Poesie inserite da Christabella del Mar

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Scritta da: Christabella del Mar

A mio padre

Tu sai quello che ancora io non so
l'inutile riposo della notte,
la pace che spande la sua morta
luce nelle taverne vuote,
i borghi uccisi dalle ruspe.
Le nude camelie nel terriccio,
come rosari abbandonati dalle vecchie,
altra stagione vogliono dirci.
Ritorna il tempo della pesca: famelico,
tu aneli con sacrale riverenza,
nell'agonia d'un amo o d'una lenza,
qualche sarago pizzuto.
Non sa nulla la bestia marina
d'una morte di buon mattino.
Spera la fuga col fermo colpo
d'una mascella nel mare sorrentino.
Non sa che dietro ad ogni desiderio
della vita c'è già la morte tutta della terra
tu sai quello che ancora io non so
le cose che io solo nomino
e sono il mondo.
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    Scritta da: Christabella del Mar
    Di tutto restano tre cose:
    la certezza che stiamo sempre iniziando,
    la certezza che abbiamo bisogno di continuare,
    la certezza che saremo interrotti prima di finire.
    Pertanto, dobbiamo fare:
    dell'interruzione, un nuovo cammino,
    della caduta un passo di danza,
    della paura una scala,
    del sogno un ponte,
    del bisogno un incontro.
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      Scritta da: Christabella del Mar

      Ali ingiallite di zolfo

      Nel giardino di campagna
      dove il freddo e il caldo
      si stringono la mano per noi,
      dove le rondini fanno congressi d'amore
      e le farfalle con ali ingiallite di zolfo
      abbracciano i fiori della più triste primavera
      dopo aver preso i sorrisi dal internet,
      In questo giardino di campagna
      dove non c'è odio né dolore
      dove non c'è desiderio di morire,
      una farfalla gialla e un filo d'erba
      c'insegnano ad amare
      che forse abbiamo dimenticato.
      Nel giardino di campagna
      ho lasciato la chiave del domani tra le rocce,
      laddove con la punta di un chiodo
      senza notare, ho incrostato una croce.
      Composta mercoledì 29 aprile 2020
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        Scritta da: Christabella del Mar

        Vi ritroverò, non mi cercate!

        Quella linea quasi lineare
        senza una geometria particolare,
        quella linea che porta a casa
        mi sono perso. Mi sono disorientata un po'
        ma non vi preoccupate per me!
        Vi troverò
        quando eravate tutti a tavola
        mi sono alzata e sono andata via.
        Non per sempre, per noia
        e che mi stufava la vostra compagnia.
        Mi soffocava la banalità
        e tutte le stronzate mille volte raccontate
        vi voglio bene ma ogni volta che fingo un sorriso
        il peso scava un'altra ruga sul mio viso.
        Sì, tornerò, ma senza ridere solo per compiacere,
        io rido per davvero solo in tacere
        tornerò, perché quando il cielo e le nuvole
        piangono
        e quando sulla striscia bianca ci sono piogge
        e i passanti mi guardano o mi chiamano,
        non è meglio che con voi.
        E da quando sto fantasticando tutto ciò
        trovai anche la linea che porta a casa.
        Composta lunedì 27 aprile 2020
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          Scritta da: Christabella del Mar

          Vi ritroverò, non mi cercate!

          Quella linea quasi lineare
          senza una geometria particolare,
          quella linea che porta a casa...
          mi sono perso. Mi sono disorientata un po'
          ma non vi preoccupate per me!
          Vi troverò...
          quando eravate tutti a tavola
          mi sono alzata e sono andata via.
          Non per sempre, per noia
          e che mi stufava la vostra compagnia.
          Mi soffocava la banalità
          e tutte le stronzate mille volte raccontate...
          vi voglio bene ma ogni volta che fingo un sorriso
          il peso scava un'altra ruga sul mio viso.
          Sì, tornerò, ma senza ridere solo per compiacere,
          io rido per davvero solo in tacere...
          tornerò, perché quando il cielo e le nuvole
          piangono
          e quando sulla striscia bianca ci sono piogge
          e i passanti mi guardano o mi chiamano,
          non è meglio che con voi.
          E da quando sto fantasticando tutto ciò
          trovai anche la linea che porta a casa.
          Composta lunedì 27 aprile 2020
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            Scritta da: Christabella del Mar

            Rosa di fuoco

            Di primavera siete orditi, o amanti;
            di vento e d'acqua e terra e sole orditi.
            La montagna nei vostri petti ansanti
            e dentro gli occhi i campi rifioriti,

            esibite una mutua primavera,
            di dolce latte impavidi e insaziati,
            ch'oggi v'offre la lùbrica pantera,
            prima che, torva, sul cammino guati.

            Muovetevi, se l'asse della terra
            verso il solstizio dell'estate aberra –
            verde il mandorlo e vizza la violetta,

            sete vicina, fonte non lontano –
            verso la sera amabile e perfetta
            con la rosa di fuoco nella mano.
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              Scritta da: Christabella del Mar

              La primavera sorrideva

              Un giorno mi sorprese la primavera
              che in tutti i campi intorno sorrideva.
              Verdi foglie in germoglio
              gialle rigonfie gemme delle fronde,
              fiori gialli, bianchi e rossi davano
              varietà di toni al paesaggio.
              E il sole
              sulle fronde tenere
              era una pioggia
              di raggi d'oro;
              nel sonoro scorrere
              del fiume ampio
              si specchiavano
              argentei e sottili i pioppi.
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                Scritta da: Christabella del Mar

                Pensiero nero

                Vorrei sorridere per te e rincuorarti
                ma le orecchie si sono allagate
                de inaspettate lacrime:
                gli occhi hanno litigato con il sonno
                ed il cervello non capisce più
                quando è notte o giorno.
                Non mi spaventa il buio né la morte
                nemmeno il silenzio che mi prende a botte...
                mi fa paura il giorno di "dopo",
                la libertà che si infila poco a poco.
                Sì, è la libertà che irromperà come un vulcano
                sotto il sole morso di troppo silenzio e affanno.
                E dire oggi che andrà tutto bene
                è una frase vuota, non mi appartiene.
                Non ho paura di morte, ho paura dei morti!
                Che sono tanti che non puoi far i conti...
                da quando piangono, nessuno può sentire
                i loro urli forti nelle urne cinerarie
                oppure dentro i cimiteri affollati e strapieni,
                dove perfino i fantasmi e vampiri
                accolgono i morti con abbracci e sospiri.
                Non temo la morte ma il pensiero nero
                che scriverò nel testamento
                non casa, cimitero!
                E sai, poco ci manca per confondere il cielo
                col pavimento freddo, col prato o un velo.
                E chiedo tante scuse per il mio nero pensiero.
                Composta giovedì 23 aprile 2020
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