Scritta da: Franco Mastroianni
Uguaglianza
Finché non riusciremo a scorgere
in chi ci sta di fronte
noi stessi
Il senso dell'uguaglianza
non farà mai progressi.
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Finché non riusciremo a scorgere
in chi ci sta di fronte
noi stessi
Il senso dell'uguaglianza
non farà mai progressi.
Come un battito d'ali un soffio di vento quando gioca con le foglie
mi arriva la tua voce e dai pensieri mi distoglie
Senza fatica usar memoria per ricomporre un volto ormai nascosto messo da parte in un cassetto
in mezzo ai gomitoli di lana
confuso tra le pedine della dama
Disintegrare l'attimo uscire dalla vita quotidiana
cercare vie di fuga trovare degli sbocchi
correre in fretta al buio verso la luce dei tuoi occhi
Ma il fiato è corto non mi aiuta devo calmarmi
andare piano intanto al buio annaspo cerco
mischiando i giorni andati
nel domani
Ma non trovo le tue mani.
Vagare con la mente ad occhi aperti
immaginare mondi mai scoperti
Osare ancora e spingersi più in là
lambire i bordi dell'irrazionale
Amare
Senza sentirsi male.
L'ultima pagina di questo libro
si è chiusa in modo lieve
forse aiutata
dal dolce scender della neve
che come copertina
è scesa a ricoprir
l'anno ormai... vecchio... stanco
facendoci trovare pronto
stamattina
un nuovo immenso foglio bianco
che tutti noi
saremo pronti a ricoprir d'amore
scrivendo le parole che ci detta il cuore
felici di poterle indirizzare
in ogni dove
contenti di sapere
che qualcuno nelle nostre righe
ritrovi il suo colore
e perché no!
Alleviare qualche piccolo dolore
il primo foglio bianco
di questo nuovo libro
mi trova con la gioia dentro al cuore
siamo nel nuovo anno
e siamo ancora qui
a scrivere... d'amore.
Mandrie di buoni propositi
galoppano nelle praterie dell'irrazionale
sollevando polveroni di parole
che cercano dimora negli anfratti della mente
io aspetto...
prima o poi la polvere tornerà... a riposare al suolo.
Sottile impercettibile
elastica tagliente nuvola verticale
trasforma un giorno bello
in temporale
polvere di silicio
che compatta lentamente
opaco vetro
crea false finestre
nella mente
compresse le vedute
in
orizzonti d'ignoranza.
Compatta lentamente nella mente
il
muro
dell'indifferenza.
Amo la pioggia
quando ritorna
a
dissetar la terra
quando sottile mi solletica
quando
mi batte addosso
un po'
frenetica
amo le gocce d'acqua
quando si lasciano
cadere
e
in ogni dove
è
orchestra naturale
quando respiro ancora
l'odor
d'erba bagnata
quando vorrei
essere pioggia
dal vento
trasportata.
Mi lascio accarezzare
dalle
immagini
di
noi
che scorrono
come
ruscello limpido
davanti ai miei
occhi.
Mi tuffo
e
sento
che mi tocchi.
Quante volte
resto solo
chiuso
dentro alle incertezze
quante volte
le
paure
si
potrebbero dissolvere
con
le
tue dolci carezze
molte volte le parole
mi
saprebbero aiutare
se io
non chiudessi
a chiave
il
mio
parlare.
Quando sono molto stanco
ed il corpo mio è uno straccio
mi incammino verso il letto
con
la mente sottobraccio
le
parole mi accompagnano contente
e mi chiedono una favola
per
dormir tranquillamente
io le guardo e già sonnecchio
ma
di colpo mi trasformo
in Barbanera
con la benda sopra l'occhio.
Poi divento una regina
mentre il capitano Achab
mi rincorre
come se fossi balena.
Mi nascondo
ed il fiato mio ripiglio
ma mi guardo nello specchio
e mi vedo bianconiglio.
Per capir cosa mi accade
lavo subito la faccia
ma mi sembra di sudare
mentre cerco di sfilare una spada
dalla roccia.
Le parole si son quasi addormentate
e mi accorgo
che una polverina scende.
Forse
è
quella delle fate.