Pupille
Pupille
non mi servono
più
sparite
nelle sabbie mobili
di vane ricerche
ti vedo chiaro
ora
questo
fiore che
dorme
con i miei occhi
non ridarmi
niente
lasciami
solo
l 'attesa
di prendermi
tutto.
Composta mercoledì 27 agosto 2014
Pupille
non mi servono
più
sparite
nelle sabbie mobili
di vane ricerche
ti vedo chiaro
ora
questo
fiore che
dorme
con i miei occhi
non ridarmi
niente
lasciami
solo
l 'attesa
di prendermi
tutto.
E conosco
io sola
le radici nascoste
che legano questa mia fragile esistenza
al tuo pensiero
le mille e mille volte
in cui le parole
come un soffio leggero
si sono dissolte
sotto il tuo sguardo
io sola conosco
le strette catene
del non essere abbastanza
l'illusione che tutto
possa trovare ristoro nel niente
e conosco io sola quell'amaro
sapore che accompagna
i miei giorni lontano dai tuoi.
Solo i grilli accompagnano questa sera
fatta danza d'illusioni nel cuore,
eppure la strada mi chiama ad ascoltare
orme di piedi nudi.
Sono andato tutto il giorno col sole
ho ascoltato le donne cantare
ho sentito l'uomo pregare
con l'acqua del ruscello.
Si è illuminato il giorno grigio
si è fatta statua la forza del grido;
poi è apparsa la notte
con pipistrelli bagnati di pioggia.
Verrò fino a te, stella lontana,
Aspetta - mi dice - il tempo è poco
per due cuori chiusi in un flauto.
Così passa anche la notte
con l'ombra matura delle stelle.
Aspetto la voce dell'aurora
nata dal sonno di proverbi antichi.
Suona la fragile canna della vita
con la certeza che questa mia sera
si chiama "pace nella quiete".
Il pane del mondo è la speranza
alimentata dalla pazienza dei poveri
ridotta sterile dalle risate dei ricchi
sempre casta nel cuore dei piccoli.
Ci inginocchiamo come uomini seri
davanti al mondo con occhi di stelle.
Diciamo parole vecchie di sgomento
all'uomo nuovo che nasce vergine.
Il frutto della terra avanza con fierezza
su strade millenarie di sofferenza
dove l'uomo riposa in pienezza
uccidendo l'ombra di se stesso.
Camminiamo ancora su stampelle
burattini di un circo senza sfondo.
Il mondo è ridotto nascondiglio
di uomini col fiore all'occhiello.
Il pane del mondo è la speranza
nata con i gridi del parto.
Non morirà coperto di ferite
questo nuovo volto di carne.
Ritiriamoci silenziosi dalla festa
il rumore mortifica l'allegria.
Sulla scala verticale della vita
non c'è posto per l'uomo fratricida.
Sulla spiaggia deserta della vita
seduti sul muro delle onde
guardiamo il mondo negli occhi
gonfi di lacrime e ricordi.
In due non si gioca sull'arena:
la vita è un sussulto di speranza
un rincorrere il giorno maturo
camminando col cuore su due corde.
Raccontiamo la storia di sempre:
adamo ed eva con la mela nella gola
un pizzico di lingua di serpente
una brezza soave che consola.
Tu, donna, racconta la tua vita
tessuta di veli bianchi di luna.
I tuoi baci sono schiocchi di frusta
sulla bocca arsa di paura.
Tu, adamo, rinnovati nello specchio:
guarda nei suoi occhi il tuo mattino.
Il corpo non conosce l'amarezza
di una stella caduta nel cammino.
Sulla spiaggia piena di ricordi
seduti sul rumore delle onde
scriviamo la vissuta esperienza
di sposi senza alba né tramonti.
Lingua serpente
mia chimera
oro è sempre
dimmi di
si
dimmi che vieni
qui
ti sostenevi a me
Megera
hai ascoltato i suoi pianti
ho abbandonato il mio orgoglio
il mio ego
per un cielo
Sereno.
Per le stelle del mio cielo
Stammi vicino
paradiso e casto sorriso
legame profondo più dell oceano
Sirena
mano tesa
Madre leggera
Farfalla eterea
ventisei volte voglio baciarti
insegnami a perdonare
sette volte a dimenticare.
Penetro in verticale
fogli di carta a fuoco
parole d'amianto
Fumo
brucia la mia Stella
parole di cera
lei si bagna ogni sera
Schiavo, schiavo di te
Capo di me stesso
Otto in buca
Tuo è il mio amore
Scrivo in tuo onore.
Pensieri, pensieri liberi.
Pensieri, saltano, corrono, si rincorrono, scivolano, si annebbiano.
s'inebriano.
Pensieri ombrosi, tormentoni, pensieri.
Pensieri offuscati da vecchi ricordi.
Vecchi ricordi che tornano, tornano.
Irrompono, sfrecciano come lampi ricchi di energia dolorante.
Lampi in un cielo apparentemente sereno, ma pur sempre offuscato.
Sono frecce incandescenti, riescono a lascare schegge di ricordi dolorosi.
Pensieri, pensieri liberi di una mente non più libera, si depositano nel container del nostro cuore intrappolandoli senza dar loro possibilità di via d'uscita.
Ma qualcosa resta.
Resta, un cuore ricco di dolore.
Ogni tanto appari
tra pensieri che alternano rinascite confuse ad arrendevoli silenzi.
Appari e travolgi
come sempre. Stravolgi. Ogni cosa.
Bussi su sensi di colpa sopiti,
accarezzati da una coscienza che persuade.
Entri in punta di piedi su animi solitari
calpestando sentimenti e maciullando ricordi.
Ogni tanto appari.
Con quel sorriso irriverente
a prenderti gioco di chi ti vuole bene.
Piangi sofferenze che non conosci,
lacrimi dolori che non sono i tuoi,
vivi attenzioni che non ti appartengono
in cambio dell'illusione di essere amato.
Ogni tanto appari
indelicato e presuntuoso.
Sbruffone, deridi il buono e lodi il marcio.
Ogni tanto appari.
Sempre a sproposito.
Elemosinando momenti che non sai spendere.
Elemosinando amore che non sai dare.
Ogni tanto appari, uomo mancato.
A creare rimorsi in chi hai annientato.
Come sempre. Stravolgi. Ogni cosa.