Scritta da: Roberto Garro
in Poesie (Poesie personali)
Fammi svegliare tra le tue braccia
permettimi di uccidermi
così da andare via
chiudi i miei occhi e tienimi fermo
seppeliscimi nel profondo del tuo cuore.
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Fammi svegliare tra le tue braccia
permettimi di uccidermi
così da andare via
chiudi i miei occhi e tienimi fermo
seppeliscimi nel profondo del tuo cuore.
Credendo di sapere quello che ci aspetta
vedendo come tutto cambia un'altra volta
chiedendomi se tu mi stai ascoltando
ho voglia di perdermi
allora dimmi
che sei qui e non stai fuggendo.
Vorrei sfiorare
quel tuo corpo
lasciando scivolare le mie dita
sulla tua pelle
percepire
le sensazioni nel farlo
guardando i tuoi occhi
ad ogni carezza
per poter da lontano
vivere la passione.
Posso sentirti nelle mie labbra
posso toccarti con le mie dita
posso udirti come uno spirito
e ucciderti se vieni troppo vicino.
Era lì per me
vicina a me
sotto le coperte
più donna di una donna
più uomo di un uomo.
Era tutta per me
ed io
la presi.
Guardo in giù gli errori della vita
Vorrei recuperare il tempo perduto
Ma!
Il tempo non ha tempo.
Non voglio più dividerti con il cielo,
abbiamo vinto lo so,
ma io ora, senza te sono solo un perdente
Non voglio più dividerti con il cielo,
mi fa troppo male la tua assenza,
Questo piccolo e amaro cuore desidera te
Non posso restare in questo mondo
sapendo che sei volata chi sa dove,
chissà in quale cielo sei andata a finire
chissà se da la su mi osservi ancora
chissà se da la su mi ami ancora
Dolce amore mio
io brindo a questa vita,
brindo a questo amore volato in cielo con te
Ti amo,
hai perdonato le mie lacrime,
ma non sei riuscita a perdonare la tua vita
Insieme a te,
anche la mia anima è sprofondata giù,
giù dove nemmeno i miei sentimenti riescono ad arrivare
Questo mio piccolo e nostalgico cuore
è perso ancora nei tuoi occhi
Abbiamo ammazzato angeli depressi nelle sere d'inverno,
tra balli e salti nel profondo abisso della nostra esistenza
ci stavamo perdendo nelle fiamme del desiderio,
il desiderio di una vita senza noi
Io raccolsi lacrime e raggi di sole,
tu invece Dolce Amore mio coltivavi
morte e odio per una vita
che non ti ha dato ciò che desideravi e meritavi
Ormai non mi resta che il tuo ricordo
non mi resta che il tuo odore sulla mia pelle
non mi resta che il rimpianto
Dolce Amore mio
io sono qui,
mi hai lasciato solo in questo mondo abbandonato dal cielo
non preoccuparti dimenticarti è impossibile
Ora riposa felice
sei e resterai sempre la mia stella guerriera che veglierà
sulla mia agguerrita vita.
Son quelle tue lacrime
Che non patisco,
Per il loro bieco modo
Di sterrare il cuore mio
Con impietosa recisione:
Fiore sradicato dal luccichio di rugiada
su campo deserto.
Quel silenzio che le fodera,
Le ingentilisce,
Di una menzognera cordialità
Che uccide.
Non accetto le tue lacrime
Poiché il cuor mio ne è pieno
e defluiscono nell'intimo dell'animo
Che ormai desiste.
Sono come foglie secche, esauste
Che franano al suolo
In un mite valezer d'autunno.
Ne avverto il roco strepito
Dilapidarsi nell'aere
Aleggiando come culla
e lambire, lieve, il suolo.
In ogni resa di foglia
Si aduna quel disperato grido
Di radici arse, spossate.
E tu, come foglia al suolo...
Il suo ricordo ti intristisce
Attraversa il dolore
Di una ruga così fanciulla
Digrada fino al ciglio delle tue labbra
Ove gaudiente muore
Nell'esplosione di un bacio,
Di mamma!
Solo una camicia, sempre quella
ti vedevano entrare
qualcuno si girava
uno sbuffo o un cenno col capo
occhiate, sorrisetti
impavido sedevi al tuo posto
consumavi il cappuccino con piacere
poi leggevi di questo mondo gli affanni
non sanno cosa possiedi e quello che eri
eri solo un povero diavolo
uno dei tanti perditempo
che affollano bar e panchine
quella camicia è l'unico ricordo
la tenesti con cura
dentro il profumo che sbiadiva nel tempo
lentamente si confondeva col tuo
in quel giorno freddo di pioggia
la avvolsi sulle sue umide spalle
lei capì che l'amavi
ma oltre non si poté andare
il cuore non appartiene alla legge
la camicia la tenne
come si tiene un anello al dito
te la rese prima di partire
negli occhi tante emozioni
e un bacio mai dato.
Quando il soffio della vita se ne andrà
di te rimarranno tanti vestiti
ma quello che conta
sarà solo la carta stampata
e le firme dal notaio
nei soldi non c'è scritto chi eri
per questo è meglio che scrivi
qualcuno saprà quanto l'amavi.
Il tempo ci rubò sorrisi
evaporati dai nostri visi
a poco a poco
come le lacrime dagli occhi
e le nostre mani
strinsero sabbia
mentre la clessidra
girava senza sosta.
Corrosi, scalfiti
come pietra
come roccia
ci dimenticammo
i nostri sogni
e le promesse
accartocciate
su se stesse
Non volle il giorno
regalarci altri giorni,
si riprese il fato
ciò che aveva
serbato per noi.
E si riprenda ora
tutto il resto
perché non è di questo
niente che ho bisogno!
Indosseremo ancora
silenzi assorti
e lasceremo scorrere
i nostri giorni
confondendo
nei pensieri
i nostri volti
coi volti di ieri.