Livida la notte sogna sopra il mare; la voce dei pescatori bagnata nel mare; nasce la luna gocciolante dal mare. Il nero mare. Nella notte un son, si avvicina alla baia, nella notte un son. Le barche lo vedono passare, nella notte un son, incendiando l'acqua fredda. Nella notte un son, nella notte un son, nella notte un son... Il nero mare. - Ay, mulatta d'oro fino, ay, mia mulatta d'oro e d'argento, papaveri e fiori d'arancio, ai piedi del mare maschio e bramoso, ai piedi del mare.
L'anima vola e vola cercandoti lontano, oh Rosa melanconica, rosa del mio ricordo. Guardo poco a poco l'alba la campagna inumidisce, e il giorno è come un bimbo che si sveglia nel cielo, oh Rosa melanconica, carichi gli occhi d'ombra, dal mio povero lenzuolo tocco il tuo solido corpo. Quando già alto il sole arde col suo alto fuoco, quando la sera cade dal ponente disfatto, io nel mio lontano desco il tuo ignoto pane osservo. E nella notte gravida d'appassionato silenzio, oh Rosa melanconica, rosa del mio ricordo, dorata, viva e umida, tu discendi dal tetto, mi prendi la mano fredda e resti li a guardarmi. Io chiudo allora gli occhi, ma pur sempre ti vedo, là piantata, a fissare il tuo sguardo sul mio petto, lungo sguardo immobile, come un pugnale di sogno.
Quando fu? Non lo so In acqua del ricordo vo a navigare.
Passò una mulatta d'oro ed io la guardai passare: fiocco di seta sulla nuca gonna lunga di cristalli, fanciulla dalla schiena fresca tacco di fresca andatura
Canna (febbrile le dissi tra me) canna frmente sopra l'abisso chi ti sospingerà? Chi sarà che col machete ti taglierà? E quale sarà il frantoio che ti macinerà?
Da allora il tempo corse, corse il tempo senza tregua io di là, io di qua io di qua, io di là ora di qua. Ora di là ora di là, ora di qua
Non so, non si sa nulla, e nulla saprò mai nulla hanno scritto i giornali nulla ho potuto scoprire su quella mulatta d'oro che una volta guardai passare fiocco di seta sulla nuca, gonna lunga di cristallo fanciulla dalla schiena fresca tacco di fresca andatura.
A volte ho voglia di essere goffo per dirle: L'amo alla follia A volte ho voglia di essere sciocco per gridarle: L'amo tanto! A volte ho voglia di essere un bambino per piangere rannicchiato nel suo seno. A volte ho voglia di essere morto per sentire, sotto la terra umida dei miei succhi, un fiore che mi cresce e mi erompe dal petto un fiore, e dirLe: questo fiore è per Lei!
Va, cerca di lei cortesemente E dille che sto per venire, Vento di aromi che sempre canti L'epitalamio. Oh, va in fretta sulle buie terre E valica il mare Chè mari e terre non ci separino Il mio amore e me.
Le fonti si confondono col fiume i fiumi con l'Oceano i venti del Cielo sempre in dolci moti si uniscono niente al mondo è celibe e tutto per divina legge in una forza si incontra e si confonde. Perché non io con te? Vedi che le montagne baciano l'alto del Cielo, e che le onde una per una si abbracciano. Nessun fiore-sorella vivrebbe più ritroso verso il fratello-fiore. E il chiarore del sole abbraccia la terra e i raggi della Luna baciano il mare. Per che cosa tutto questo lavoro tenero se tu non vuoi baciarmi?