Poi che s'affaticar gran pezzo invano i dui guerrier per por l'un l'altro sotto, quando non meno era con l'arme in mano questo di quel, né quel di questo dotto; fu primiero il signor di Montalbano, ch'al cavallier di Spagna fece motto, sì come quel ch'ha nel cuor tanto fuoco, che tutto n'arde e non ritrova loco.
Ah lasso! Che poss'io più che mirare la rocca lungi, ove il mio ben m'è chiuso? Come la volpe, che 'l figlio gridare nel nido oda de l'aquila di giuso, s'aggira intorno, e non sa che si fare, poi che l'ali non ha da gir là suso. Erto è quel sasso sì, tale è il castello, che non vi può salir chi non è augello.
Ma non sì tosto dal materno stelo rimossa viene e dal suo ceppo verde, che quanto avea dagli uomini e dal cielo favor, grazia e bellezza, tutto perde. La vergine che 'l fior, di che più zelo che dè begli occhi e de la vita aver dè, lascia altrui corre, il pregio ch'avea inanti perde nel cor di tutti gli altri amanti.
Se gli è amico o nemico non comprende: tema e speranza il dubbio cor le scuote; e di quella aventura il fine attende, né pur d'un sol sospir l'aria percuote. Il cavalliero in riva al fiume scende sopra l'un braccio a riposar le gote; e in un suo gran pensier tanto penètra, che par cangiato in insensibil pietra.
Qual pargoletta o damma o capriuola, che tra le fronde del natio boschetto alla madre veduta abbia la gola stringer dal pardo, o aprirle 'l fianco o 'l petto, di selva in selva dal crudel s'invola, e di paura trema e di sospetto: ad ogni sterpo che passando tocca, esser si crede all'empia fera in bocca.
E servò meglio questo giuramento, che non avea quell'altro fatto prima. Quindi si parte tanto malcontento, che molti giorni poi si rode e lima. Sol di cercare è il paladino intento di qua di là, dove trovarlo stima. Altra ventura al buon Rinaldo accade, che da costui tenea diverse strade.
Ricordati, pagan, quando uccidesti d'Angelica il fratel (che son quell'io), dietro all'altr'arme tu mi promettesti gittar fra pochi dì l'elmo nel rio. Or se Fortuna (quel che non volesti far tu) pone ad effetto il voler mio, non ti turbare; e se turbar ti déi, turbati che di fé mancato sei.
Né tempo avendo a pensar altra scusa, e conoscendo ben che 'l ver gli disse, restò senza risposta a bocca chiusa; ma la vergogna il cor sì gli trafisse, che giurò per la vita di Lanfusa non voler mai ch'altro elmo lo coprisse, se non quel buono che già in Aspramonte trasse dal capo Orlando al fiero Almonte.
Nel fondo avea una porta ampla e capace, ch'in maggior stanza largo adito dava; e fuor n'uscìa splendor, come di face ch'ardesse in mezzo alla montana cava. Mentre quivi il fellon suspeso tace, la donna, che da lungi il seguitava (perché perderne l'orme si temea), alla spelonca gli sopragiungea.
Come è più appresso, lo sfida a battaglia; che crede ben fargli votar l'arcione. Quel che di lui non stimo già che vaglia un grano meno, e ne fa paragone, l'orgogliose minacce a mezzo taglia, sprona a un tempo, e la lancia in resta pone. Sacripante ritorna con tempesta, e corronsi a ferir testa per testa.