in Poesie (Poesie d'Autore)
Paradiso
Il silenzio di un bacio
che parla di sorrisi.
Un bacio sottovoce
dolce e profondo.
Un bacio solo,
uno squarcio di luce,
la consapevolezza
del paradiso.
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Il silenzio di un bacio
che parla di sorrisi.
Un bacio sottovoce
dolce e profondo.
Un bacio solo,
uno squarcio di luce,
la consapevolezza
del paradiso.
E poi
quando stanchi del cammino
si incrocia l'incanto,
ci si ferma ad ammirarlo
e ci si abbandona
perché là è il sicuro rifugio
dei propri sogni.
Vortice,
improvviso attimo da cogliere
e calma interiore.
Pesi alleggeriti
nella mente degli anni,
stupore dei pensieri
nell'abbaglio calmo e sicuro.
La strada ha polvere e scarpe leggere
ma non vedi salite,
non senti dolori,
solo il tuo peso
grava il cammino.
Grazie vita
di queste emozioni
e ancor più di saperle apprezzare.
Grazie del sussulto a un sorriso,
gioia di pochi.
E grazie del piacere
di un pensiero.
Se i baci diventano poesia
non serve scrivere.
Se la realtà supera il sogno
non serve sognare.
Se il tempo conduce all'infinito
non serve fuggire.
L'amore per la poesia
è la consapevolezza
di scrivere sogni
sulle labbra.
Esali petali,
gocce di colore,
bucano la roccia
e come i nostri teneri pensieri,
sanno scolpire sulla pietra
con la forza della semplicità,
il colore della dolcezza.
Il raggio gioca
e scolpisce
forme indefinite,
ma la roccia riflette
solo ciò che l'orizzonte assorbe,
regalando ai sensi,
il senso dell'eterno
di un bacio.
L'intensità dei sentimenti
non si misura
perché si espande,
coinvolge
e sconvolge i sensi.
Solo la consapevolezza dell'esserci,
può ripagare
come un bacio dolce
sulle labbra.
Io non posso
Io non posso darti di più
Non sono più di quello che sono.
Ah come vorrei essere
sabbia, sole in estate!
Che ti sdraiassi
rilassata a rilassarti.
Che mi lasciassi
il tuo corpo quando te ne vai, orma,
tenera, tiepida, indimenticabile.
E che con te se ne andasse
su di te, il mio bacio lento:
colore,
dalla testa ai piedi
bruno.
Ah come vorrei essere
vetro, o stoffa o legno
che conserva il suo colore
qui, il suo profumo qui,
e nacque a tremila chilometri!
Essere
la materia che ti piace,
che tocchi tutti i giorni
e che vedi già senza guardare
vicino a te, le cose
collana, boccetta, seta antica
di cui, quando senti la mancanza
chiedi: "Ah! Dov'è?"
A come vorrei essere
un'allegria fra tutte,
una sola, l'allegria
di cui ti rallegri tu!
Un amore, un amore solo:
l'amore di cui tu ti innamoreresti.
Però non sono più di quello che sono.
Prima costruii sulla sabbia,
poi costruii sulla roccia.
Quando la roccia crollò
non ho più costruito su nulla.
Poi ancora talvolta costruivo
su sabbia e roccia, come capitava, ma
avevo imparato.
Coloro ai quali affidavo la lettera
la buttavano via.
Ma chi non curavo
me la riportava.
Allora ho imparato.
Le mie disposizioni non furono rispettate.
Quando giunsi, m'avvidi
che erano sbagliate.
Era stato fatto
quel che era giusto.
Così ho imparato.
Le cicatrici dolgono
nel tempo di gelo.
Ma spesso dico: solo la fossa
non m'insegnerà più nulla.
Ho sempre ritenuto questo:
che l'uomo nasce vecchio,
poi, piano piano, diventa giovane.
Ringiovanire significa,
secondo me, eliminare.
Eliminare sempre più,
eliminare certe cose inutili
che noi facciamo da giovani.
Certe cose inutili che ci dannol'impossibilità
di essere liberi.