Poesie personali


Scritta da: Salvatore Riggio
in Poesie (Poesie personali)

Addio...

Era previsto tra qualche mese
ma ora l'opportunità di fronte mi sta,
una scelta difficile ma solo per evitare di soffrire
più di quanto non faccia oggi,
anche se male a qualcuno di sicuro lo farà.
Non capirete questo lo so già da ora
ma è la miglior cosa dirsi adesso addio,
prima che mi affezioni troppo a voi
e ritardare l'addio incrementerebbe solo la mia paura.

Meglio essere soli fin da subito
e non sentir la vostra mancanza!
Piuttosto che esserlo lo stesso più in là
ma sentirla, so che mi considererete stupido!
Ma è meglio così, forza dopo non ne avrei abbastanza...

Io ho scelto e vi prego di rispettare tale scelta,
non venitemi a cercare, se la nostra
amicizia per voi importanza ha avuto.
Purtroppo io la porta... l'ho chiusa, non è più aperta!
E credetemi, sono io il primo ad esserne, col cuore, dispiaciuto...
Composta lunedì 26 ottobre 2009
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    Scritta da: Salvatore Riggio
    in Poesie (Poesie personali)

    Vicini, distanti...

    Guardai la rugiada che sui fili d'erba si ripose,
    brillando di luce propria sotto questa luna
    che un essere insignificante mi fece sembrare.
    Mi persi nei meandri dei miei pensieri,
    pensai: Quale vicini eravamo, ci ritroviamo così distanti...
    Non sai quanto desideri riaverti, tenerti stretta,
    per un ultima volta poterti baciare.
    Ma ormai le nostre strade si son divise
    ed ora percorriamo diversi sentieri.
    Chissà quando esse si riuniranno? Ma non conta,
    poiché già so che per te non sono più importante.
    Composta domenica 25 ottobre 2009
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      Scritta da: Salvatore Riggio
      in Poesie (Poesie personali)

      Lucia

      Lucia, oh Lù!
      Sei come una stella cadente che affascina tutti quanti
      con la sua scia che si riesce ad vedere in fondo all'orizzonte la, la giù.
      Ogni tuo gesto, tuo sguardo sensuale,
      porta l'uomo a chiedersi da dove sia giunto
      tale soave creatura, da dove possa arrivare.

      Lucia, oh Lù!
      Col tuo passaggio il silenzio sovrano divenne,
      talmente tanto che ci hai sorpreso, meravigliato,
      a tal punto che il tutto che ci circondò il fiato trattenne.
      Come se tutto quel che accadde di un miracolo si fosse trattato.

      Lucia oh Lù!
      Bastò quell'attimo di abbaglio, quel fascio di luce,
      per far si che negli occhi di chi vide te incantato rimase.
      Regalando al cuore una profonda emozione,
      distruggendo quella tempesta che l'anima fin ad allora stravolse.
      Ponendo una fine a questa tortura e donandole la pace.
      Composta sabato 24 ottobre 2009
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        Scritta da: Salvatore Riggio
        in Poesie (Poesie personali)

        Oltre la sporgenza, il volo

        A volte ho l'impressione
        che nulla su questo mondo davvero mi vuole,
        so solo che nel nulla vorrei sparire
        visto che nessuno mi ama, mi abbia mai amato,
        sarebbe decisamente migliore non essere, non essere mai stato.

        Camminando per strada mi accorgo
        che neanche un sguardo si posa su di me,
        come se non ci fossi, sono come un fantasma disperso
        che affetto e comprensione cerca ma che non trova
        e ciò mi ricorda di essere solo finché il pianto non poté trattenere.

        Ma non mene vergogno affatto tanto nessuno mi può sentire,
        la mia anima si sfoga e la lascio fare.
        La tristezza solo da quella porta in fondo... da quella via può uscire.
        So che proprio in momenti come questo vorrei avere
        qualcuno che mi ama che mi possa consolare.

        Ma ormai sono esausto, sono stanco
        e quest'altezza paura non fa,
        anzi sembra quasi un dolce richiamo.
        Presi rincorsa e con le braccia spalancate
        mi gettai da quella sporgenza finche non intravidi lei,
        pronta ad accogliermi con le sue braccia,
        con quei due occhi, quelle labbra che mai avrei dimenticate.
        Una donna con un lungo mantello nero,
        con quel sorriso sarcastico sul viso
        e qui che capii che quel dolce richiamo
        non era altro che un inganno che lei mi ha teso,
        ma ormai fu tardi, il volo era già iniziato.
        L'indomani su quell'asfalto mi avrebbero trovato disteso,
        ma nessuno se ne sarebbe accorto, nessuno!
        Perché in fondo non son mai esistito, come se non fossi mai nato...
        Composta giovedì 22 ottobre 2009
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          Scritta da: Salvatore Riggio
          in Poesie (Poesie personali)

          La lacrima rubata e l'anima infastidita

          Con quelle tue innocenti parole,
          mi feristi, mi calpestasti inconsapevolmente.
          Graffiando ciò che nel mio petto è custodito, il cuore,
          mi facesti sentire un nullafacente...

          Un amara tristezza mi assalì,
          qualsiasi cosa io provassi in quel momento.
          Mi fece stringere la gola, il pugno
          che sbattè violentemente su quel tavolo
          finche ogni rumore, bisbiglio in queste mura nel nulla svanì.

          Ora quel pugno addolorato da quell'impatto che ha avuto,
          pian piano sciolse la presa, sciolse le dita
          e si posò sul altra mano facendomi notare che una goccia
          li sopra andò a finire. Come se volesse dare un sollievo a quel dolore
          portandomi a chiedere da quale cielo essa sia caduto.

          In quell'attimo miei occhi sentirono un strano bruciore,
          solo dopo averlo realizzato mi accorsi che avevo la vista accecata
          e tutto ciò che mi stette intorno era sfumato e senza forme.
          Qualcosa mi disse che la mia anima fu infastidita, fu disturbata
          provocata da questa grande delusione, da questo rancore.
          Solo allora son riuscito a capire che quella goccia proveniva da me
          e che non era altro che una lacrima da cui la mia anima si è liberata.
          Alla quale sarebbe meglio dire... le è stata rubata!
          Composta giovedì 22 ottobre 2009
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            Scritta da: dax
            in Poesie (Poesie personali)

            Ci salveremo

            Salveremo le nostre vite
            dall'insidia del nulla.

            Dall'insidia del silenzio
            che tutto dimentica,
            dove tutto svanisce.

            Svanisce il bene, il male,
            svaniscono le stelle,
            la fertile odorosa terra,
            svanisce il mare,
            le sue musicali onde.

            Svaniscono i nostri corpi
            amati accarezzati,
            persi nell'erotico
            amplesso foriere
            di vita di giovinezza.

            Salveremo le nostre vite
            dall'insidia del nulla.

            Con i nostri sessi vittoriosi
            esploreremo le nostre carni.

            Esaudiremo i nostri
            più erotici desideri,
            le nostre voglie più segrete.

            Salveremo le nostre vite
            dalla stupidità della
            noia, in un godimento
            fisico: spirituale,
            percependo della vita
            la sua realtà più vera.

            Il suo risorgere, il suo declinare
            per poi ancora sorgere, declinare
            risorgere nuovamente, declinare,
            risorgere con il sole, con la terra,
            con il mare, con le rondini,
            con tutte le stelle d'occidente.
            Composta nel ottobre 2009
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              Scritta da: Salvatore Riggio
              in Poesie (Poesie personali)

              Nulla ho fatto

              Perché mi guardi con quegli occhi diffidenti?
              Io nulla ho fatto per meritarmi quel tuo
              sguardo così gelido e così trafiggente.
              Non esiste alcun motivo per cui
              tu mi debba ferire in questo modo,
              nessuno plausibile che io sappia
              e non credo che ce ne sia neanche uno solo.

              (Oppure si?)

              Quei cristalli di ghiaccio mi fanno sentire così impotente,
              mi sembra di essere colpevole di una colpa che non ho.
              Ma se stai rinchiuso in questo silenzio io nulla potrò capire
              solo prigioniero di quest'ignoranza che te mi hai imposto rimarrò,
              senza la possibilità che io e te ci potessimo chiarire.

              Ma perché mi guardi con quegli occhi così spenti!?
              Così pieno d'odio e rabbia che a stento ti riconosco
              So solo che ce qualcosa in cui tu vuoi che io mi penti.
              Sembrano quasi di nascondere un rimpianto,
              il rimorso di un qualcosa che in passato non hai ottenuto.
              Ma perché in fondo sai che per averla non ci hai provato così tanto.

              Ah inizio ad odiare quel tuo sguardo senza precedenti,
              talmente irritante si è fatto che ormai non mene frega più niente di te!
              E quando cogliesti il mio disgusto nei tuoi confronti
              quegli occhi diventarono ancor più travolgenti.
              Riempiendosi di tale rancore che ruppero
              quell'immagine riflessa dinanzi a me...

              Solo ora riesco a comprendere...
              Io nulla ho fatto e per questo incolpo.
              Ma ormai è troppo tardi e il suo sguardo,
              il mio, nel nulla si andò a perdere.
              Composta mercoledì 21 ottobre 2009
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                Scritta da: Lorenzo Bonadè
                in Poesie (Poesie personali)

                Alla Madre

                Fosti tu madre
                Tu sola
                Ad attendermi al termine della pena
                Oltre le sbarre del carcere

                Fosti tu madre
                Tu sola
                Ad accogliermi al varco della follia
                Al di fuori della mura del manicomio

                Fosti tu madre
                Tu sola
                Ad abbracciarmi di ritorno del mondo dei morti
                Sconfitto il suicidio, spente le fiamme dell'inferno

                Tu madre
                Tu sola
                Frammenti di nulla nel Caos
                Al di là dei confini dell'amore.
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                  in Poesie (Poesie personali)

                  Armatura libera

                  Un'armatura pesante, pesante come il suo corpo,
                  agonizzante... distrutto da quella guerra...
                  La stessa proclamata per ottenere la libertà!
                  Stava per abbandonare questo mondo, ma ancora
                  tanti interrogativi frullavano nella sua testa...
                  quelle discussioni non concluse, il troppo dolore,
                  troppo poco tempo per capire il perché della guerra...
                  il perché le donne vengono viste ancora come un corpo da utilizzare...
                  il perché si debba morire senza aver conosciuto la libertà...
                  Troppo poco tempo, troppi perché... ma non c'è più tempo
                  un ultimo respiro... un ultimo sguardo a quel mondo a quella terra
                  tanto amata
                  a quei posti che sanno ancora di lei...
                  un ultimo sorriso... un ultima speranza...
                  trovare la libertà... libera da quei pregiudizi e da quella guerra
                  che le ha tolto la vita... libera finalmente di amare ed essere se
                  stessa...
                  un ultimo sospiro e poi silenzio.
                  Composta mercoledì 21 ottobre 2009
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                    in Poesie (Poesie personali)

                    Spiagge

                    Ricordi lontani, di un ieri che era fatto solo di allegria
                    le serate tra di noi, i giochi, i sorrisi, i tuoi occhi, le tue labbra.
                    Ricordi di un giorno di mare passato con te.
                    Spiagge, tramonti di sole lontani adesso
                    occhi che guardano ma non riescono a vedere
                    siamo paralleli dicevi sempre tu.
                    Anima, mi tormentavo io ascoltando quella frase
                    giochi di sguardi, quando non ti conoscevo
                    era bello allora, ti potevo immaginare
                    donna lavorante e madre dignitosa, questo pensavo io.
                    Ti amo, scusami non so quel che dico
                    neanch'io ripetevi tu.
                    Spiagge... di sole di mare e di noia, Maria ci sei domani? Non so, non pensarmi per domani vivimi adesso.
                    Spiagge... serate passate da solo, in compagnia della saudagi che tu mi dai.
                    Ti amo Maria, portami al mare con Ilaria, voglio stare da solo con voi, vi voglio respirare guardarvi di nascosto anche da questo cielo, ci starò attento non mi farò scoprire, Maria? Dimmi; ma che cos'è l'amore? Imparare a non dire mai no.
                    Spiagge... di un bacio lasciato in sospeso nel tempo, come le parole di un cantore che aspetta solo di poterle catturare e trasformarle in musica.
                    Spiagge...
                    di un altro giorno vissuto senza vedere i tuoi occhi.
                    Composta martedì 20 ottobre 2009
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