Poesie personali


Scritta da: Simone Sabbatini
in Poesie (Poesie personali)

Padre nostro

Padre nostro,
Dio d'Amore e di bontà infinita,
Dio d'eterna misericordia,
che permetti anche a noi peccatori
di chiamarti Padre.
Tu che sei Re, nell'alto dei Cieli,
sia santificato il tuo nome
nelle nostre piccole vite;
venga il tuo Regno, ad insegnarci la pace e il perdono
- visto che i nostri regni
sembrano conoscere soltanto odio, violenza, vendetta, guerra...
e chiamarli col nome di Pace.
Sia fatta la tua volontà, come in Cielo così qui, sulla terra,
anche quando noi non la capiamo,
perché essa è amore, giustizia e salvezza.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e perdona i nostri peccati, nella misura in cui noi
li perdoniamo a chi ci è debitore
- insegnaci quindi a perdonare,
e a non serbare rancore nel nostro cuore.
Salva la nostra anima da tutte le tentazioni,
da tutto ciò che può avvelenarla,
e liberaci dal male,
da quel male che ci impedisce di darti amore,
e di darne ai nostri fratelli e alle nostre sorelle.
Insegnaci l'Amore da donare gli uni agli altri,
l'amore giusto, santo, e puro, da donare al prossimo.
AMEN.
Composta giovedì 1 luglio 2004
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Franco Mastroianni
    in Poesie (Poesie personali)

    So copiare

    Ho la testa... ma non so che cosa sia
    ho le mani... ma la penna ogni volta scappa via.

    Ma una cosa la so fare.

    So copiare.

    Mi riesce così bene... che mi posso anche lodare.

    Sfoglio pagine d'autori e mi approprio dei lavori
    poi le metto sul mio blog
    le decoro con le foto e con i fiori.

    Non le firmo di sicuro con il nome dell'autore
    altrimenti tutte queste mie fatiche non avrebbero valore.

    Alla fine di ogni giorno sono molto soddisfatto
    ma il mio specchio non funziona... perché mi riflette un ratto.

    Ma la notte faccio un sogno ricorrente
    sogno di essere un torrente
    ma un torrente senza greto.

    Mi risveglio e tutto intorno... non ho niente di concreto.
    Composta giovedì 17 novembre 2011
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Simone Sabbatini
      in Poesie (Poesie personali)

      Occhio malocchio

      Il ragazzo che corre vestito di giallo
      lo sguardo sicuro, aggredisce l'asfalto
      stilla il sudore ed ha gli occhi cobalto
      non si vede però nella tasca ha un corallo.

      Il vecchio professore che sputa nel liceo
      non è superstizioso, ma evita le scale
      scansare i gatti neri è per lui cosa normale
      di certo non gli serve, però che bel cammeo!

      Hai messo la tua croce? Qual è la decisione?
      La sfiga o la sfortuna? Non hai alternative!
      Fuma pure, mangia e bevi, vivi quello che si vive:
      puoi davvero riconoscere cattive scelte e buone?
      Composta lunedì 10 gennaio 2011
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Simone Sabbatini
        in Poesie (Poesie personali)

        Dolce signora bionda

        T'ho incontrata che avevi ottant'anni
        e negli occhi un riflesso un po' stanco.
        Ma se tu non mi avessi fermato
        t'avrei visto? Avrei fatto in tempo?
        Tempo che temo, Tempo che corro
        che voglio far mio e mi diventa nemico.
        E si corre la vita, e si vedono vite
        sfumarci alla coda degli occhi.
        Un'ora di spesa passata alla coop
        bastoncini congelati di pesce
        nelle buste. Un sabato fuggente
        da riempire con altro nel sole
        a novembre che obliquamente muore.
        E quant'altro e cos'altro, e il mio passo
        normale, e le tue strane parole
        che graffiano intorno e feriscono il cuore,
        poi nascono dentro e lo fanno fiorire.
        Ma forse è soltanto che avevi ragione
        e comunque la cosa più grave
        è stata fermarmi soltanto un momento
        e riandare. E non chiederti niente
        sapere che cosa hai rincorso
        conoscere il tuo grande rimorso.
        Non chiederti e non ascoltare.
        Composta domenica 13 novembre 2005
        Vota la poesia: Commenta
          in Poesie (Poesie personali)

          La nostra vita?... Dopo molto di tempo

          Dimmelo tu con che voce ti dovrei parlare
          per esser degno del tuo ascolto,

          con quale sguardo ti dovrei guardare
          perché tu ti lasci guardare.

          Dimmi cosa dovrei fare per avere un tuo sorriso.

          Dovrei forse indossare la tunica del saggio
          per soddisfare le tue domande
          silenziose,
          fatte a gesti,
          dovrei mettere le dita su un pianoforte per esser musicista
          e regalarti melodie a comando
          o strisciare nel mio ridicolo essere nudo
          quando vorrai umiliarmi.

          Cosa dovrei fare?

          Essere scultore,
          rimodellarti il corpo
          ogni volta che ne vedi un cedimento
          e non lo accetti.

          Per te farei anche ciò che non so fare,
          ma l'unica cosa che ora faccio è bere
          per non vedere ne te come sei ne me come non so essere.

          Resto il portiere del tuo albergo ad ore,
          ancora innamorato,
          che chiude gli occhi e soffoca il suo cuore
          quando qualcuno sale alla tua porta.

          Sono l'uomo passato
          che non vede le tue segrete fughe,
          che aspetta i tuoi ritorni stanca
          appagata fino al giorno dopo,
          ti da la chiave e abbassa gli occhi
          per non notare occhiaie e trucco sfatto,
          stringe fra le dita il naso per non sentire il puzzo d'uomo che ti porti addosso,
          il puzzo degli amori orizzontali e passeggeri,
          o forse è solo il puzzo del mio fallimento che ho nel naso,
          addosso, sempre.
          Composta mercoledì 16 novembre 2011
          Vota la poesia: Commenta