Poesie personali


Scritta da: Franco Lucii
in Poesie (Poesie personali)

Come quel rivolo

Come un rivolo d'acqua versato
io t'amo

se lo guardi scorrere
nel solco della terra,
mi somiglia.

Che non segue quel tratto
per calcolo

che le sponde liquide dei suoi fianchi
alla terra si vanno mescolando

e come resti puro nel suo moto.

Come quel rivolo
T'amo scorrendo
e furibondo al tuo cuore mi mescolo.
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    in Poesie (Poesie personali)

    Insoliti ignoti

    Duro mestiere
    il mestiere degli eroi.
    Quelli destinati a non morire mai,
    neppure dopo morti.
    Ad essere marmo scolpito
    in piedi in mezzo ai giardinetti,
    bersaglio di palloni e di piccioni,
    o nelle piazze
    in mezzo a traffico e bestemmie.
    Sporchi di fumi di modernità,
    graffiati da "ti amo"
    e cretinate nuove o vecchie.
    Oppure a stare appesi,
    diventati quadri,
    in una lunga galleria.
    Ad osservare gente un po' distratta
    che ne guarda uno ogni tanto
    giusto per dire che c'è stata.
    Un nome da citare
    il giorno di una ricorrenza.
    Magari messa su per fare un po' di folla.
    Per scriverci qualcosa sul giornale
    la mattina dopo.
    "Ieri lui c'era e parlò alla folla plaudente".
    Tenuti appena a mente sul momento
    per poterli raccontare da chi vuol farli stare per forza dalla parte giusta,
    cioè la sua.
    Ridotti a piccoli
    se sono stati grandi
    o fatti grandi
    anche se gente da niente.
    Usati per distrarre,
    per unire
    o per dividere.
    Tirati in ballo senza aver dato alcun permesso
    da gente che spesso neppure se li fila.
    Che attinge a piene mani dalla storia
    solo perché sa
    che non potranno mai smentire.
    Così va
    il dopo la fine degli eroi.
    Composta domenica 6 settembre 2015
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      in Poesie (Poesie personali)

      Ex uomo

      Avrei voluto essere il tuo uomo per sempre
      ed invece sono diventato "quello di sempre".
      L'uomo "come da documento",
      venuto a noia,
      appena sopportato,
      ma che non conviene lasciare.
      Il fidato di casa che quando torni è tutto a posto
      e quando parti è tutto pronto.
      Quello che non chiede niente
      ma accetta a testa china la mancia che gli metti in mano
      e con quella mano tesa accetta il rinnovo del contratto.
      Alle tue condizioni.
      Quello che ogni tanto va a comprarsi una carezza fuori,
      non perché una carezza gli basti
      ma solo perché è la prestazione che costa di meno.
      Pensavo di starti accanto,
      risolvere i tuoi problemi
      ma poi mi sono reso conto che per risolverli andavi risolta tu.
      Tu eri il problema.
      Ma questo me lo tengo dentro.
      Mentre tu non perdi l'occasione
      per buttare fuori,
      per dirlo a tutti che sono io un problema.
      Che mi tieni e mi mantieni.
      Perché sei buona,
      fai carità.
      E ne parli a chi a te crede per forza.
      Al tuo pubblico pagante perché da te appagato.
      E del resto che cosa potrebbe ribadire
      quello che ha smesso di essere qualcuno
      per diventare il tuo qualcosa.
      Qualcosa che vive per amarti e servirti,
      mentre tu hai continuato ad essere chi sei sempre stata,
      a fare tutto quello che hai sempre fatto,
      compreso il non amarmi.
      Composta giovedì 3 settembre 2015
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        in Poesie (Poesie personali)

        Da leggere da soli e dopo aver bevuto un po'

        Non è un aforisma,
        non è una poesia.
        È un consiglio che mi do per scritto.
        È vero,
        sarebbe da dare all'inizio,
        non quasi alla fine.
        Chi può o vuole chiuda gli occhi e torni indietro.
        Oppure faccia finta di aver letto una stupidità
        o di non aver letto.
        Composta sabato 5 settembre 2015
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          in Poesie (Poesie personali)

          Un giorno che non c'è

          Vorrei un giorno che non mi facesse rendere conto che è giorno.
          Un giorno con nessuna notizia.
          Né certa né incerta.
          E soprattutto non cattiva.
          Le buone lo sanno già da tempo di non dover arrivare.
          Che questo è un indirizzo sbagliato
          o un destinatario inesistente.
          Vorrei un giorno di silenzio e di noia,
          senza incontri ne compagnie.
          Ed una strada per uno solo,
          di sola andata,
          con fonti che danno sorsi d'acqua
          e benedizioni di buon cammino.
          Un giorno che cominciasse col buongiorno allo specchio
          e finisse con la buona notte un attimo prima di chiudere gli occhi.
          Un giorno che fosse per sempre.
          In un posto amico,
          certo e sicuro.
          Con in mezzo niente.
          Composta sabato 5 settembre 2015
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            in Poesie (Poesie personali)

            Una cartolina da dove non so di essere

            Ha le insegne di luce
            che colorano il bianco delle notti vissute
            se si ha poco o spese se si ha molto.
            Ma entrambe sono permesse.
            Ha le belle vetrine che si lasciano avvicinare,
            si fanno toccare i vetri.
            Schiacciarci il naso contro.
            Appoggiare le mani,
            ed anche il corpo,
            se siamo eccitati.
            Ci sono le puttane di lusso
            ad illuminare strade ed occhi spersi.
            Anche loro si lasciano avvicinare,
            ma non si fanno toccare
            strusciare,
            schiacciare il naso contro il petto.
            Hanno più dignità delle vetrine.
            Forse,
            o forse è che non sono vetrine.
            Stanno in vetrina.
            Incontri gli ubriachi che occupano tutta la strada
            e ti vengono addosso.
            Se hai bevuto meno di loro gli scansi.
            Altrimenti cozzate,
            l'incontro è uno scontro,
            ma è concorso di colpa.
            Nessuno ripaga la bottiglia all'altro.
            Ci sono gli spacciatori,
            cravatte di corda usate,
            che provano a sedurti,
            ma con te niente da fare.
            La fortuna è dalla tua.
            Sei già spacciato.
            E passa pure una volante,
            ma come dice la parola
            "vola"
            e non vede niente.
            Il lampeggiante blu ti dice che è mattina.
            Adesso capisci dove sei
            ma la cartolina è già partita.
            Composta mercoledì 2 settembre 2015
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              in Poesie (Poesie personali)

              Un autore per un lettore

              Io scrivo molto
              perché non ho libri da leggere.
              Io invento solo storie vere
              perché non amo i romanzi.
              Sono falsi
              e finiscono sempre come vuole l'autore
              ma non i protagonisti.
              Mi firmo con il nome d'altri.
              Nomi veri,
              come le storie inventate.
              Poi rifletto su cosa ho letto,
              sugli errori fatti nello scrivere.
              Soprattutto sugli errori.
              No,
              solo sugli errori.
              Non conosco altro.
              Li prendo
              e con loro scrivo un'altra storia vera.
              Di un altro autore.
              Una nuova firma.
              Ancora qualcosa da leggere.
              Ancora errori da raccontarmi,
              ma senza che io lo sappia.
              Composta mercoledì 2 settembre 2015
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                in Poesie (Poesie personali)

                Il guardiano del guardiano nella clinica della salute mentale

                Guarda come siedono stretti stretti.
                Come per tenersi caldi.
                E senti quanto parlano.
                Come se non si vedessero da anni
                o si parlassero da sempre.
                Lo vedi come camminano?
                Sembrano militari dallo stesso passo.
                Ma senza divise e senza guerre,
                a ferma finita.
                Annusa intorno a loro,
                hanno lo stesso profumo.
                E guarda i loro visi
                si somigliano anche un po'.
                Nati diversi e cresciuti uguali.
                Se non li conoscessi
                penseresti che sono fratello e sorella,
                non moglie e marito.
                - Ah? È vero, non li conosci. -
                - È vero? Non li conosco?. -
                - Guarda. -
                - Guardo. -.
                Composta mercoledì 2 settembre 2015
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