Scritta da: Giuseppe Catalfamo
Il nulla è la cosa più immensa che riesco ad immaginare.
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Il nulla è la cosa più immensa che riesco ad immaginare.
C'era qualcosa nel tuo sguardo che solo dopo qualche tempo ho potuto definire familiare, desiderio e fiducia di potermi confidare. Sapere di non esser soli, poter contare in qualcuno visto ch'è così fragile il senso dell'amore... verremmo nascosti se cercati, protetti se minacciati, compresi se non capiti. Né genitori, né fratelli, né mogli, mariti, amanti e figli potranno sapere ciò che ci accomuna... Complici nel bene sfidando come in una crociata il resto del mondo, sorridendo tra la folla solo per un fuggevole sguardo. Si può aver avuto cento avventure, cento passioni travolgenti, ma troppo mancherebbe alla nostra anima non avendo mai provato la complicità.
Due linee parallele non s'incontreranno mai.
Il miraggio che dona la prospettiva le illude che possano congiungersi.
Anni ed anni per ultimare la messa a punto della "macchina del tempo" e non riesco a prendere la patente.
Proverò a mutarlo in "ciclomotore del tempo".
Uno che parla e uno che ascolta, a turno, facilmente approdano a verità
Ma se c'è uno che scrive riuscirà a confonderli a beneficio di beceri opportunismi.
Un uomo deriso è uomo ucciso.
Anni, lustri, di ricerca per trovare la lampada dei desideri,
ma alla prima strofinata una voce dal nulla,
-Ala dì no-.
- Lei Non Sa Chi Sono Io!
- Francamente no.
- Io sono amico di Tizio, conosco Caio e frequento Sempronio!
- Ahh ecco! Io sono io e ho la cultura d'esser valutato per il "mio me stesso" non per chi mi "satellita".
Poteva dirlo con una parola che lei, di suo, è un coglione.
È il giorno che viene dopo la notte
e i miei occhi distinguono solo al chiaro di luna.
Il sapere di saper tutto è già demente.