Scritta da: Marilù Rossi
in Poesie (Poesie d'Autore)
Sì, stai davanti a me
Sì, stai davanti a me,
che mai dimentico di te,
pensando a te.
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Sì, stai davanti a me,
che mai dimentico di te,
pensando a te.
Il mio amore era così unico
come il cielo iridato di una goccia
di rugiada, in un fiore dell'alba.
Il tuo sole mi colpì nel sangue,
evaporò la rugiada,
e restai senza cielo.
Salii verso il cielo puro
ed accesi la mia veglia tra le stelle,
sopra tutti i sogni.
La terra era una rosa aperta, io la vidi!
Lascia colare il tuo bacio
come una fonte
filo fresco nella tazza
del mio cuore!
Il mio cuore, poi, sognando,
ti restituirà, doppia, l'acqua del tuo bacio,
dal canale del sogno,
da sotto la vita.
E l'acqua del tuo bacio
o nuova aurora della fonte!
sarà eterna,
perché il mio cuore sarà la sua sorgente.
Il tuo cuore e il mio
sono due parti in fiore,
che unisce l'arcobaleno.
Chi più di me ha scavato nel profondo la miniera d'Amore,
dice, dove risiede il centro della sua felicità:
ho amato, ho conquistato e detto,
ma se dovessi amare, conquistare e dire, finché non sarò vecchio,
non potrei mai comprendere quel nascosto mistero;
oh, non è che impostura tutto quanto:
e come nessun alchimista ha potuto scoprire l'Elisir,
ma ugualmente glorifica il suo fecondo vaso
se per caso gli accade di scoprire
qualche odorosa sostanza, o nuova medicina,
così gli amanti sognano un godimento ricco e prolungato,
ma non trovano altro che una notte estiva simile all'inverno.
La nostra pace, il denaro, l'onore e il nostro giorno,
questo noi pagheremo, per questa vana ombra di una bolla d'aria?
In questo ha fine amore, che ogni uomo
può essere felice come me se può sostenere
la breve vergogna di una farsa nuziale?
Quell'infelice amante che afferma
non essere i corpi a sposarsi, ma solo gli spiriti,
e che pretende trovare in lei un Angelo,
in egual modo esatto parlerebbe dicendo di udire
nel quotidiano e rozzo strimpellare roco il suono delle celesti sfere.
Non sperare che la donna possegga intelligenza, al massimo
ha estro e dolcezza, e non è, una volta posseduta, altro che vuota forma.
Il tuo sonetto,
come una donna nuda e casta,
accogliendomi sulle sue gambe pure,
mi abbracciò con le sue braccia celestiali.
Sognai, poi, con lui, con lei.
Era una fontana
con due zampilli ad arco su una prima vasca, che poi li versava,
fini, in altre due...
Tre casettine
dai tetti aguzzi,
un verde praticello,
un esiguo ruscello: rio Bo,
un vigile cipresso.
Microscopico paese, è vero,
paese da nulla, ma però...
c'è sempre disopra una stella,
una grande, magnifica stella,
che a un dipresso...
occhieggia con la punta del cipresso
di rio Bo.
Una stella innamorata?
Chi sa
se nemmeno ce l'ha
una grande città.
Essere, solo essere. Niente più, né meno
di nessuno. E non conoscersi.
E parlare con gli altri
di altre cose... godere da parte di uno solo,
tutto, e tutto per uno, il denominatore
silenzioso, vero e ignorato
del mondo.
Come pietra in un pozzo,
così il mio cuore con solo il cielo
sotto e sopra di lui!