Scritta da: Andrea De Candia
in Poesie (Poesie personali)
Indegna madre
Dovrebbero chiuderti in carcere, Occhio,
che appena partoristi,
gettasti in un istante,
a terra, in immondizia,
la lacrima, tua figlia.
Composta mercoledì 7 ottobre 2015
Dovrebbero chiuderti in carcere, Occhio,
che appena partoristi,
gettasti in un istante,
a terra, in immondizia,
la lacrima, tua figlia.
Io piango ché lo sguardo si scamicia
all'angolo estremo dell'occhio
deve essere nel naso la camicia
che nemmeno non vedo quando piango;
mi cadono a destra e a sinistra
due-quattro-sei-otto-dieci bottoni,
la matematica è solo opinioni,
sulla mia guancia è un duello già dispari
ed impari, con la sua pari;
tonfano e tonfano a terra pesanti,
me lo vorrei ricucire lo sguardo
e penso e cerco e spazzo a terra e guardo
benissimo - non bene! - son finite
al suolo tra la polvere che spazzo,
perché si sa che piangendo tu resti
proprio lì, mentre alle lacrime tocca
passare poi dalle stelle alle stalle.
Non chiedere davvero
che le lacrime faccian compagnia
e che t'ascoltino anche,
uscite allo scoperto.
Perché dal pianerottolo del mento
non scendano le scale delle braccia,
non prendan l'ascensore dell'addome.
Scavalcheranno sempre la ringhiera
pur di farla finita al pianterreno,
loro hanno fretta d'andarsene via.
Occhio, strano raviolo
più chiaro nella notte,
la palpebra di pasta,
che morbida riveste
la carne di pupilla
e il latte tutt'attorno,
cederà all'improvviso
all'alba quand'arriva
quell'aria che affamata
muoverà attentamente
la lama della luce...
Sapere e non sapere
come poi ci si sente
a stare sulla scena
sempre, sugli spigoli
del suo palcoscenico,
al centro, alla ribalta,
dietro le quinte pure,
con un occhio di bue
per l'inchino a sé stesso
senza avere un applauso.
E vorrebbe fuggire
e sparire dovunque
potrebbe nascondersi,
e dando gomitate
e bracciate, manate,
si frantuma le ossa;
può solo protestare
- per di più sottovoce -
quando trova una riva
le lascia le lacrime,
ma senza asciugargliele,
perché non sa spiegare
il bianco fazzoletto,
che ingarbugliato resta
tra le sue stesse mani.
Era talmente indifeso
aveva un viso gentile
una dolce voce.
Gli occhi mi parlavano
le sue mani morbidi
come la seta.
Tutto in lui era bello
ora non c'è più, è andato via
chissà se tornerà
spero lo faccia
perché senza di lui, tutto è buio.
Bella e inevitabile
arrivata nel momento giusto.
Sei la pioggia dove
la mia tristezza
fa scivolare le lacrime.
In mezzo a te posso nascondere
tanto dolore che mi uccide l'anima.
Oh pioggia copri,
bagna miei occhi
sono stanchi di tanto piangere.
Sforzo inutile.
La mano,
correndo nel deserto,
in disperata
ricerca di acqua
Non la troverà.
Se va indietro troverà
soltanto le sue impronte.
Non chiara, semmai scura
la pena di scrittura:
han versato le dita
due lacrime di inchiostro.
Ho temuto che nel pianto
vi sguazzassero... quegli occhi
diventassero dei pesci.