una pantera, ferita ma agguerrita, non so se ti convenga sfidarmi ancora. Ora crederò solo alla mia di parola e sarai tu a stare alle mie regole. Semmai dovessi arrivare a sentire la mia mancanza, beh, cavoli tuoi. Non mi volterò indietro. Posso stringerti la mano, ma non afferrarla, ti colpirei senza pietà.
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            Scritto da: Silvia Nelli
            in Diario (Esperienze)
            Tante volte mi sono sentita dire: "quelle come te" fanno paura ". Mah, io avrei paura di altro: dell'ipocrisia, della falsità, dell'irruenza, dell'aggressività. Avrei paura dei finti sentimenti, dei finti sorrisi. Non certo di una persona sicura di sé, che sa affrontare le difficoltà. Quelle come me prima di darti la soddisfazione che stanno a pezzi, sorridono. Quelle come me non la daranno mai vinta a chi vorrebbe vederle con il culo per terra. Quelle come me non lasciano scie di" vittimismo "e lagne pietose attorno a sé, ma lasceranno sempre un esempio di coraggio e dignità. Quelle come me vanno sapute leggere oltre alla durezza e la forza apparente, soprattutto quando dimostrano di avere un cuore, di saper amare, rispettare ed essere persone sincere. Quelle come me spesso restano sole proprio perché non sono per tutti. Fiera di essere per pochi, perché quelle come me non cambieranno mai. Preferiranno sempre i loro "contro coglioni" ai "sì sì" di convenienza per avere l'approvazione della gente.
            Composto lunedì 20 luglio 2015
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              Scritto da: Maria Viola
              in Diario (Esperienze)
              Ogni giorno che finisce traccia una strada nuova che abbiamo attraversato, ricorderemo le soste, gli incroci e le vetrine, di cui ci siamo arricchiti percorrendola, ricorderemo e perderemo traccia finché il nostro sguardo non si fermerà di nuovo un quel tratto che ha segnato il nostro giorno.
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                Scritto da: Giuliana Z.
                in Diario (Esperienze)
                Ci sono ricordi che ci accompagneranno per sempre lungo il nostro cammino. Anche una semplice carezza, uno sguardo od un sorriso possono rimanere eterni. Nessuno li può cancellare. Invisibili agli occhi, sono ben nascosti nella nostra anima, depositati come un tesoro prezioso, un bene da tenere stretto al cuore, perché arriverà quel momento che ci serviranno per abbellire la vita, quando la nostra tristezza sarà lì, a portarci in altro mondo. Ecco allora li tireremmo fuori come vecchi gingilli, utili per strapparci un sorriso, per far sì che quelle preziose e vecchie emozioni ritornino a rivivere in noi anche solo per qualche breve istante.
                Composto giovedì 25 giugno 2015
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                  Scritto da: Marilisa Menegatti
                  in Diario (Esperienze)
                  Momenti che si svuotano nell'istante di un battito di ciglia. E si sta lì a guardarli da uno schermo invisibile, scivolati dalle mani come fossero olio, attendendo che il prossimo attimo si incroci col presente e rallenti il suo corso per non perderne l'essenza. Liberandosi dalla coscienza e dall'incoscienza di ascoltare il resto e non sé stessi. Ora esisto solo io e come essere pensante baso il mio presente sul mio solo volere e su ciò che ne fa parte. Il resto è solo sbuffo di polvere che vaga in una piazza senza sogni.
                  Composto lunedì 13 luglio 2015
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                    Scritto da: Fabio Resta
                    in Diario (Esperienze)
                    Che senso può avere lasciarti andar via se poi vivi dentro me? ora sento il nostro distacco farci soffrire parecchio, ciò che hai riposto nel mio cuore un giorno tornerà limpido e riuscirò a vederlo e ad gioirne. Avrei voluto sì conoscerti qualche anno fa, quando ancora non eri promessa a nessuno, dove le nostre anime si sarebbero potute amare senza essere clandestine, senza nuocere a nessuno. Si dice che l'amore per essere vero non deve aver pretese, ma come puoi amare a metà? Come puoi amare sapendo che stai facendo del male? Come fai a sottrarre l'amore, che una persona si è meritato, sicuramente mettendoci passione, comprensione, pazienza, affetto, dolore, ansie, silenzi e sofferenza, si sa l'amore ci fa star bene ma in un attimo ci può rendere deboli, disperati e a volte incoscienti ed accecati. Avrei voluto essere il tuo amato e non certo un amante fugace. So che i nostri cuori non potranno mai scordare ciò che si sono detti, nemmeno alla fine dei giorni di questa vita che sembra essere lunga ma in realtà è breve e scorre veloce. Grazie per tutto l'amore che hai potuto darmi e per quello che avresti voluto, non lo scorderò mai... tuo.
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