Scritta da: Luana Donati
in Poesie (Poesie personali)
Siamo quello che non vorremmo essere mai
A volte è così
A volte lo siamo
Così freddi
Così duri
Così cinici
Siamo
Siamo e basta.
Siamo quello che non vorremmo essere mai.
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A volte è così
A volte lo siamo
Così freddi
Così duri
Così cinici
Siamo
Siamo e basta.
Siamo quello che non vorremmo essere mai.
Se cadranno questa notte,
quelle stelle che ora vedo,
lascerò questo treno,
e le avvolgo sul tuo velo.
poserò la mia mano,
sul tuo cuore di viandante,
dove ora trovato posto,
ogni stella che ho raccolto.
Sono poche e sono rare,
le persone da amare,
come il cielo e l'universo,
sono fatte per sognare.
Non temere la solitudine
solo, si sta bene
forte si diventa, niente ti turba
quel che vedo non mi spaventa
conosci solo te stesso
fino alla pazzia
il coraggio ti spinge oltre
mai solo ti sentirai
la morte diventa un passo come un altro.
Che male potrà mai fare
un folle a nessuno?.
Temo un cuscino pulito
un angolo di letto vuoto
uno spazzolino immobile
temo la comodità di un divano
la neve candida priva di orme
un bicchiere integro
una sedia vuota
quello che non vedo mi spaventa
la paura ti blocca.
Un uomo impaurito
può fare molto male.
Va capito, compreso.
Non è la solitudine che
deve far paura
è il vuoto che crea terrore.
Fossi, io
solamente, io
in questo mondo
serenamente, io
vivrei
di ciò che
questo universo
offrirebbe
sopravvivrei, io
felicemente.
Ne basta una, tu
anima sola, tu
in questo tempo
soffrirei, tu
sentirei
un vuoto dentro
la tua essenza ovunque
vagando
cercherei, tu
angosciosamente.
Un soffio di vento scompiglia pensieri intrisi di sogni,
lasciando scorrere il segnalibro della vita
tra le pagine del giorno,
imbrigliando trame di parole.
Solo il pianto ho lasciato ai miei figli!
Han sepolto il mio corpo
sotto un pino in montagna.
Un corpo senza bara,
una croce senza nome.
Han detto che son morto da eroe,
e non ho visto il nemico,
l'ho solo sentito sparare.
E sono ancora là,
sotto un pino sepolto!
Gente distratta
dalle vetrine
nemmeno il tempo
di regalarti
una canzone.
Cammini assorto
nei tuoi pensieri
con nostalgia
ritorni all'ieri
quando parlavi
con il tuo cane
fedele amico
che il destino
con sé ha portato.
Ti guardi intorno
trovi soltanto
l'indifferenza
in questa festa
in cui si parla
di accoglienza.
Ma il Natale
sorge per tutti
giovani e vecchi
poveri e ricchi.
Gli occhi spingono la vista sulle sponde di un'imprecisata imperfezione.
C'è una barca abbandonata, che regna sovrana nell'oceano dell'incertezza.
L'unica minaccia è un lupo acquatico che ulula senza suono.
L'unica salvezza sono le acque sottostanti, immobili perché ghiacciate.
Ti annoi
e sei nervosa,
scontenta,
vorresti fare tutto
e niente;
partire,
vedere,
viaggiare,
fare qualcosa,
ti ascolto,
ma non so che fare,
cerco di consigliarti;
di capire la tua ansia di vivere,
di andare;
invidio la tua forza,
la tua età,
tutto in te,
esprime giovinezza;
ti ascolto,
pur col peso dei miei anni;
ascolto.
Trascinate da un turbinio incontrastato,
le mie emozioni vanno scivolando via,
all'interno del vortice dei tuoi occhi,
come gironi per condannati,
le mie certezze vanno distaccandosi,
i colori vanno delineandosi,
dal primo livello,
dove il grigio della neutralità,
aveva interrotto il cammino di molti
prima che fosse iniziato,
poiché essi confondevano la paura di soffrire ancora per una corazza impenetrabile,
nel secondo livello,
nel verde della fiducia,
iniziarono a scoprire la dolcezza intrinseca in te,
dove le Farfalle,
potevano librarsi in volo,
nella Libertà di esistere,
molti errarono nel fermarsi,
poiché troppo timorosi di addentrarsi nel
terzo livello,
dove il Nero dell'oscurità intimoriva,
coloro che ebbero fiducia in te,
si lasciarono cadere nel baratro delle paure,
dove la fine preannunciata,
si trasformò nella gloria dell'Eterno.