Poesie generazionali


Scritta da: C. Veratelli
in Poesie (Poesie generazionali)
Voglio immergermi
nel silenzio,
nella quiete
della vita mia
sorridere a te che
che fai parte di me
anima colorata libera
di esprimersi
dipingo la mia pelle
con i nostri sogni.
Voglio essere fiore
nel deserto del
tuo malumore
luce nella parte più
buia del tuo cuore
noi figli di terra
senza radici
perché amati e
amanti di ogni
luogo per
sentirci vivi e felici.
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    Scritta da: Fragolosa67
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Agonia

    Amo il tuo viso stanco
    a volte imbruttito dal male.
    Sei dolce quando mi guardi
    anche se hai dimenticato come trattarmi.

    Amo ciò che eri.

    Cerco nei tuoi lineamenti scarniti
    dal digiuno senza fame
    il magnifico uomo di un tempo.

    Agonia...
    Parole che non hanno senso.
    Occhi rivoltati indietro.
    A tratti ti risvegli dal lungo sonno e
    ti accorgi che ci sono.

    Mi vuoi vicino.
    Non hai smesso di amarmi.
    Non voglio lasciarti.
    Non posso trattenerti.
    Non posso strapparti dal lungo sonno della morte.

    Vorrei fermare il tempo ma, non posso!
    So che sei già in viaggio
    dove non mi è consentito accompagnarti
    ma ci sono.

    Di sicuro il nostro amore vincerà la morte.
    Non temere!
    Nell'attesa di raggiungerti un giorno
    ti troverò negli occhi dei figli.
    Nei loro sorrisi.
    Nelle loro litigate.
    Nella voce e nella forza di tuo figlio.
    Nelle fattezze della tua adorata bimba
    scoprirò la tua dolcezza.

    Buon viaggio amore!
    Non preoccuparti per me, non mi lasci sola.
    Composta mercoledì 2 novembre 2011
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      in Poesie (Poesie generazionali)

      Diciotto dodici duemila tredici

      Abbi per te
      un giorno nuovo.
      Quel giorno che si riserva ai giusti,
      quel giorno lungo
      da far durare,
      il giorno che sposta un anno.
      Abbi quel giorno
      che ci si sente bene,
      che ci circondano gli auguri
      e i complimenti.
      Quel giorno
      che finisce al chiaro giorno nuovo,
      dell'"altro giorno".
      Quel tuo giorno
      che amo immaginare,
      mentre vago nel nero della mia notte.
      Composta mercoledì 18 dicembre 2013
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        in Poesie (Poesie generazionali)

        il corridoio affollato

        Lo scrittore inglese
        in camicia scozzese,
        alto in centimetri
        e senso del suo stato
        era entrato in stanza
        mentre stavo parlando,
        esprimendosi a gesti
        anche se
        io capivo l'inglese
        ma non sempre gli inglesi.
        Contestava la musica,
        "troppo alta"
        diceva
        con le mani alle orecchie
        e scuotendo la testa.
        Astensione da idee,
        brutta cosa,
        mi dicevo,
        per un inglese scrittore.
        Mentre finivo il pensiero
        lui aveva già messo
        a tacere i miei Procol.
        Che ferita mi apriva!
        Chiusi gli occhi e pregai
        che quel dio musicale
        non facesse gli sconti,
        non offrisse perdoni,
        a persone così.
        A preghiera conclusa
        riapparsi di nuovo
        sulla strada di sassi
        che divideva le tane.
        Quella strada coperta
        diventata canale
        per l'umana marea
        era lì dal duecento.
        E di nuovo l'inglese
        che svettava su tutti
        con quegli occhi di birra
        stava lì ad aspettarmi,
        voleva notizie
        sul prete di Mamole,
        se avevamo fatto qualcosa per lui.
        Glielo aveva richiesto
        la sua casa reale.
        Ma ero all'oscuro di tutto.
        Detti uno sguardo alla mora al mio fianco,
        lei conosceva la cosa,
        io conoscevo il suo grande seno,
        Non aveva approfondito,
        era appena uscita da una crisi profonda,
        era nato da un minuto neppure
        il suo primo sorriso,
        battezzato Luigi,
        come il figlio del lattaio.
        Io
        lei e la sua pancia
        avevamo trascorso molto tempo a parlare.
        A problema risolto mi guardò con amore.
        Nel carezzarle la testa
        mi resi conto che aveva i capelli spariti
        per metà della testa.
        "sono stati i capelli più indietro
        volevano spazio,
        loro hanno fatto morire i miei ciuffi davanti".
        Ma io sapevo
        che i suoi erano da sempre ciuffi ribelli,
        conosciuti alle forze dell'ordine
        ed ai servizi.
        Ero certo che qui
        si trattava di un caso
        di calvizie di stato.
        Non appena rientrato
        a coprifuoco iniziato
        mi sarei messo a cercare
        sull'elenco di carta
        il numero verde di soccorso rosso
        per denunciare il fatto
        e forse anche l'inglese.
        Ma intanto guardavo di fuori
        di là dalla strada
        Claudio lavava il pavimento
        della sua nuova conquista.
        Mi puntai l'indice alla tempia
        e feci bum,
        ma piano
        per non fare arrabbiare l'inglese di turno
        e non svegliare la mia coscienza.
        Composta mercoledì 18 dicembre 2013
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          Scritta da: Sonia Abbondante
          in Poesie (Poesie generazionali)

          Il mio eden

          Ho sradicato quest'erbaccia ostile
          la mia aspirazione e recintare
          questo parco di fantastici ornamenti.
          Con delle delizie autentiche, eque
          che mi sappiano comprendere.
          Staccati, erbaccia, dal mio eden
          ho l'esigenza di avere un fiore
          vicino, non puoi intuire la mia
          originalità poiché non esplori
          altri recinti.
          Composta mercoledì 18 dicembre 2013
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            Scritta da: Sonia Abbondante
            in Poesie (Poesie generazionali)

            La libertà

            Cosa succede in questa società?
            E che non abbiamo la libertà.

            Pieno di pregiudizio e risentimento
            e che viviamo in un mondo spento

            non c'è nessuno che ci illumini la via
            e allora accendiamola con un po' di fantasia.

            Dovrebbero proteggerci e migliorare la società
            e ridarci la libertà.

            Questo sasso potente
            ha ridicolizzato l'ambiente

            e ora non ci rimane che sognare
            che tutto possa cambiare.
            Composta mercoledì 18 dicembre 2013
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              Scritta da: Sonia Abbondante
              in Poesie (Poesie generazionali)

              A Salvatore

              Quel pupazzo
              al tuo amore durante il tragitto
              ha procurato molto dolore.
              Eri in una gabbia dorata
              con la tua anima
              tormentata, triste
              e sacrificata
              in quel mondo reale
              che tanto
              ti ha fatto penare.
              Ora sei libero
              di amare
              con questa vita
              più ideale.
              C'è un posto vuoto
              nel nostro cuore tutto d'amare
              che solo tu
              puoi colmare.
              Vorrei abbracciare il cielo
              e l'arcobaleno
              e mi rendo conto che ti trovi
              in un luogo più sereno.
              Prima
              il tuo nome era una realtà
              e ora si chiama
              eternità.
              Composta mercoledì 18 dicembre 2013
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                Scritta da: C. Veratelli
                in Poesie (Poesie generazionali)
                Violenza genera violenza
                i banchieri generano i rapinatori
                i governanti rubano ai lavoratori
                e così che funziona il mondo
                è uno stupido girotondo
                io vivo per una vita diversa
                come la parola amore vive
                nella solidarietà del saper amare
                mondo perseguitato
                ingiustamente incatenato
                io mi espando e vivo
                devo solo liberarmi
                dal tempo che brucia
                in fretta il nostro fugace
                momento
                sarò un naufrago sarò un salvatore
                sarò un naufragio
                non smetterò mai di guardare il cielo
                e il sole
                non si può vivere a capo chino
                ora qui ovunque
                non mi fermare
                non sto sognando
                sto vivendo abbraccio l amore
                la solidarietà la libertà
                vivo nell anarchia
                del cuore.
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                  Scritta da: lorelei68
                  in Poesie (Poesie generazionali)

                  Vorrei

                  Vorrei
                  scrivere il tuo nome indelebile
                  sulle mie labbra
                  racchiudere nel mio cuore
                  quei attimi di silenzio
                  quei sguardi profondi
                  quei baci da sogno...
                  ed ogni volta che mi manchi,
                  vorrei
                  fermare il tempo e
                  rivederli nella mia mente
                  sussurrando al infinito
                  ti amo.
                  Composta giovedì 22 settembre 2011
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