Poesie personali


Scritta da: Patrice Sangiorgio
in Poesie (Poesie personali)

The beninning and the sin

Come sta l'angelo tossico
che ti aspetta
agli angoli nascosti
con gli occhi opachi?

Come stai tu che non puoi piangere?

Come sta il vecchio catarroso di bianchi sul vaporetto
custode di quel che resta di un amore venduto?

Come sta una madre che non è mai stata persona
guardando il proprio figlio, con la faccia gonfia, cadere e ricadere?

Come sta la tua donna che sta con uomini di trent'anni più adulti?
Quella che non hai più voglia di scopare?
Quella che hai tradito?
Quella che è sparita in un giorno, e tu hai lanciato sull'asfalto orsetti di caramella gommosa?

Come stanno i tuoi amici, che non trattengono il vizio di giudicare
quelli che ogni giorno tanto è uguale
quelli che non riesci a cercare per la fatica di farlo?

Come stai tu
che non devi piangere?
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    in Poesie (Poesie personali)

    La voce della campana

    Lontano... lontano, a volte come una voce affannosa
    come singulto di un'anima in pena,
    a volte come un lieto canto d'amore,
    va... la voce della campana della vicina chiesa.
    Una voce che s'espande per l'alta immensità.
    La sua voce si espande per l'aria nell'alba tranquilla
    sotto i primi raggi del sole, e nel tramonto vermiglio,
    mentre la solitudine si fa cupa e colma di sogni malinconici.
    Ma sempre cari mi sono quei rintocchi,
    che suscitano un'eco profondo nel mio animo.
    Quei rintocchi hanno lo schianto del pianto, o il giubilo del riso,
    il singulto, e la gioia, e talvolta c'invitano a godere dell'immensa
    bellezza dell'universo, e talvolta ci suggeriscono la preghiera...
    e questa voce sempre suggestiva, ci parla al cuore
    in mille modi arcani.
    Essa pare che ci dica il destino dell'uomo,
    come tutto nasca in un fervore di grande speranza,
    e perisca nel più profondo dei misteri.
    Essa pare che ci riveli il sorgere degli ideali,
    e la fine di tutte le cose desiate con tanto ardore.
    Al suono di quella campana amica, quanti ricordi
    mi si destano nella memoria!
    E più volte ascoltando quella voce, pel silenzio delle cose,
    ho sentito una lacrima furtiva sgorgarmi dalle ciglia,
    e scorrermi sul volto.
    Oh!... i bei giorni della puerizia; quando sognavo castelli d'oro
    svaniti a contatto della realtà, lasciando il profumo e il rimpianto.
    Oh!... le belle illusioni fuggite come stormi di uccelli.
    Ascoltavo allora questa stessa voce di campana,
    dalla mia cameretta di studente; socchiudevo gli occhi
    e il suo volto mi appariva come d'incanto:
    Gli occhi azzurri come il cielo, i i capelli che le lambivano il viso,
    il suo corpo era il tramonto in un tocco di campane...
    il suo sorriso... chiaro, come un lieto evento di luce.
    In lei nasceva il segreto del bacio,...
    a ogni rintocco intuivo l'armonia della sua voce...
    era un sospiro segreto del cuore. A suono della campana
    lei scuoteva la testa... accompagnando il din... don... poi alzava
    gli occhi al cielo, sospirava e rientrava.
    Per me quale dolce tormento di piacere e passione.
    Volevo chiamarla.!... dirle io sono qui... guardami...
    ma la bellezza del momento stesso mi tratteneva
    dal distoglierla dal suo dolce incanto.
    Ora quei giorni sono passati e io ne ho solo un vivo ricordo!
    Quante cose d'allora sono cambiate!
    Oggi Lei non l'ho più, quei rintocchi me l'hanno portata via.
    Anche quella stessa voce di campana mi pare
    che sia diventata dolorosa, pare che in essa ci sia una nota
    di rimpianto!
    Suona, o campana, manda la tua voce per l'aria immensa,
    giungi fino a Lei, vola, passa oltre i monti... e chiamala
    e rimandi con gli stessi rintocchi qualche parola di conforto
    di coraggio, e di speranza.
    Composta venerdì 26 febbraio 2010
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      Scritta da: Franco Mastroianni
      in Poesie (Poesie personali)
      Vuoto
      amareggiato
      potrei dir d'esser zuccheriera
      quando lo zucchero è finito

      il fondo mio ceramico risuona
      battuto dal tentennio
      di un dubbio
      che come cucchiaino ricerca una risposta
      celata dentro l'eco che risale piano

      portando dietro sé brandelli d'anima
      che subito raccolgo e stringo nella mano

      il dubbio
      di non essere riuscito
      a
      farti capir
      quanto ti amo.
      Composta venerdì 26 febbraio 2010
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        Scritta da: Emanuele Marcuccio
        in Poesie (Poesie personali)

        Là, dove il mare...

        Là, dove il mare è profondo,
        fondo, fondo;
        là, dove le onde si rincorrono,
        corrono, corrono:
        e le luci si disperdono
        e lo sguardo si dirada,
        si fa chiaro;
        e l'amor mi raggiunge
        col suo dolce sovvenir.
        Là, dove il mondo ti dimentica;
        là, dove il sole ti colpisce
        col suo chiaror;
        là, dove un lampo ti pervade
        col suo baglior,
        e in un abbraccio ti rapisce.
        Là, dove l'oblio ti sommerge
        con la sua luna;
        là, dove il mondo ti abbandona
        con la sua fine:
        là voglio riposare,
        e perdermi rapito
        nel Sole: nell'amore infinito.
        Composta venerdì 19 ottobre 2001
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          Scritta da: Umberto Zavagno
          in Poesie (Poesie personali)

          Tramonto

          Si disperdono gli ultimi raggi
          fermarli vorrei
          come ogni cosa che sfugge
          in quei grigi tranquilli riflessi
          che spesso mirammo estasiati
          risento la tua anima
          le dolci parole di un tempo
          bagliori di stelle
          rimandano le onde del mare
          come quelle che vedevo brillare
          negli occhi tuoi pieni d'amore
          ma il sole si cela
          così
          sparisce anche la tua ombra
          dipinta da me all orizzonte
          solo rimane il rimpianto.
          Composta nel 2007
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            Scritta da: Gaetano Toffali
            in Poesie (Poesie personali)

            Troppe donne stuprate

            Troppe donne stuprate
            Nella mente o nel corpo
            Troppo sangue nel cielo
            Di carezze nessuna

            La bocca chiusa piange
            In un male che sgorga
            Dentro nell'anima
            Dolore per sempre

            Ti amo donna
            Che vuoi volere
            Il tuo diritto
            a non essere sesso

            Ti amo donna
            Che bruci il ricordo
            e sai ripartire
            Sopra il dolore

            Perché ha perso
            l'uomo che prende
            Solo con forza
            e non per un dono

            Perché muore
            l'uomo che vince
            Solo perdendo
            La sua umanità.
            Composta mercoledì 24 febbraio 2010
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              Scritta da: sarita
              in Poesie (Poesie personali)

              Il razzismo

              Tutto è iniziato
              lontano nel passato,
              non importa come e perché
              ma siamo qui per affrontare una piaga che purtroppo c'è,
              siamo esseri viventi
              pronti a vivere tutti i momenti,
              come se fossimo tutti fratelli,
              non di sangue ma di cuore tutti belli,
              c'è poi chi decide di cambiarlo per poi mai più trovarlo,
              ma dovremmo aver così tanto rispetto di noi
              che non dovrebbe più esistere il voi,
              ma ciò non è possibile
              è solo un pensiero, sicuramente infrangibile,
              ci sono tanti ostacoli e poco perbenismo
              perciò esiste il razzismo,
              perché? Da dove è nato?
              Questo mi riporta al passato,
              ma non ne voglio parlare
              perché per il passato niente posso fare,
              dato che comunque esiste
              posso solo fare una protesta che persiste,
              perché quello che non si capisce
              e che al cuore mi colpisce
              è che siamo tutti importanti,
              alcuni come demoni altri come santi,
              quindi ogni persona piccola o grande che sia
              può essere definita la più importante del mondo o dell'anima mia.
              Composta giovedì 25 febbraio 2010
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