Poesie personali


Scritta da: Kagib
in Poesie (Poesie personali)

Sei

Sei anima resa visibile
attraverso un corpo fragile,
Sei la forza di un sentimento
nascosto in parole non dette
e in respiri soffocati,
Sei l'immensità del mare
nell'accennarsi di una lacrima
e l'eternità del tempo
nei pochi attimi concessi.
Sei il mio valore aggiunto
... ed io sono il tuo.
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    Scritta da: SAVERIO FERRARA
    in Poesie (Poesie personali)

    Torna...

    Eri stupenda quella sera.
    Eri ancora più affascinante
    alla mia vista...

    Due occhi azzurri
    illuminavano
    il tuo volto.

    Da quella sera, però,
    si è spenta per me
    la tua luce...

    Silenziosamente
    sei volata via...
    sei migrata lontano...

    Le rondini
    ritornano...
    ritorna...

    Torna al tuo
    nido natìo
    o rondinella...

    Ritorna
    per coloro
    che hai lasciato...

    La tua casa
    è diventata ghiaccio...
    ha bisogno di te...
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      Scritta da: Antonio Oliva
      in Poesie (Poesie personali)

      Saremo liberi

      Parlano del buco dell'ozono,
      ma il buco più grande
      ce l'ho nello stomaco,
      chi si prenderà cura
      di questo gigante
      che piange lacrime
      piccole piccole?

      Sono pessimista
      per formazione,
      sono diffidente
      per appartenenza,
      vidi la vita,
      le chiesi quiete,
      mi ritrovai all'addiaccio
      con un solco profondo
      sul cuore
      da cui sgorgano
      fiotti di versi
      di ogni colore
      mentre non dormo,
      tutti diversi.

      Poi guardai te,
      ti chiesi amore,
      senza remore,
      tu mi abbracciasti.

      Gode il diavolo
      dentro il vulcano,
      ché tra di noi
      c'è chi non mantiene
      terre promesse,
      invidiose lasse
      senza far nomi,
      ché tra di noi
      c'è chi lo batte.

      Ma finché avrà vita
      l'ultimo alito d'innocenza
      saremo liberi,
      piccola mia,
      non i suoi schiavi,
      e saremo quelli di oggi
      con la purezza
      dei ricordi di ieri.
      Composta lunedì 30 novembre 2009
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        Scritta da: Simone Sabbatini
        in Poesie (Poesie personali)

        Tutto

        Ho preso tutto, ed ho scoperto
        la relatività del sottinteso
        assolutamente
        sempre presente.
        Ho perso tutto. Cosa mi dai
        in cambio? Un errore
        l'umana natura
        l'evoluzione
        un bacio, un grido
        la rabbia
        e l'addio.
        Per tutta questa ed altre vite
        per tutta questa e la prossima
        gioventù
        per tutto il giorno e per domani
        fino a che lascerò
        tutto quello che ho detto
        e ho detto tutto.
        Composta venerdì 1 ottobre 2010
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          Scritta da: Simone Sabbatini
          in Poesie (Poesie personali)

          Spengo la tv?

          Telecomando e sempre le comanderò
          Queste aritmie impulsive sempre le nasconderò
          Perché si può cambiar canale, sempre si può.
          Telecomando e le raccomanderò
          Queste pulsioni logiche sempre le controllerò
          Basta premere un bottone che io poi le cambierò.
          Telecomando me le ricorderò
          Che se non le controllo verso il muro guarderò
          Che se sbaglio canale troppo peggio non sarò.
          Telecomando e sempre temerò
          Che non me le nascondo, mio Dio più non lo so
          La pila sta finendo il tasto fa e due volte no.
          Telecomando e sempre tremerò
          Il passo è un po' più falso, dov'è che inciamperò
          Già il dito è indolenzito forse non ci riuscirò.
          Telecomando e forse sembrerò
          Forse più umano senza cuore diverrò
          Non ce la fo? Forse meglio forse lo saprò.
          Telecomando come finirò
          Questo mio cuore non è mio, non lo conosco, aspetto chi lo capirò
          Già il tasto scivola, mille pezzi io ne avrò.
          Telecomando che me le comandò
          Dall'incertezza fermo fu lui, mi risvegliò
          Rimasi sbalordito, la cassetta si fermò.
          Rimasi sbalordito, la cassetta si fermò
          Rimasi sbalordito, la cassetta si fermò
          Rimasi sbalordito, la cassetta si fermò
          Rimasi sbalordito, la cassetta si fermò
          Rimasi sbalordito, la cassetta si fermò
          Io!
          Rimasi sbalordito, la cassetta si fermò
          Rimasi sbalordito, la cassetta si fermò
          Rimasi sbalordito, la cassetta si fermò
          Ero io!
          Rimasi sbalordito, la cassetta si fermò
          Sono io!
          Rimasi sbalordito, la
          Esiste ancora io!
          Io sempre esisterò.
          Composta venerdì 6 dicembre 2002
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            Scritta da: Simone Sabbatini
            in Poesie (Poesie personali)

            Osservato

            Sbuca lo stronzo dal fondo del cesso
            guardingo mi scruta dall'acqua, indefesso,
            rimango perplesso. Nemmeno una scossa ne turba la posa:
            continua a studiare ogni singola mossa
            – apertura, flessione, estrazione –
            anche quando lo stagno in cui è immerso
            s'increspa, e ingiallendo si scalda
            – flessione, richiamo, chiusura. –
            Non ho il coraggio di guardare quando tiro la catena
            – avrà osservato anche il sollievo sul mio volto? –
            Ormai ho l'impressione di annegare una creatura:
            spengo la luce, appoggio la mano e mi volto.
            Ma il dubbio poi resta, se ineluttabile è il destino:
            forse s'è aggrappato, forse è ancora vivo
            temo e spero, sorrido e rimpiango
            piango e mi consolo: di suoi figli è pieno il mondo.
            Composta sabato 17 luglio 2010
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              Scritta da: Simone Sabbatini
              in Poesie (Poesie personali)

              Micromondi visibili e non

              Il vento sconquassa le fronde piovose
              che tuonano l'aria d'acute frustate;
              la nebbia confonde la nuda natura
              che suona la sera di freddi rumori.
              La terra bagnata si copre di foglie
              che cadono l'acqua sull'acqua caduta;
              il freddo pungente diventa già ghiaccio
              che trema la gente su strade gelanti.
              Il buio si veste di bianca magia:
              la coltre uniforma i colori del mondo.
              Cristalli incantevoli ingannano il tempo:
              colpiscono i sensi, l'immaginazione,
              producono strane reazioni nel cuore,
              nell'anima candide nuove emozioni.
              E allora ignoriamo quel mondo nascosto,
              la vita protetta dal morbido velo;
              quel piccolo mondo sommerso e isolato,
              la vita minuscola immersa nel bianco.
              Composta lunedì 22 novembre 1999
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                Scritta da: Simone Sabbatini
                in Poesie (Poesie personali)

                Percezioni

                Il mondo sobbalza ad ogni battito di cuore
                come fosse un terremoto in un barattolo di sale.
                E raggiunge l'equilibrio sopra un filo di rugiada
                tra un collasso artificiale e un'esplosione di natura.
                Che stare in bilico è un'arte stabile, il gioco sporco
                della vita che si batte, della storia che diviene.
                Sparisce il mondo ad ogni battito di ciglia
                su questo letto che in altri moti mi somiglia.
                Composta giovedì 26 gennaio 2006
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                  Scritta da: Simone Sabbatini
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Che cosa ancora?

                  Non potevano bastare quelle lacrime bloccate
                  dalla vergogna amara del non sentire niente;
                  non bastava certamente quell'angoscia e quel dolore
                  per i quali cerchi un alibi e ne trovi poi un milione,
                  ed altre mille false scuse da non credere più a nulla.
                  Non può bastar davvero questo senso di impotenza
                  questo vuoto che t'aiuta neanche prendere coscienza
                  dell'attaccamento al male, la ricerca d'un malore
                  un buon motivo per morire tra la rabbia e il non-sudore.
                  Ci voleva senza dubbio questo tumido torpore,
                  questo tiepido calore, questo torbido rumore
                  di treno che rinforza e adesso svelto fila
                  sul mare dei giorni d'oggi senza sale né onde,
                  senza iceberg o punte profonde
                  profuse tra l'amarezza dolce d'una stupida poesiola
                  e la valanga triste della neve in questa scuola.
                  Composta venerdì 24 giugno 2005
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