La nebbia agli irti colli Piovigginando sale, E sotto il maestrale urla e biancheggia il mar; Ma per le vie del borgo Dal ribollir dè tini Va l'aspro odor de i vini L'anime a rallegrar. Gira sù ceppi accesi Lo spiedo scoppiettando: Sta il cacciator fischiando Su l'uscio a rimirar Tra le rossastre nubi Stormi d'uccelli neri, Com'esuli pensieri, Nel vespero migrar.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
Tieni stretto ciò che è buono, anche se è un pugno di terra. Tieni stretto ciò in cui credi, anche se è un albero solitario. Tieni stretto ciò che devi fare, anche se è molto lontano da qui. Tieni stretta la vita, anche se è più facile lasciarsi andare. Tieni stretta la mia mano, anche quando mi sono allontanato da te.
Dalla vita ho imparato Per ogni tramonto, c'è un giorno che sorge. Per ogni sogno che finisce, c'è uno che nasce. Per ogni porta che si chiude una si apre. Per ogni amore che finisce, un altro inizia. Per ogni fine c'è un nuovo inizio. Per ogni partenza c'è un arrivo Per ogni sconfitta c'è una rivincita. Niente è mai finito finché c'è la vita.
Il senso della vita, è un figlio, un amore. Un tramonto, un nuovo giorno, la pioggia il sole. I ricordi, gli amici Il passato, il presente E ancora di più, il futuro, la felicità l'eternità.
Sei l'aria che respiro la pace il tormento dei miei sensi. Sei il mio punto di partenza e d'arrivo. Un cielo nero o stellato Un mare calmo oppure in tempesta. Un tramonto oppure il sorgere del sole. Sei un arcobaleno di colori di emozioni. Sei la mia continuità.
Ho trascorso notti a piangere a cercare i "perché". Ho sentito il rumore del silenzio trafiggermi l'anima senza trovarne ragione fra le lacrime ho continuato ... a cercare
Ho atteso che la notte si dissolvesse in un sorriso, mi sono aggrappata ai ricordi se mai ricordi ci fossero stati senza mai trovare pace.
Ho visto la notte abbracciare l'alba senza vedere il sole dei "perché" con l'anima in attesa... di una semplice carezza.
È uno di quei giorni in cui le somme non tornano. Il cuore sembra svuotarsi per lasciar posto alle lacrime. L'anima diventa polvere trasformata in fango da troppe sale versato.
Il sole non basta a scaldarmi, il dolore è un mantello di ghiaccio che avvolge per uccidere, l'anima a fatica respira, ricordi troppo pesanti portano a fondo.
Le parole non servono che a confondere, a stordire e illudersi di aver fatto male i conti rimando a domani, magari trovo "l'ammanco".