Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

Vortice

Vortice,
improvviso attimo da cogliere
e calma interiore.
Pesi alleggeriti
nella mente degli anni,
stupore dei pensieri
nell'abbaglio calmo e sicuro.
La strada ha polvere e scarpe leggere
ma non vedi salite,
non senti dolori,
solo il tuo peso
grava il cammino.
Grazie vita
di queste emozioni
e ancor più di saperle apprezzare.
Grazie del sussulto a un sorriso,
gioia di pochi.
E grazie del piacere
di un pensiero.
Vota la poesia: Commenta
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Io non posso
    Io non posso darti di più
    Non sono più di quello che sono.
    Ah come vorrei essere
    sabbia, sole in estate!
    Che ti sdraiassi
    rilassata a rilassarti.
    Che mi lasciassi
    il tuo corpo quando te ne vai, orma,
    tenera, tiepida, indimenticabile.
    E che con te se ne andasse
    su di te, il mio bacio lento:
    colore,
    dalla testa ai piedi
    bruno.
    Ah come vorrei essere
    vetro, o stoffa o legno
    che conserva il suo colore
    qui, il suo profumo qui,
    e nacque a tremila chilometri!
    Essere
    la materia che ti piace,
    che tocchi tutti i giorni
    e che vedi già senza guardare
    vicino a te, le cose
    collana, boccetta, seta antica
    di cui, quando senti la mancanza
    chiedi: "Ah! Dov'è?"
    A come vorrei essere
    un'allegria fra tutte,
    una sola, l'allegria
    di cui ti rallegri tu!
    Un amore, un amore solo:
    l'amore di cui tu ti innamoreresti.

    Però non sono più di quello che sono.
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      L'uomo che impara

      Prima costruii sulla sabbia,
      poi costruii sulla roccia.
      Quando la roccia crollò
      non ho più costruito su nulla.
      Poi ancora talvolta costruivo
      su sabbia e roccia, come capitava, ma
      avevo imparato.

      Coloro ai quali affidavo la lettera
      la buttavano via.
      Ma chi non curavo
      me la riportava.
      Allora ho imparato.

      Le mie disposizioni non furono rispettate.
      Quando giunsi, m'avvidi
      che erano sbagliate.
      Era stato fatto
      quel che era giusto.
      Così ho imparato.

      Le cicatrici dolgono
      nel tempo di gelo.
      Ma spesso dico: solo la fossa
      non m'insegnerà più nulla.
      Vota la poesia: Commenta