Poesie personali


Scritta da: Franco De Mastro
in Poesie (Poesie personali)
Stanotte la mia anima
Si dilata oltre la mia pelle
Tanto da afferrare monti,
Mari, fiumi e stelle.

Raccoglie ogni cosa
Come fossero conchiglie
E con un filo di speranza
Crea lucenti collane vermiglie.

Ma ad un certo punto si ferma
Davanti alla tua dimora,
A pochi metri ci sei tu che dormi,
La mia anima con amore ti sfiora.

Poi si sveste di tutto e torna
Nel mio corpo provando a dormire.
Con gli occhi pieni di lacrime la mia anima
Vorrebbe ora solo poter morire...
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    Scritta da: Salvatore Ceruso
    in Poesie (Poesie personali)

    Vecchio bambino

    Vecchio bambino,
    che mi guardi con i tuoi occhi stanchi in cerca di aiuto.
    Tu, mio pilastro, un tempo sostenevi il mio mondo ma ora tremi, timoroso della notte infinita e del tempo ladro.
    Prendi la mia mano,
    ora grande ma mai forte come la tua, e ritorna a giocare
    ancora una volta
    con il tuo bambino.
    Composta domenica 12 agosto 2018
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      in Poesie (Poesie personali)

      Trottano o vanno al passo

      Trottano o vanno al passo
      tra bigie plaghe celesti
      nubi maculate e orlate
      con bioccoli sfrangiati
      già pronte a scaricare
      folgori tuoni e diluvi.
      Abbattute sete e arsure estive
      sbuffi pregni di brume
      da zolle e botri s'alzano
      al sorgere e calar di luci,
      al mugolare di ridesti venti
      stormiscono canne barbute
      chiome pallide e ramate;
      poggioli e finestre si rinchiudono
      all'avanzar di inumiditi giorni;
      di fiamme e dardi stanco
      riposa l'intiepidito sole.
      Transumanze. Remigar di stormi
      vagar di fucili ad armacollo
      lesti a impallinare suidi e alati.
      Da ramo al suolo, nei viali
      nei boschi e nei giardini,
      cadono fronde rogge e brune;
      mosti munge il torchio
      brulicano su vinacce moscerini;
      grembiuli e zaini si affoltano
      e si adunano dopo estivi riposi
      spauracchi su campi arati vegliano.

      Autunno, come puntuale ritorni!
      Più senile oggi ti incontro
      e la tua evolvente percorro
      fra arrivi di caligini e scrosci
      i tuoi coristi mesto ascolto!

      Primavera dell'inverno
      anche tu hai i tuoi frutti:
      castagne noci bacche e funghi;
      anche tu hai i tuoi fiori:
      crisantemi eriche dalie e zinne.

      Oh avvento di declini di luce
      mistica litania di funeree elegie
      epidemia di paniche malinconie
      accumuli di verdiccio per il pattume
      agonico proscenio di ingiallimenti!

      E tra queste foglie accartocciate
      che solinghe pendono dai rami
      c'è quella della mia brulla vita
      che ancor non si stacca e attende
      l'estrema e peggiore delle stagioni!
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        in Poesie (Poesie personali)

        Ammainate le fruste vele

        Ammainate le fruste vele
        raccolto sartie e stralli
        attraccato a una gomena
        è il veliero della vita
        che acqua imbarca da ogni lato;
        di aggiustamenti alla chiglia
        o alla carena ne abbiamo fatto tanti
        or increduli pur siamo qui
        in uno specchio d'acqua morta
        a chiederci se poi infine
        sia valsa la pena tenerlo a galla.
        Eh si! il fasciame è troppo marcio
        e l'affondare è solo un attardarsi
        che a mala voglia si rinnova.
        Nella volubilità dell'accadere
        senza croce né fede
        sciabordammo tra flutti
        di presente passato futuro
        fossimo a babordo o a tribordo
        poco o niente mai limpido si mostrò
        al limite dell'orizzonte fatuo
        a noi marinari attoniti
        testimoni di gommoni e affondi
        e mai invidiosi di regate
        traversate e navi da crociera
        che ostenti su azzurre pagine
        disegnavano strie di illusioni.

        Si annerirà del tutto il cielo
        infurierà una burrasca prima o poi:
        esausti e vinti, relitti inerti
        tra le fauci del gorgo spariremo.
        Più che mai oggi sappiamo
        che quanto conoscemmo o farneticammo
        -tinto di ottimismo o pessimismo-
        fu appena una goccia d'acqua
        e l'oceano ciò che ignorammo,
        che nell'oscurità dell'abisso
        ineluttabile affonda e si silenzia
        senza senso ogni vita vagheggiata.
        Si, anche dalla stiva buia
        sentivamo o l'avevamo intuito
        che pur se non si mostrava
        a pochi passi la morte volteggiasse
        che balordi sarebbero finiti i colloqui
        gli screzi e le schermaglie con le ombre!
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          Scritta da: www Alloradillo it
          in Poesie (Poesie personali)

          Finalmente arrivato

          Con giacche a vento
          Ad Agosto
          In autostrada
          Sotto ad un cavalcavia

          Via
          Fuggire dalla guerra
          Il nostro Mantra
          Con la paura nel ventre.

          Dopo un anno
          Questa sera
          Ogni tanto ci penso
          Ancora

          Succederà ancora ?
          Tornare a non Essere
          Nessuno, uno straniero
          l'uomo nero,

          Per il Bravo Onesto
          E Puntuale Cittadino.

          E i poliziotti
          Biondi ragazzi crudeli
          Fanno solo il loro lavoro

          l'Io di tutti, Maiuscolo
          Ero solo io, Dio
          Ma come ci picchiarono tutti !
          Come maiali :
          Noi non eravamo francesi
          Non importa se minorenni.

          Eravamo, siamo, delinquenti
          perché senza documenti
          E chi ci aiuta commette
          Dignità alla sua vita
          E delitto di solidarietà.

          Quando poi, finalmente arrivati
          Quella sera
          Trovammo un gradino
          Dove poggiare la testa

          Altri bei ragazzi biondi
          Che rasati ci svegliarono.
          Quella notte di calci
          che ci ruppero i denti:

          Credevo d'essere
          Credevo
          Col sapore del cemento in bocca
          Ma non ero ancora

          Finalmente arrivato.


          Mailhac , Maggio 2018
          Questo scritto è dedicato a 6 ragazzi che ho visto rientrando in macchina, dall'Italia alla Francia, qualche giorno fa. Per il telegiornale: Sei Immigrati, clandestini che attraversavano la "frontiera" in autostrada a piedi, all'altezza di Mentone.
          Sotto una galleria, infatti, c'era un ragazzo alto, che ne teneva attorno a sé, abbracciati a cerchio, altri quattro, tutti almeno un 30 centimetri più bassi di lui. Erano stretti dalla paura e dal freddo (quel freddo che hai dentro se passi varie notti senza un rifugio, dormendo e mangiando poco e niente, magari dopo una traversata su un barcone), lo si sentiva chiaramente, anche passando a 120 in macchina ; non c'era alcuna corsia d'emergenza: erano paralizzati lì, sul bordo della strada.
          Proseguendo in macchina, appena dopo la galleria, un sesto ragazzo che camminava veloce, sempre a bordo strada, nel senso mio e della Francia.
          Pochissimo dopo l'uscita per Mentone: tra le piante, vedo un poliziotto nascosto. Lui non aveva freddo, era in maglietta con una specie di gilet che sembrava un giubbotto antiproiettile, biondo pulitissimo seppur in quella situazione, che aspettava chi gli veniva incontro. Non andavano quindi a recuperarli quantomeno sotto la galleria, mi son detto, dove quei ragazzini avrebbero potuto morire oltre che rappresentare un grave pericolo per me e tutti quelli in macchina.
          Un cartello luminoso, a dire il vero, poco prima annunciava : Attenzione pedoni sulla strada, invece di mostrare come al solito la solita pubblicità dell'applicazione che segnala i radar in autostrada…
          Il sentimento che provai per loro, in questo fotogramma d'estrema infelicità ad alta velocità, di pena per Loro, non arrivava comunque a farmi male come quello d'estrema impotenza : non potermi arrestare, anche perché in autostrada in galleria con infinite macchine che arrivano veloci; sapere che comunque poco avrei potuto fare: che se li avessi aiutati, in Francia, sarei stato incriminato, penso perfino arrestato, per "Delitto di Solidarietà".
          Questa è: questa è la società, dove la solidarietà diventa un delitto, e non più un sentimento di fraternità.
          Dove si cambia il significato alle parole, per non cambiare mai nei fatti.
          Alla fine mi son chiesto se quel poliziotto avesse avuto un figlio, magari dell'età di uno di quei ragazzini.

          *Generalmente, nei rapporti del fenomeno Immigrazione, non ho una posizione "intellettuale" da dire, nel senso che non ho una mia opinione da dare come tutti, o da dare anche io quella che danno già tutti, da una parte o dall'altra del pensiero unico che sia; se non nel vedere la cosa come un fenomeno di questa società, un altro esempio e motivo per cui questa società vada cambiata : non come una cosa da subire, nel senso di accettarla o rifiutarla; nella vita faccio altro, non passo le giornate ad aiutare immigrati mio malgrado, e comunque non sono a favore di un cieco assistenzialismo insensato per produrre carne da consumo. c'è da fare, non da parlare.
          Se si parla di fenomeno immigrazione, si parla di qualcosa di cui appunto io non parlo : io parlo d'esseri umani. Mai accetterò che qualcuno, accampando una qualunque autorità, mi voglia impedire d'aiutare una persona in difficoltà, specie se un bambino, indipendentemente dalle conseguenze.
          Sopratutto però, in assoluto, non trovo giusto, e da qui parte questa nota, che l'immigrazione appunto la si "tolleri" e se ne faccia semplicemente una cosa da accettare di questa società, e non come un virus che da lei nasca, come "il cambiamento climatico" per esempio; ancor meno che se ne faccia un mestiere o una fonte di guadagno; sempre più si vedono, in ogni campo, persone che solo per il parlare del "fenomeno immigrazione" vengono ricompensati, registi scrittori cantanti.. o anche solo esseri parlanti. Lo potrei accettare solo se la persona in questione fosse, o fosse stata, lei stessa per prima immigrata; o nel caso faccia qualcosa direttamente, per aiutare o migliorare le cose, non parlarne e basta insomma.
          Per questo, non voglio che questi miei versi passino per uno scritto riguardo “l'Immigrazione”, ma, molto più semplicemente, un pensiero dedicato a sei ragazzi.
          Composta sabato 5 maggio 2018
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            in Poesie (Poesie personali)

            La ristrutturazione

            Un segnale arreda il palcoscenico,
            coordina equilibri,
            indice premi,
            e pone ostacoli
            per rendere più idonea la vittoria
            dei concorrenti,
            toglie persiane alle finestre
            perché entri luce nella stanza,
            e tocca gli inquilini
            nonostante il vestito
            che genitori indossano al bambino
            proponga la vista dietro un velo
            che copre notizie riposte
            nella valigia vecchia
            deformata
            dagli urti contro il tempo.
            O Signore
            nell’officina dove ci hai impiantato
            rendici il colore
            di tuoi intenti
            perché possiamo porre
            ciascuno un sassolino
            accanto ai tuoi
            per la ristrutturazione del tempio.
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              Scritta da: Antonio Cuomo
              in Poesie (Poesie personali)

              Amore per te

              Non c'è vita
              lontano dal suo cuore.
              Non c'è respiro
              dove è viva la sua assenza.
              Non ha battiti né pulsazioni
              un amore solo.
              Perché amare è un tenersi per mano,
              un insieme.
              Amare è un aggrovigliarsi,
              di passioni e desideri
              che fanno tremare senza paura.
              Amare è accendere nei suoi occhi
              i sorrisi più belli.
              Amare è scrivere sulla sua pelle
              le parole che raccontano il nostro sogno.
              Composta giovedì 10 maggio 2018
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