Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Il poeta

Il poeta è un uccello
che becca le parole
sotto la neve del normale
viene sul davanzale
e scappa, impaurito
se lo vuoi catturare
Il poeta è femmina
Il poeta è gagliardo
ha qualcosa, nello sguardo
che tu dici: è un poeta
Spesso è analfabeta
ma è meglio
è piú immediato
il poeta è un ammalato
colitico, fegatoso, asmatico
il poeta è antipatico, scontroso
ombroso: guai
chiamarlo poeta
è una cometa
che annuncia un mondo nuovo
è assolutamente inutile
è un fallito
è un pappagallo di partito
è organico, no,
è fatto d'aria
ha nella penna tutta intera
la rabbia proletaria
è sopra la politica
è sopra il mondo
il poeta è tisico e biondo
il poeta è sempre suicida
il poeta è un furbone
il poeta è una sfida
alle banalità del mondo
il poeta è assolutamente
del tutto normale
il poeta è omosessuale
il poeta è un santo
il poeta è una spia
poi un giorno va via
in un isola lontana
o anche a puttana
e lascia un gran vuoto
nella poesia
la sua
il poeta è il titolo
di questa mia.
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    In Barca

    Vedi le stelle, amore,
    Ancor più chiare nell'acqua e splendenti
    Di quelle sopra a noi, e più bianche
    Come ninfee!

    Ombre lucenti di stelle, amore:
    Quante stelle sono nella tua coppa?
    Quante riflesse nella tua anima?
    Solo le mie, amore, le mie soltanto?

    Guarda, quando i remi muovo,
    Come deformate s'agitano
    Le stelle, e vengon disperse!
    Perfino le tue, lo vedi?

    Rovesciano le stelle le acque
    Acque povere, inquiete, abbandonate...!
    Dici, amore, che non viene scosso il cielo
    E immobili son le sue stelle?

    Là! hai visto
    Quella scintilla volare su di noi? Le stelle
    In cielo neanche son sicure.
    E di me, che sarà, amore, di me?

    Cosa sarà, amore, se presto
    La tua stella fosse lanciata sopra un'onda?
    Sembrerebbero le tenebre un sepolcro?
    Svaniresti tu, amore, svaniresti?
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      La strada nel bosco

      Chiusero la strada lì nel bosco
      già una settantina d'anni fa,
      maltempo e piogge l'hanno cassata,
      ed ora non potresti mai dire
      che c'era un tempo una strada lì nel bosco
      prima ancora che piantassero gli alberi.
      Starà sotto la macchia e sotto l'erica,
      o sotto gli esili anemoni.
      Solo il custode riesce a vedere
      che dove cova la palombella
      e i tassi ruzzolano a loro agio
      c'era un tempo una strada lì nel bosco.

      Pure, se nel bosco ti inoltri
      in una tarda sera d'estate, quando fa
      la brezza freschi i laghetti guizzanti di trote,
      dove la lontra fischia al compagno
      (non temono gli uomini nel bosco
      poiché ne vedono ben pochi),
      udrai lo scalpitio di un cavallo
      e il frusciar di una gonna sulla rugiada,
      un galoppo fermo e persistente
      attraverso quelle nebbiose solitudini:
      quasi che perfettamente conoscessero
      l'antica perduta strada lì nel bosco...
      Ma non c'è nessuna strada lì nel bosco!
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Buongiorno, mezzanotte

        Buongiorno, mezzanotte.
        Torno a casa.
        Il giorno si è stancato di me:
        come potevo io - di lui?
        Era bella la luce del sole.
        Stavo bene sotto i suoi raggi.
        Ma il mattino non mi ha voluta più,
        e così, buonanotte, giorno!

        Posso guardare, vero,
        l'oriente che si tinge di rosso?
        Le colline hanno dei modi allora
        che dilatano il cuore.

        Tu non sei così bella, mezzanotte.
        Io ho scelto il giorno.
        Ma, ti prego, prendi una bambina
        che lui ha mandato via.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Nevicata

          Nevica: l'aria brulica di bianco;
          la terra è bianca; neve sopra neve:
          gemono gli olmi a un lungo mugghio stanco:
          cade del bianco con un tonfo lieve.
          E le ventate soffiano di schianto
          e per le vie mulina la bufera;
          passano bimbi: un balbettìo di pianto;
          passa una madre: passa una preghiera.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Senza nessuna ragione qualcosa si rompe in me

            Senza nessuna ragione qualcosa si rompe in me
            e mi chiude la gola
            Senza nessuna ragione sobbalzo ad un tratto
            lasciando a mezzo lo scritto
            senza nessuna ragione nella hall di un albergo
            sogno in piedi
            senza nessuna ragione l'albero sul marciapiede
            mi batte in fronte

            senza nessuna ragione un lupo urla alla luna
            iroso infelice affamato
            senza nessuna ragione le stelle scendono a dondolarsi
            sull'altalena del giardino
            senza nessuna ragione vedo come sarò nella tomba
            senza nessuna ragione nebbia e sole nella mia testa
            senza nessuna ragione mi attacco al giorno che inizia
            come se non dovesse finire mai più
            e ogni volta sei tu
            che sali dalle acque.
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              Il cuore del cipresso

              O cipresso, che solo e nero stacchi
              dal vitreo cielo, sopra lo sterpeto
              irto di cardi e stridulo di biacchi:

              in te sovente, al tempo delle more,
              odono i bimbi un pispillìo secreto,
              come d'un nido che ti sogni in cuore.

              L'ultima cova. Tu canti sommesso
              mentre s'allunga l'ombra taciturna
              nel tristo campo: quasi, ermo cipresso,
              ella ricerchi tra què bronchi un'urna.

              Più brevi i giorni,
              e l'ombra ogni dì meno
              s'indugia e cerca, irrequieta, al sole;
              e il sole è freddo e pallido il sereno.

              L'ombra, ogni sera prima, entra nell'ombra:
              nell'ombra ove le stelle errano sole.
              E il rovo arrossa e con le spine ingombra

              tutti i sentieri, e cadono già roggie
              le foglie intorno (indifferente oscilla
              l'ermo cipresso), e già le prime pioggie
              fischiano, ed il libeccio ulula e squilla.

              E il tuo nido? Il tuo nido?... Ulula forte
              il vento e t'urta e ti percuote a lungo:
              tu sorgi, e resti; simile alla Morte.

              E il tuo cuore? Il tuo cuore?... Orrida trebbia
              l'acqua i miei vetri, e là ti vedo lungo,
              di nebbia nera tra la grigia nebbia.

              E il tuo sogno? La terra ecco scompare:
              la neve, muta a guisa del pensiero,
              cade. Tra il bianco e tacito franare
              tu stai, gigante immobilmente nero.
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                Scritta da: Silvana Stremiz

                Il Natale del 1833

                Sì che Tu sei terribile!
                Sì che in quei lini ascoso,
                In braccio a quella Vergine,
                Sovra quel sen pietoso,
                Come da sopra i turbini
                Regni, o Fanciul severo!
                E fato il tuo pensiero,
                È legge il tuo vagir.

                Vedi le nostre lagrime,
                Intendi i nostri gridi;
                Il voler nostro interroghi,
                E a tuo voler decidi.
                Mentre a stornar la folgore
                Trepido il prego ascende
                Sorda la folgor scende
                Dove tu vuoi ferir.

                Ma tu pur nasci a piangere,
                Ma da quel cor ferito
                Sorgerà pure un gemito,
                Un prego inesaudito:
                E questa tua fra gli uomini
                Unicamente amata,
                Nel guardo tuo beata,
                Ebra del tuo respir,

                Vezzi or ti fa; ti supplica
                Suo pargolo, suo Dio,
                Ti stringe al cor, che attonito
                Va ripetendo: è mio!
                Un dì con altro palpito,
                Un dì con altra fronte,
                Ti seguirà sul monte.
                E ti vedrà morir.

                Onnipotente….
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