Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Ma è il mio cuore amore mio

I tuoi occhi m'interrogano tristi.
Vorrebbero sapere i miei pensieri
come la luna che scandaglia il mare.
Dal principio alla fine ho denudato
la mia vita davanti ai tuoi occhi,
senza nulla celarti o trattenere.
Ed è per questo che non mi conosci.
Se fosse soltanto una gemma,
la romperei in cento pezzi
e con essi farei una catena
da mettere attorno al tuo collo.
Se fosse soltanto un fiore,
rotondo e piccolo e dolce,
lo coglierei dallo stelo
per metterlo nei tuoi capelli.

Ma è il mio cuore, mia diletta
Dove sono le sue spiagge e il suo fondo ?
Di questo regno tu ignori i confini
e tuttavia sei la sua regina.
Se fosse solo un momento di gioia
fiorirebbe in un facile sorriso,
lo potresti capire in un momento.
Se fosse soltanto un dolore
si scioglierebbe in limpide lacrime,
rivelando il suo più intimo segreto
senza dire una sola parola.
Ma è il mio cuore, amore mio.
Le sue gioie e i suoi dolori
sono sconfinati, e infiniti
i suoi desideri e le sue ricchezze.
Ti è vicino come la tua stessa vita,
ma non puoi conoscerlo interamente.
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Gioventù vergine

    Di quando in quando
    Tutto m'ansima il corpo
    E la vita mi appare negli occhi,
    Tra essi vibrando e la bocca
    Giù selvatica discende per le membra
    Lasciando gli occhi miei svuotati tumultuanti
    E il petto mio quieto colma d'un fremito e un calore;
    E giù per le snelle ondulazioni sottostanti
    Che onde diventan pesanti, di passione gonfie
    E il ventre mio placido e sonnolento
    All'istante ribelle si desta bramoso,
    Eccitato sforzandosi e attento,
    Mentre le tenere braccia abbandonate
    Con forza selvaggia s'incrociano
    A stringere - quel che non hanno stretto mai.
    E tutto io vibro, tremo e ancora tremo
    Finché la strana potenza che il corpo mi scuoteva
    Non svanisce
    E nobile non risorge l'ininterrotto fluire della vita
    Nella durezza implacabile dei miei occhi,
    Non risorge dalla bellezza solitaria del corpo mio
    Esausto e insoddisfatto.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Spesso il male di vivere ho incontrato

      Spesso il male di vivere ho incontrato:
      era il rivo strozzato che gorgoglia,
      era l'incartocciarsi della foglia
      riarsa, era il cavallo stramazzato.
      Bene non seppi; fuori del prodigio
      che schiude la divina Indifferenza:
      era la statua nella sonnolenza
      del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        George Gray

        Molte volte ho studiato
        la lapide che mi hanno scolpito:
        una barca con vele ammainate, in un porto.
        In realtà non è questa la mia destinazione
        ma la mia vita.
        Perché l'amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
        il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;
        l'ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.
        Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
        E adesso so che bisogna alzare le vele
        e prendere i venti del destino,
        dovunque spingano la barca.
        Dare un senso alla vita può condurre a follia
        ma una vita senza senso è la tortura
        dell'inquietudine e del vano desiderio —
        una barca che anela al mare eppure lo teme.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Amore non dannarmi

          Amore non dannarmi al mio destino
          tienimi aperte tutte le stagioni
          fa che il mio grande e tiepido declino
          non si addormenti lungo le pulsioni
          metti al passivo tutte le passioni
          dormi teneramente sul cuscino
          dove crescono provvide ambizioni
          d'amore e di passione universale,
          toglimi tutto e non mi fare male.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            Water, is taught by thirst.
            Land - by the Ocean passed.
            Transport - by throe -
            Peace - by its battles told
            Love, by Memorial Mold -
            Birds, by the Snow.


            L'acqua è insegnata dalla sete.
            La terra, dagli oceani traversati.
            La gioia, dal travaglio.
            La pace, dai racconti di battaglia.
            L'amore da un'impronta di memoria.
            Gli uccelli, dalla neve.
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              Il carnevale di Gerti

              Se la ruota si impiglia nel groviglio
              delle stesse filanti ed il cavallo
              s'impenna tra la calca, se ti nevica
              fra i capelli e le mani un lungo brivido
              d'iridi trascorrenti o alzano i bambini
              le flebili ocarine che salutano
              il tuo viaggio e i lievi echi si sfaldano
              giù dal ponte sul fiume
              se si sfolla la strada e ti conduce
              in un mondo soffiato entro una tremula
              bolla d'aria e di luce dove il sole
              saluta la tua grazia-hai ritrovato
              forse la strada che tentò un istante
              il piombo fuso a mezzanotte quando
              finì l'anno tranquillo senza spari.

              Ed ora vuoi sostare dove un filtro
              fa spogli i suoni
              e ne deriva i sorridenti ed acri
              fumi che ti compongono il domani;
              ora chiedi il paese dove gli onagri
              mordano quadri di zucchero dalle tue mani
              e i tozzi alberi spuntino germogli
              miracolosi al becco dei pavoni.

              (Oh, il tuo carnevale sarà più triste
              stanotte anche del mio, chiusa fra i doni
              tu per gli assenti: carri dalle tinte
              di rosolio, fantocci ed archibugi,
              palle di gomma, arnesi da cucina
              lillipuziani: l'urna li segnava
              a ognuno dei lontani amici l'ora
              che il gennaio si schiuse e nel silenzio
              si compì il sortilegio. È carnevale
              o il dicembre s'indugia ancora? Penso
              che se muovi la lancetta al piccolo
              orologio che rechi al polso, tutto
              arretrerà dentro un disfatto prisma
              babelico di forme e di colori... )

              E il natale verrà e il giorno dell'anno
              che sfolla le caserme e ti riporta
              gli amici spersi e questo carnevale
              pur esso tornerà che ora ci sfugge
              tra i muri che si fendono già. Chiedi
              tu di fermare il tempo sul paese
              che attorno si dilata? Le grandi ali
              screziate ti sfiorano, le logge
              sospingono all'aperto esili bambole
              bionde, vive, le pale dei mulini
              rotano fisse sulle pozze garrule.
              Chiedi di trattenere le campane
              d'argento sopra il borgo e il suono rauco
              delle colombe? Chiedi tu i mattini
              trepidi delle tue prode lontane?

              Come tutto si fa strano e difficile
              come tutto è impossibile, tu dici.
              La tua vita è quaggiù dove rimbombano
              le ruote dei carriaggi senza posa
              e nulla torna se non forse
              in questi disguidi del possibile.
              Ritorna là fra i morti balocchi
              ove è negato pur morire; e col tempo che ti batte
              al polso e all'esistenza ti ridona,
              tra le mura pesanti che non s'aprono
              al gorgo degli umani affaticato,
              torna alla via dove con te intristisco
              quella che mi additò un piombo raggelato
              alle mie, alle tue sere:
              torna alle primavere che non fioriscono.
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                Scritta da: Silvana Stremiz

                Shall I compare thee to a summer's day? (Sonnet 18)

                Shall I compare thee to a summer's day?
                Thou art more lovely and more temperate:
                Rough winds do shake the darling buds of May,
                And summer's lease hath all too short a date:
                Sometime too hot the eye of heaven shines,
                And often is his gold complexion dimm'd;
                And every fair from fair sometime declines,
                By chance, or nature's changing course untrimm'd;
                But thy eternal summer shall not fade,
                Nor lose possession of that fair thou ow'st;
                Nor shall Death brag thou wander'st in his shade,
                When in eternal lines to time thou grow'st:
                So long as men can breathe, or eyes can see,
                So long lives this, and this gives life to thee.
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                  Scritta da: Silvana Stremiz

                  In quanti modi ti amo?

                  In quanti modi ti amo? Fammeli contare.
                  Ti amo fino alla profondità, alla larghezza e all'altezza
                  Che la mia anima può raggiungere, quando partecipa invisibile
                  Agli scopi dell'Esistenza e della Grazia ideale.
                  Ti amo al pari della più modesta necessità
                  Di ogni giorno, al sole e al lume di candela.
                  Ti amo generosamente, come chi si batte per la Giustizia;
                  Ti amo con purezza, come chi si volge dalla Preghiera.
                  Ti amo con la passione che gettavo
                  Nei miei trascorsi dolori, e con la fiducia della mia infanzia.
                  Ti amo di un amore che credevo perduto
                  Insieme ai miei perduti santi, - ti amo col respiro,
                  I sorrisi, le lacrime, di tutta la mia vita! - e, se Dio vorrà,
                  Ti amerò ancora di più dopo la morte.
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                    Scritta da: Silvana Stremiz
                    Démons et merveilles
                    Vents et marées
                    Au loin déjà la mer s'est retirée
                    Et toi
                    Comme une algue doucement caressée par le vent
                    Dans les sables du lit tu remues en rêvant
                    Démons et merveilles
                    Vents et marées
                    Au loin déjà la mer s'est retirée
                    Mais dans tes yeux entr'ouverts
                    Deux petites vagues sont restées
                    Démons et merveilles
                    Vents et marées
                    Deux petites vagues pour me noyer.
                    Demoni e meraviglie
                    Venti e maree
                    Lontano di gia' si e' ritirato il mare
                    E tu
                    Come alga dolcemente accarezzata dal vento
                    Nella sabbia del tuo letto ti agiti sognando
                    Demoni e meraviglie
                    Venti e maree
                    Lontano di gia' si e' ritirato il mare
                    Ma nei tuoi occhi socchiusi
                    Due piccole onde son rimaste
                    Demoni e meraviglie
                    Venti e maree
                    Due piccole onde per annegarmi.
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