Poesie anonime


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie anonime)
Eccoci qua,
alla mattina
alle tre,
cappuccino e
caffè;
e poi a prendere
il bus,
e in fretta,
a galoppar,
al megaufficio,
che è
un gran supplizio,
col linguone fuori,
e gran inchini,
e spesso
scivoloni
non tanto fini,
e con la lingua pastosa
a dire - come è
umano lei;
e il piccolo
ragioniere,
abbassa la testa,
rassegnato,
e sempre
pagherà,
la gran cattiveria
del mondo,
tra i potenti,
sempre
più bravacci
e fetenti;
e una speranza c'è,
la giustizia,
in un paese
che non c'è.
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie anonime)

    Blade Runner

    Ascoltami straniero,
    o visto pulviscoli
    lontani,
    nella via lattea,
    la terra infuocata
    di marte,
    o scorto, navi
    in fiamme
    ai confini
    d’Orione,
    desiderare, provare,
    esistere,
    più vita,
    padre,
    più vita creatore,
    al replicante;
    tra metropoli,
    macchine volanti,
    miasmi e
    ciminiere,
    smog
    e pioggia
    perenne,
    con città affollate,
    come vicoli,
    con dirigibili
    pubblicitari,
    bar-sushi,
    esseri
    extra mondo,
    vie buie
    e umide;
    dammi più vita,
    padre,
    prima che
    la colomba della
    vita, voli via;
    muori sporco
    poliziotto,
    che mi rubi,
    la poca
    vita rimasta,
    prima della
    fine.
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie anonime)
      Di altra luce tu rispondi -
      madre Luna non è tuo il sonno che ritempra
      dove getti quando esplode vita
      perché sia verde di erba
      prato che vita slenta
      a bruciante dissenno -
      e vita calpestano tuoi raggi i corpi
      che solo intendono quel bianco quel sonno quel dissenno -
      di nuovo, di nuovo si rintana nella notte-
      ma in verde prato, Luna, persino in bianco suo dissenno
      Padre potrai gettarti di esistenza.
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie anonime)
        Perché tu hai vita, ma sepolta giace,
        mio amore, distorto ramo disseccato
        dove d'incausto verde urlo stride
        e vorrebbe gettare, ma non leva
        a penetrare sconfiggendo il legno
        e non azzarda si riduce peggio
        di frammenti di luce
        che bianco di materia discaccia
        da ritorno al primo grembo:
        coltre di neve se bianco implacato possiede,
        madre che inerme ti ha gettato.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie anonime)

          Un vento zingaro

          Il momento del parlare
          mi tolse fiato,
          e nella stanza della sera giovane
          fu un sussulto di coraggio.
          Nell'istante scrutai i tuoi occhi,
          le tue mani non ritratte: la mia intenzione ristette,
          poi si ruppe senza fragore.
          I sussurri si amalgamarono
          sui libri, sui muri, contro le finestre,
          all'ora che chiama l'uomo
          all'uscire.
          E uscimmo nel lieve spirare
          di un vento zingaro.
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie anonime)

            La promessa

            Tacciono le tue parole, lontane,
            e volano senza toccarti
            i miei pensieri a briglia sciolta.
            Di lungi tuona felice
            il temporale di luglio,
            e copre la tua voce assente,
            baluginante nel ricordo,
            con lampi incerti di noia.
            Non saprai quel sentire per te che segreto
            è al nostro cuore; è un pensiero,
            un regalo che lumeggia invano
            alle tue palpebre chiare.
            È la promessa che solleva foglie d’emozione,
            e si lascia l’estate alle spalle.
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie anonime)
              Gli amici sorridono in questa casa sorda,
              intrecciamo le nostre malinconie, le nostre paure,
              le nostre speranze giganti a due accordi di chitarra,
              a un bicchiere di vino che brilla nel buio
              straniero di questo giorno senza coraggio che è nato.

              Sono per ora lontani gli affanni, i sospiri sognati,
              gli occhi che non abbiamo il coraggio di guardare,
              gli occhi che non vogliamo dimenticare,
              i silenzi carichi di angosce forse già vissute,
              oppure di gioie da cogliere nel soffio dello scirocco.

              Questa terra non è nostra, ci culla e ci respinge,
              torniamo alla pianura senza orizzonte dell'inverno,
              alla neve che buca la nebbia dei nostri minuti strani,
              alle usate preoccupazioni dell'oggi senza tempo
              lontani da quel vento di scirocco che ci seduce e ci abbandona.
              Vota la poesia: Commenta