Tu lodi il mio sacrificio, Spoon River, perché allevai Irene e Mary, orfane di mia sorella! E biasimi Irene e Mary perché mi disprezzarono! Ma non lodare il mio sacrificio, e non censurare il loro disprezzo; io le allevai, ebbi cura di loro, è vero! — ma avvelenai questi benefici col costante rinfaccio della loro dipendenza.
Non chiesi nulla, solo mi fermai al limite del bosco, dietro un albero. Gli occhi dell'alba erano languidi, e la rugiada era ancora nell'aria. Il delicato profumo dell'erba bagnata indugiava nella nebbia sottile che avvolgeva la terra. Sotto un banano mungevi la mucca con le tue mani tenere, fresche come il burro. Io me ne stavo immobile. Non dissi una parola. Fu l'uccello che cantò, nascosto, dal cespuglio. L'albero di mango lasciava cadere i suoi fiori sulla strada del villaggio e le api venivano ronzando, a una a una. Dalla parte dello stagno il cancello del tempio di Shiva era aperto e un fedele aveva iniziato il suo canto. Con il secchio sulle ginocchia tu mungevi la mucca. Io rimasi con il mio secchio vuoto. Non ti venni vicino. Il cielo si destò al suono del gong del tempio. Gli zoccoli delle bestie che andavano al pascolo sollevavano la polvere della strada. Con le brocche piene posate sull'anca, le donne venivano dal fiume. I tuoi bracciali tintinnavano e la schiuma traboccava dal secchio. La mattina passò e io non ti venni vicino.
Le sei del mattino. Ho aperto la porta del giorno ci sono entrato ho assaporato l'azzurro nuovo nelle finestre le rughe della mia fronte di ieri sono rimaste sullo specchio
sulla mia nuca una voce di donna tenera peluria di pesca e le notizie del mio paese alla radio
vorrei correre d'albero in albero nel frutteto delle ore
verrà il tramonto, mia rosa e al di là della notte mi aspetterà spero il sapore di un nuovo azzurro.
Ascoltami, i poeti laureati si muovono soltanto fra le piante dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti. Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi fossi dove in pozzanghere mezzo seccate agguantano i ragazzi qualche sparuta anguilla: le viuzze che seguono i ciglioni, discendono tra i ciuffi delle canne e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Meglio se le gazzarre degli uccelli si spengono inghiottite dall'azzurro: più chiaro si ascolta il susurro dei rami amici nell'aria che quasi non si muove, e i sensi di quest'odore che non sa staccarsi da terra e piove in petto una dolcezza inquieta. Qui delle divertite passioni per miracolo tace la guerra, qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza ed è l'odore dei limoni.
Vedi, in questi silenzi in cui le cose s'abbandonano e sembrano vicine a tradire il loro ultimo segreto, talora ci si aspetta di scoprire uno sbaglio di Natura, il punto morto del mondo, l'anello che non tiene, il filo da disbrogliare che finalmente ci metta nel mezzo di una verità Lo sguardo fruga d'intorno, la mente indaga accorda disunisce nel profumo che dilaga quando il giorno più languisce. Sono i silenzi in cui si vede in ogni ombra umana che si allontana qualche disturbata Divinità
Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase. La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta il tedio dell'inverno sulle case, la luce si fa avara - amara l'anima. Quando un giorno da un malchiuso portone tra gli alberi di una corte ci si mostrano i gialli dei limoni; e il gelo del cuore si sfa, e in petto ci scrosciano le loro canzoni le trombe d'oro della solarità.
Come accade, ditemi, che io, il più erudito degli avvocati, che conoscevo Blackstone e Coke quasi a memoria, che feci il più gran discorso che il tribunale avesse mai udito, e scrissi un esposto che meritò l'elogio del pretore Breese — come accade, ditemi, che io giaccio qui, dimenticato, ignoto, mentre Chase Henry, l'ubriacone della città, ha un cippo di marmo, sormontato da un'urna, su cui la Natura in un capriccio d'ironia ha seminato un cespo in fiore?
Maurizio, non piangere, non sono qui sotto il pino. L'aria profumata della primavera bisbiglia nell'erba dolce, le stelle scintillano, la civetta chiama, ma tu ti affliggi, e la mia anima si estasia nel nirvana beato della luce eterna! Và dal cuore buono che è mio marito, che medita su ciò che lui chiama la nostra colpa d'amore: - digli che il mio amore per te, e così il mio amore per lui, hanno foggiato il mio destino — che attraverso la carne raggiunsi lo spirito e attraverso lo spirito, pace. Non ci sono matrimoni in cielo, ma c'è l'amore.
L'esangue primavera già tristemente esilia L'inverno, tempo lucido, tempo d'arte serena, E in me, dove un oscuro sangue colma ogni vena, L'impotenza si stira ed a lungo sbadiglia. Crepuscoli s'imbiancano tiepidi nella mente Che come vecchia tomba serra un cerchio di ferro, Ed inseguendo un sogno vago e bello, io erro Pei campi ove la linfa esulta immensamente. Poi procombo snervato di silvestri sentori, E scavando al mio sogno una fossa col viso, Mordendo il suolo caldo dove, sbocciano i fiori, Attendo nell'abisso che il tedio s'alzi... Oh riso Intanto dell'Azzurro sulla siepe e sui voli Degli uccelli ridesti che cinguettano al sole!
Woher sind wir geboren? Aus Lieb. Wie wären wir verloren? Ohn Lieb. Was hilft uns überwinden? Die Lieb. Kann man auch Liebe finden? Durch Lieb. Was läßt nicht lange weinen? Die Lieb. Was soll uns stets vereinen? Die Lieb.
Da dove siamo nati?
Da dove siamo nati? Dall'amore. Come saremmo perduti? Senza amore. Cosa ci aiuta a superarci? L'amore. Si può trovare anche l'amore? Con amore. Cosa abbrevia il pianto? L'amore. Cosa deve unirci sempre? L'amore.